VILLA SAN GIOVANNI – Antonio Salvatore Ciccone ci crede. Almeno così è sembrato, a sentirlo parlare in occasione della chiusura della campagna elettorale. Un commosso pensiero per Valeria Morabito, cui è stato dedicato un minuto di silenzio, e poi il via al discorso dell’aspirante sindaco di “Villa Riparte”. Un Ciccone più determinato del solito, quello visto ieri nella centralissima piazza Valsesia. Davanti a una platea dai numeri non eccezionali, anche considerando che in campo c’era l’unico partito ufficialmente organizzato in città, Salvatore Ciccone è comunque apparso carico al punto giusto in vista dell’appuntamento di domenica. E, stavolta, non le ha mandate a dire ai suoi avversari, diretti e indiretti. «La nostra campagna elettorale – ha esordito – è stata improntata sul rispetto delle parti. Il nostro è un programma ben fatto, non un copia incolla; evito di fare commenti su quelli degli altri, che hanno anche errori grossolani. Il nostro programma è l’unico che ha una visione d città, non è un insieme di numeri e frasi fatte. Noi abbiamo un candidato a sindaco scelto dalla coalizione, e questo è un valore aggiunto; negli altri casi il candidato è stato scelto per “decreto familiare”». Toccati alcuni punti del suo progetto per Villa, Ciccone ha cominciato con le bacchettate: «Ora basta con le offese, con gli attacchi. Ci sta un po’ di ironia, ma le offese no! Gli attributi ce li abbiamo pure noi!». E ha rincarato la dose nei confronti di Siclari e Aragona: «Non è accettabile – ha tuonato Ciccone – che si voti un sindaco che non può essere eletto! Ma perché candidarsi a tutti i costi, perché?! Sul piano etico e morale lo condanno totalmente! Dice che fa pagare la tassa alle navi – ha continuato Ciccone parlando di Siclari – e questa è improvvisazione! Non si può prendere in giro la città, ora basta, hanno governato nove anni, è il turno nostro! Onestà, passione e competenza, su questi valori ci confronteremo sia da vincitori che da opposizione, perché noi siamo abituati anche a fare opposizione! Siamo riusciti lo stesso a fare la lista, nonostante i colpi bassi. Io con queste persone – ha detto entusiasta Ciccone – sono ringiovanito, mi sto divertendo! Un centrosinistra allargato, per questo ringrazio chi si è unito a noi. Altro che inciucio, qui c’è gente che ha rinunciato alla poltrona, nessuno di loro sa se sarà rieletto e meritano rispetto! Per quanto riguarda Aragona – ha dichiarato Ciccone richiamando la storia politico-amministrativa del leader di “Impegno in Comune” e le sue presunte eredità negative in fatto di bilancio comunale – avrei apprezzato se avesse candidato un figlio, un nipote». Poi ha concluso: «Noi ci ispiriamo al modello morale delle regole, e non improvvisiamo. Io non ho una gerarchia familiare a Villa, la mia è una storia di lavoro, nel partito e nei quartieri». Un Ciccone «trasformato», come ha notato e fatto notare anche il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà che ha invitato gli altri a farsi da parte: «Non possiamo accettare lezioni da chi ha avuto l’onore e l’onere di amministrare già Villa, da chi ha avuto la possibilità di cambiare in meglio la città e non l’ha fatto! Un sindaco che viene sospeso come fa a spiegare ai suoi cittadini che è bloccato, che è fermo, perché è fermo l’indirizzo politico?». Il primo cittadino di Reggio è dunque ritornato sui temi che lo accomunano a Ciccone, parlando di trasparenza, rigore, affermazione dei diritti, solidarietà uguaglianza giustizia, legalità e, soprattutto, lavoro. «Dobbiamo andare a Roma e sbattere i pugni per politiche occupazionali serie sul nostro territorio, dobbiamo avere una voce unica, per questo dobbiamo costruire con Villa e gli altri comuni un senso di comunità che ci faccia perseguire l’obiettivo», ha spronato Falcomatà meritando gli applausi della piazza. Che così sembra avergli perdonato due gaffe in una serata sola: prima quel “Pasqualino Ciccone” (sindaco di Scilla) rivolto a Salvatore Ciccone, e poi quel “siamo davanti al municipio” indicando la scuola primaria “Giovanni XXIII”.
Prog. lista nr.3 – Villa riparte –
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