Rifiutare ogni commistione con la sottocultura ‘ndranghetista. A margine dell’affissione dei santini in Rosarno

4 Settembre 2017
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REGGIO CALABRIA – Di seguito il comunicato della Prefettura: L’effigie della Madonna di Polsi affissa in Rosarno sulla serranda di un supermercato in disuso proprio davanti all’abitazione dove vive la vedova del defunto capo della cosca Pesce lascia attoniti. Cosa può spingere ad un simile gesto, specie se posto in essere al rientro da una visita ad uno dei luoghi più sacri della Calabria in occasione delle celebrazioni mariane del 2 settembre?

Il gesto, al di là degli evidenti aspetti di sacrilega profanazione , si inserisce nel contesto di una infima cultura criminale che tenta di riaffermarsi o di attingere consenso sociale di fronte ad una società civile anche dopo le numerose ed importanti operazioni della magistratura e delle forze di polizia che hanno fortemente inciso e destabilizzato gli assetti della ‘ndrangheta in quel territorio , di cui il prefetto Michele di Bari ribadisce la profonda gratitudine .

Già nell’incontro svoltosi a Polsi il 3 luglio scorso, promosso dal Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, i Vescovi presenti hanno con forza ribadito la distanza abissale e la totale antinomia tra la Fede e le logiche mafiose.

Nessun malinteso senso della tradizione può sostenere senza tradire il significato più profondo della spiritualità cristiana e della stessa storia religiosa della Calabria.

In quella circostanza , è emersa in tutta la sua evidenza la necessità di attribuire al Santuario di Polsi la sua funzione religiosa di richiamo ai valori evangelici di pace, di giustizia, di non violenza.

Come ebbe a dire lo stesso Ministro dell’Interno Minniti , presente all’incontro , “Nel nome di Dio non si può giustificare la guerra e la violenza in quanto Dio le esclude entrambe. La partita contro la mafia si vince non solo con la prevenzione e la repressione, ma anche combattendo contro l’uso distorto dei simboli religiosi” ed ancora “La ‘ndrangheta viola la fede e cancella l’onore ed è, inoltre, il nemico mortale di una società che si definisce libera”.

L’episodio di Rosarno dimostra che occorre ulteriormente potenziare le attività di prevenzione e contrasto alle organizzazioni criminali, rafforzando anche gli interventi di diffusione di una sana cultura della legalità e di un’etica sociale, umana , religiosa e di pacifica convivenza.

E l’elevazione della compagnia Carabinieri a Comando Gruppo Carabinieri in Gioia Tauro concorrerà certamente ad assicurare una più incisiva azione di controllo del territorio .

Il deprecabile episodio offre, comunque, chiara indicazione dell’importanza di educare, in specie i giovani, al pieno rispetto della libertà e dignità umana , nel rifiuto di ogni ambigua commistione con la  ‘Ndrangheta .

E’ per tale ragione che il Prefetto di Reggio Calabria ha convocato in via straordinaria ed urgente una Riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica

per un approfondimento e per una forte condanna di quanto accaduto in Rosarno, cui hanno partecipato, oltre ai Responsabili provinciali delle Forze di Polizia, il Procuratore Distrettuale della Repubblica, dott. Cafiero De Rhao ed il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi , dott. Ottavio Sferlazza, nonché il Sindaco di Rosarno, avv. Giuseppe Idà.

Il Prefetto Michele di Bari ha espresso la sua ferma condanna, rappresentando che l’episodio, in sé già deprecabile mistificazione della fede mariana ed atto blasfemo , sarà attentamente valutato dagli organi inquirenti per accertare ogni profilo di responsabilità.

“Non è tollerabile, ha sostenuto Il Prefetto, che persone possano mistificare o strumentalizzare espressioni della fede cristiana per conseguire obiettivi di consenso sociale o di riverenza o riconoscimento a famiglie di ‘ndrangheta che tanto male hanno portato al territorio”.

In proposito , il Procuratore Distrettuale della Repubblica di Reggio Calabria ed il Procuratore della Repubblica di Palmi hanno assicurato massima attenzione, evidenziando come pubbliche ostentazioni di potere criminale per il loro carattere intimidatorio non sfuggono assolutamente all’attento vaglio giudiziario.

Il sindaco di Rosarno non ha mancato di esprimere una dura disapprovazione sull’accaduto .

Eventi del genere non vanno, dunque, assolutamente sottovalutati, costituiscono anzi una ulteriore spinta verso un più forte impegno sociale, civile e culturale in un momento in cui lo Stato giorno dopo giorno consolida l’azione di contrasto alla ‘ndrangheta ed agli illeciti interessi criminali delle sue organizzazioni , conseguendo enormi risultati.

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