Reggio non può rinunciare alla sua continuità territoriale; la Città non può permettere che si aggravi la sua condizione di isolamento, a cui si aggiungerebbero i danni all’indotto, il crollo dei livelli occupazionali (anche per gli stessi dipendenti Alitalia che vantano una formazione professionale di altissimo livello), la scomparsa degli esercizi commerciali e dei servizi che “dipendono” dall’attività aeroportuale (taxi, bar, alberghi, ristoranti, autonoleggi, servizi di rifornimento carburante, etc.).
Come Rappresentanti di un Istituto Nazionale che tutela e promuove la Natura e la Biodiversità e le risorse ambientali, esprimiamo profonda preoccupazione per la chiusura dell’Aeroporto dello Stretto, la cui evenienza soffocherebbe e svilirebbe ogni possibilità di valorizzazione del patrimonio naturalistico, storico-culturale e archeologico della Città Metropolitana e della Calabria intera. L’abbandono dello scalo reggino da parte di Alitalia avrebbe gravissime ripercussioni sul sistema economico di un territorio che di per sé offre ben poche opportunità economiche e occupazionali, si tratterebbe di un evento quasi calamitoso, un impoverimento in termini economici e sociali di una gravità estrema.
Il nostro Aeroporto, nel corso dell’anno 2016, tra partenze e arrivi ha mobilitato circa 500.000; l’indice di riempimento dei voli ha superato l’80% collocando il nostro scalo ai primi posti della classifica nazionale.
Il nostro Aeroporto, con convenienza territoriale, è inscritto nella dimensione dello Stretto, del Mediterraneo e dell’Europa; per questo motivo ambisce a svolgere una funzione di scambio e di connessione materiale e immateriale proponendosi come snodo di flussi e di trasporti, come infrastruttura logistica che bene può inserirsi nella rete delle traiettorie commerciali e dei principali corridoi intermodali euro-mediterranei.
Il nostro Aeroporto, pertanto, può essere funzionale al Sistema Italia e al Mezzogiorno in quanto “piattaforma strategica” all’interno dello spazio europeo e mediterraneo.
Il nostro Aeroporto esige interventi di completamento della dotazione tecnologica per rispondere alle istanze di servizi alla mobilità e alla persona per un bacino potenziale di oltre 1,5 milioni di abitanti che popolano le provincie di Reggio Calabria e Messina, incluse le Isole Eolie per cui il nostro Aeroporto costituisce la più funzionale connessione.
La “catchment area” del nostro Aeroporto può aumentare attraverso la valorizzazione della rete e delle principali infrastrutture di collegamento (stazione ferroviaria, pontile per gli aliscafi, Ferrovia Jonica, SS 106, ecc.).
Alla luce di queste considerazioni chiediamo ai vertici di Alitalia di “rivedere” il Piano Industriale e di attivare una interlocuzione politica per scongiurare “l’abbandono” dello scalo e promuovere un piano di azione su scala interregionale per connettere la Città Metropolitana di Reggio alle reti europee.
Auspichiamo che la cittadinanza, le rappresentanze e le espressioni istituzionali, politiche, associazionistiche e categoriali elevino l’istanza di salvezza dell’aeroporto dello stretto.
Domenica 8 gennaio 2017, a partire dalle ore 10,00, un presidio sarà attivo presso l’aerostazione.
Il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte
Giuseppe Bombino
Il Presidente della Comunità del Parco
Giuseppe Zampogna
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