Ogni volta che giunge la notizia dello scioglimento di qualche Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, leggo commenti e reazioni che, a mio avviso, non fanno altro che avvalorare la bontà del provvedimento amministrativo.
Certamente lo scioglimento di un Civico Consesso per infiltrazione mafiosa pesa sui cittadini della comunità coinvolta, la quale quasi sempre è portata a credere alle motivazioni esposte dai politici interessati e finisce col dimenticare eventuali interventi giudiziari che hanno preceduto l’atto amministrativo.
Sicuramente preoccupa il fatto che nel giro di soli dieci giorni la provincia di Reggio Calabria abbia avuto lo scioglimento di ben quattro Consigli comunali per infiltrazione mafiosa (Canolo, Gioia Tauro, Laureana di Borrello e Bova Marina), ma ciò dovrebbe far meditare ciascuno di noi, piuttosto che lasciarci andare a pensieri negativi contro il Ministro dell’Interno del momento. Andrebbe sempre ricordato che nessun Ministro dell’Interno può proporre all’intero Consiglio dei Ministri, e poi far ratificare dal Presidente della Repubblica, lo scioglimento di qualsiasi Ente locale, se la stessa proposta non è supportata da una valida relazione che ne contenga le accertate motivazioni.
Va chiesta insistentemente la modifica della norma in questione in modo che possano essere assunti provvedimenti sul personale amministrativo e dirigente (in particolare su quello degli Uffici Tecnici) resosi responsabile, insieme alla parte politica, delle collusioni con i mafiosi. Occorre prevedere il divieto assoluto della ricandidatura di tutti coloro che avevano incarichi di Giunta o di consigliere (maggioranza o opposizione) e che risultano in qualche modo coinvolti nella relazione d’accesso. Dovrebbe essere nominata una terna commissariale con poteri straordinari e che con coraggio intervenga per irrompere su tutto ciò che di negativo emerge dalla relazione d’accesso.
Ai responsabili dei vari Partiti o Movimenti politici, nessuno escluso, dico di finirla con l’alibi della solita cantilena “la responsabilità è personale” (troppo comodo!!!!). Tutti coloro che decidono di scendere in campo e proporsi per amministrare la cosa pubblica e quindi la vita di intere Comunità dovrebbero responsabilmente proporsi con liste elettorali la cui composizione non venga effettuata sulla valutazione quantitativa del risultato elettorale, bensì su quella qualitativa e che sia indicativa della volontà di agire, se eletti, all’insegna della massima trasparenza e sostituendo l’Antimafia dei fatti a quella delle parole e dell’apparenza.
On. Angela Napoli
Presidente RISVEGLIO IDEALE
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