«La scuola elementare di Pezzo, a Villa San Giovanni, rimarrà ancora chiusa chissà per quanto tempo. Alunni, genitori e docenti, dopo anni di attesa, dovranno quindi sopportare altri disagi; e questo senza che da parte dell’amministrazione comunale sia stato predisposto un piano per la risoluzione definitiva del problema». È quanto afferma la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle Milena Gioè.
«I lavori di consolidamento sismico dell’istituto – continua – furono consegnati nel giugno 2015 e si sarebbero dovuti concludere entro il dicembre successivo. Ma l’approvazione di alcune varianti e le dimissioni del primo direttore dei lavori (liquidato senza aver raggiunto l’obiettivo) hanno rallentato fortemente il programma iniziale. In risposta a una mia specifica interrogazione, il sindaco facente funzioni, Maria Grazia Richichi, ha riferito inoltre che la Direzione dei lavori, lo scorso aprile, ha comunicato la necessità di effettuare prove sugli ammortizzatori prima del loro inserimento nei nodi. A questo bisogna poi aggiungere la sospensione arbitraria portata avanti dall’associazione temporanea di imprese aggiudicataria, che ha spinto l’amministrazione a procedere con la risoluzione del contratto. Dovranno essere perciò nuovamente interpellati i soggetti che avevano partecipato alla procedura di gara iniziale, al fine di stipulare un nuovo contratto per l’affidamento dei lavori».
«Nella sua risposta all’interrogazione – spiega Gioè –, il sindaco Richichi ha specificato che, prima della consegna della scuola a studenti e docenti, bisognerà quindi attendere i tempi del nuovo affidamento, da avviare dopo l’adozione della determina di rescissione del contratto, i 90 giorni per l’ultimazione dell’appalto in corso più gli altri 150 per i lavori di completamento e di finitura necessari».
«Tutto questo – conclude la consigliera del M5S di Villa San Giovanni – significa che, almeno per altri 8-10 mesi, l’istituto di Pezzo sarà un cantiere aperto e che un altro anno scolastico passerà tra mille disagi per alunni e insegnanti. E così ad andare in fumo sono le opportunità garantite dai fondi europei, senza che sia ancora chiaro di chi siano le responsabilità per questo stato di cose».
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