SCILLA – È calato un silenzio assordante sulla vicenda della commissione d’accesso al Comune. Insediatisi ormai da più di una settimana a palazzo San Rocco, gli “007” della Prefettura, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri saranno impegnati per i prossimi tre mesi – ed eventualmente per gli altri tre seguenti, a seconda di una proroga o meno dell’ispezione – a spulciare tra gli atti amministrativi degli ultimi anni per valutare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nella casa municipale. Un fulmine a ciel sereno per Scilla, per i suoi abitanti e, soprattutto, per l’amministrazione guidata dal sindaco Pasqualino Ciccone. Pare, infatti, che l‘accesso antimafia abbia colto un po’ tutti di sorpresa, nonostante alcune vicende scottanti confluite in denunce e azioni giudiziarie. Il sindaco Ciccone tace, ma lo fa solo su questo argomento. Per il resto, almeno apparentemente, il primo cittadino continua a comportarsi come se nulla fosse accaduto. Sul canale Facebook che utilizza per le comunicazioni agli scillesi prosegue la rassegna delle cose fatte in oltre due anni di governo del paese, con l’immancabile slogan “Scilla che cambia” a corredare l’autocelebrazione per i risultati raggiunti. Basterà per rasserenare una comunità che teme di essere commissariata per mafia? No, è chiaro. Perché è ovvio che gli scillesi siano col fiato sospeso e lo saranno fino alla decisione finale sulle sorti del Consiglio comunale eletto solo 26 mesi fa. Uno stato d’animo normale, che non può che peggiorare alla luce della scelta (per ora) del sindaco di non commentare il fatto odierno. Una scelta che lo vede in “buona” compagnia, della sua maggioranza e, fatta eccezione per Domenico Mollica, della minoranza. Per non parlare, poi, dell’improvviso silenzio calato all’interno dei gruppi social scillesi. A parte qualche timida reazione, bocche cucite sull’accesso antimafia e riflettori puntati su altro. Insomma, la gente è preoccupata ma resta a guardare, non reclamando spiegazioni e rassicurazioni. Delude anche il mondo associazionistico, che a Scilla ha vissuto stagioni decisamente migliori. Pensare che sarebbero bastate poche e semplici parole – da parte del sindaco in primis – per alleggerire la tensione, per infondere fiducia e ottimismo al fine di affrontare i prossimi 3 (o 6) mesi in un clima più disteso. E invece si è preferito continuare a parlare di altro. Come se cambiare significasse solo annunciare lavori e tagliare nastri. Il vero cambiamento è, prima di tutto, un problema di mentalità, un fatto culturale. E, soprattutto in certi momenti e situazioni, il silenzio è il sintomo numero uno di una mentalità dura a morire.
Francesca Meduri
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