VILLA SAN GIOVANNI – Nel corso del primo consiglio comunale dell’era Siclari/Richichi, i consiglieri democratici Salvatore Ciccone e Lina Vilardi, eletti nella Lista Villa Riparte, hanno sollevato «nuovi profili di illegittimità relativi alla costituzione del Civico Consesso che si aggiungono a quelli pendenti e relativi alla “sospensione” Siclari e alla nullità degli atti posti in essere dal “sindaco sospeso, in primis l’atto di nomina del vicesindaco ed odierno facenti funzioni Mariagrazia Richichi».
«La pregiudiziale presentata, che ha la forma di un quesito di legittimità rivolto al Segretario Comunale e al Prefetto, – viene spiegato in un comunicato stampa – verte sul fatto che il ‘consiglio comunale’ – che in alcune situazioni può essere considerato alla stregua di un ‘collegio imperfetto’ (a causa di dimissioni, sospensioni, impedimenti di alcuni dei suoi componenti, ecc…) – deve essere all’atto dell’insediamento, in forza del dettato normativo, un ‘collegio perfetto’, completo numericamente e qualitativamente nei suoi componenti previsti dalla normativa. Se è vero infatti che gli organi politici possono esercitare le funzioni in assenza del numero assegnato, per effetto delle cause sopra indicate, è pur vero che in fase di insediamento l’organo consiliare deve essere composto secondo le prescrizioni normative per poter essere considerato pienamente operativo.
Al fine di tutelare l’Istituzione e la legittimità degli atti posti in essere, i consiglieri democratici hanno chiesto la sospensione dei lavori, l’invio del quesito alla Prefettura ed una nuova convocazione solo quando la questione sarà decisa. Al fronte del mancato accoglimento di tale proposta di buon senso i consiglieri di opposizione hanno abbandonato l’aula; lo stesso hanno fatto i due consiglieri della Lista Aragona.
Hanno deciso, invece, di stare in aula e di avvalorare con la presenza della consigliera Gioè l’operato della maggioranza i “Cinque Stelle”, – ammonisce il Pd – palesando chiaramente l’occasionalismo estremo delle proprie posizioni politiche, tutte giocate tra la vuota retorica pseudo rivoluzionaria nel momento elettorale e la chiara disponibilità a giocare un ruolo di “stampella” del potere una volta giunti nelle sedi istituzionali».
Di seguito, in grassetto, il documento completo presentato da Ciccone e Vilardi:
Egregio Sindaco f.f. / Segretario Generale,
prima di procedere pongo una questione pregiudiziale relativa alla composizione di questo Consiglio Comunale. E’ pregiudiziale in quanto ritengo sussistano le condizioni perché questo Consiglio sia impossibilitato ad operare in conformità alle disposizioni legislative vigenti. Premetto che la censura non riguarda la nomina del Vice Sindaco, tra l’altro già oggetto di un’interrogazione parlamentare, di quesiti, e richieste di chiarimenti in corso sull’argomento, ma è riferita alla regolare composizione del Civico Consesso. La questione, oltre a porre un problema di carattere politico di non poco conto, ne palesa uno giuridico di assoluta rilevanza. Infatti, le disposizioni in materia di enti locali, prevedono espressamente la composizione e l’attribuzione dei componenti per ogni consiglio comunale in base al numero degli abitanti, nella fattispecie, a Villa San Giovanni spettano 16 consiglieri più il Sindaco eletto. Pertanto, allo stato dei fatti, in ragione della intervenuta sospensione del sindaco, insostituibile in quanto tale, ci troviamo di fronte ad un Consiglio composto da 15 consiglieri + un Sindaco, tra l’altro, facente funzioni.
Da ciò ne discende che questa composizione, illegittima per effetto della Legge Severino, e, badate bene, non per fatti oggettivamente rilevabili, quali la mancanza di candidati o liste dalle quali attingere componenti, o altri impedimenti, creerebbe una situazione che metterebbe a repentaglio il regolare svolgimento delle attività consiliari determinando uno scenario in cui tutti gli atti assunti dal consiglio risulterebbero nulli.
Nel caso specifico, se è vero che il ‘consiglio comunale’ – in alcune situazioni – può essere considerato alla stregua di un ‘collegio imperfetto’ (a causa di dimissioni, sospensioni, impedimenti di alcuni dei suoi componenti, ecc…), è altrettanto vero, in forza del dettato normativo, che all’ insediamento del primo consiglio, quest’ultimo debba avere le caratteristiche del ‘collegio perfetto’. Se è vero infatti che gli organi politici possono esercitare le funzioni in assenza del numero assegnato, per effetto delle cause sopra indicate, è pur vero che in fase di insediamento l’organo consiliare deve essere composto secondo le prescrizioni normative per poter essere considerato pienamente operativo.
Questo è ancor più rilevante se si considera che, se si dovesse procedere con questa composizione, per eleggere il Presidente del Consiglio basterebbe una maggioranza inferiore rispetto a quella prevista dalla legge, determinandosi un’ effettiva violazione delle regole sui quorum e sulla corretta elezione dei membri di governo dell’ente comunale.
Ciò detto, il Consiglio deve considerarsi sottoposto ad un “regime misto”, nel senso che nella fase di insediamento segue le regole del ‘collegio perfetto’, mentre nella fase successiva, trovano applicazione le regole del ‘collegio imperfetto’. Tra l’altro, se così non fosse, allora vorrebbe dire che le norme sugli enti locali che ‘assegnano’ il numero dei consiglieri comunali ad ogni singolo comune sarebbero prive di efficacia.
Chiedo pertanto, al Sindaco f.f. di prendere atto di quanto appena esposto, e invito il Segretario Generale, ‘notaio’ dell’ istituzione comunale e responsabile della legittimità degli atti e delle procedure amministrative assunte, a sospendere la seduta, in questa fase, allegare il presente documento al verbale e trasmetterli immediatamente alla Prefettura, affinché la stessa si determini in merito alla questione presentata.
Tale atto si impone per due ordini di motivi; il primo riguarda il dovere che abbiamo nei confronti della nostra comunità, di scemare ogni dubbio sulla legittimità del Consiglio Comunale; il secondo è quello che non possiamo permetterci di compiere atti fondamentali per i cittadini di Villa San Giovanni, con il rischio concreto che gli stessi, come precedentemente paventato, possano essere dichiarati nulli. Né tantomeno – e qui mi rivolgo in particolar modo al Segretario Generale – si può valutare l’ipotesi di continuare in attesa del responso della Prefettura, dal momento che, in ogni caso, c’è sempre il rischio di compiere atti che comporterebbero conseguenze penali e contabili per i consiglieri che li votano e per gli amministratori che li avallano.
In conclusione, è importante capire, e solo l’organo di governo può farlo, se il Consiglio così composto sia nella piena facoltà giuridica per svolgere la propria attività politica ed amministrativa. Dunque ribadisco il mio appello, affinché questa seduta venga sospesa, e chiedo di allegare il presente documento al verbale per essere tempestivamente inviati alla Prefettura di Reggio Calabria.
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