SCILLA – La legge Severino mette ko il capogruppo di “Uniti per cambiare”, Domenico Mollica. L’ex candidato a sindaco deve abbandonare lo scranno consiliare a seguito di una condanna per rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, inflittagli lo scorso giugno dal Tribunale reggino in relazione a un procedimento penale tra privati cittadini che nulla ha a che vedere con l’attività politico-amministrativa di Mollica. Sfiorata di un soffio la prescrizione per fatti risalenti al 2009, la difesa di Mollica confida nell’appello presentato contro il verdetto di primo grado per ottenere l’assoluzione del proprio assistito. Fatto sta che Mimmo Mollica, per adesso è sospeso dalla carica di consigliere comunale e dovrà rinunciare al suo ruolo di oppositore nei confronti della coalizione di governo guidata dal sindaco Pasqualino Ciccone. Il Prefetto Michele Di Bari, con provvedimento del 20 dicembre 2016, ha infatti dichiarato la sussistenza della causa di sospensione prevista dall’art. 11, comma 1, lett. a) del D. Lgs. 31 dicembre 2012 n. 235 nei suoi confronti. «Il provvedimento – si legge in una nota dell’ufficio territoriale di governo di Reggio Calabria – è stato adottato in esito alla comunicazione, da parte dell’Autorità giudiziaria competente, di condanna con sentenza non definitiva per il reato previsto dagli artt. 110 e 326 c.p. e, pertanto, la sospensione dalla carica suddetta opera di diritto, essendosi verificata una delle ipotesi previste dal citato art.11 del D.Lgs. n. 235/2012». Il provvedimento del Prefetto di Bari è stato inviato al Comune di Scilla per la notifica all’organo che ha convalidato l’elezione. Seguirà, dunque, la surroga di Mollica con Maria Calabrese, prima dei non eletti della lista “Uniti per cambiare”. È la terza sostituzione che il consiglio comunale di Scilla si ritrova a fare a un anno e sette mesi dalle elezioni amministrative del 2015, dopo quelle che hanno visto Pasqualina Ciccone e Domenica Patafio subentrare rispettivamente a Pietro Mangeruca (arrestato per coltivazione di sostanza stupefacente) e alla dimissionaria Loredana Delorenzo. Di certo, c’è il rischio che la sospensione di Mollica tolga verve a un civico consesso dove proprio lui è stato il solo vero oppositore della squadra di Ciccone. E l’odierno condannato, pur rispettando la sentenza, non nasconde il proprio dispiacere per questa pausa forzata. «Aspetto con fiducia che questo malinteso – dichiara Mollica – venga chiarito al più presto e che possa dimostrare la mia innocenza ed estraneità ai fatti. Spero di poter rientrare quanto prima in Consiglio per continuare a esercitare il mio ruolo di controllo e di vigilanza sull’attività amministrativa. La mia correttezza nei confronti dei cittadini e della casa comunale è risaputa, e tengo a puntualizzare che la condanna – conclude Mollica – non c’entra nulla con il Comune ma riguarda una questione personale».
fra.me.
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