VILLA SAN GIOVANNI – Di seguito il comunicato stampa diffuso sabato 16 settembre 2017 dal gruppo consiliare “Impegno in Comune”, a firma di Mimmo Aragona e Cristian Aragona:
Verrà presentata nella mattinata di lunedì prossimo l’interrogazione a risposta scritta, rivolta alla sindaca di Villa San Giovanni, sul tema delle attività legali che l’Ente delega, ovviamente, a numerosi professionisti e che ora l’Ente stesso definisce «caotiche, disorganiche e poco efficienti».
Un’affermazione che ha suscitato indignate reazioni da parte degli avvocati che hanno, in questi anni, ricevuto incarichi dal Comune villese e che ha fatto reagire la politica anche per le ingenti somme impegnate dal Comune per dirimere controversie o per difendersi in tribunale.
Le affermazioni contenute nella delibera nr.17 del25 agosto scorso, sono in parte offensive per la categoria e in parte lo sono per la città, soprattutto per le cifre ingenti investite dal Comune che, per come viene riportato in Delibera, avrebbe di fatto subito un danno anche economico da prestazioni che – si rileva – non sarebbero state all’altezza.
Ma a mortificazione si aggiunge mortificazione, laddove viene decisa non solo la revoca di una “procedura aperta” per la costituzione, previa selezione, di un Ufficio Legale ma si stabilisce un compenso pari alla metà dei “minimi tariffari”, senza che e emerga e si citino atti accertativi di eventuali responsabilità.
Il dubbio che emerge dalle affermazioni contenute nella delibera, è che si stia tentando di nascondere comportamenti professionali disdicevoli, punendo un’intera categoria e condannandola ad una “prestazione” al ribasso che non potrà che determinare un ulteriore degrado delle attività professionale prestata. Il tutto senza avere preventivamente preso contatti con l’Ordine Professionale e senza avere comunicato nulla al Consiglio Comunale che rappresenta la voce e le orecchie della città.
Sorprende altresì, che nella ricerca della trasparenza e della legalità, le procedure di selezione preesistenti siano state sostituite da procedure molto discutibili che prevedono, persino, un colloquio con l’attuale sindaca che, quand’anche fosse a lei attribuibile, in materia legale non sembra avere alcuna competenza. A meno che, ma questo non si rileva in delibera, tale procedura non sia riservata a professionisti in età geriatrica.
Di seguito, in grassetto, il testo della suddetta interrogazione a risposta scritta:
Premesso che:
con la delibera 17 del 25 agosto 2017, la giunta ha disposto la razionalizzazione della spesa per il contenzioso revocando la procedura ad evidenza pubblica per la costituzione di un ufficio legale deliberata dalla Giunta con delibera 38/2016 e successiva determina 176/2016, motivando la scelta con “l’impossibilità di fatto di portarla a compimento”. Nella stessa delibera si legge che si ritiene “opportuno sostituirla con nuove procedure”;
La delibera di cui si tratta revoca con efficacia immediata la precedente delibera del C.S 1/2017 con ogni conseguente atto e in particolare dell’elenco degli avvocati vigente, dando a motivazione che alcuni dei 29 legali sono in posizione di conflitto di interesse con l’ente” e che “la spesa per il contenzioso è sovradimensionata e le prestazioni fornite all’ente sono caotiche, disorganiche e poco efficienti”;
Tali gravissime affermazioni – che certamente ella dirà non essere riferibili ai legali senza dire a chi fossero riferiti – nell’offendere di fatto una categoria di lavoratori, non risolve ben altri criteri che la nuova deliberazione intende mortificare, dal momento che come Ella ben sa (o dovrebbe sapere) la prestazione legale garantisce la prestazione ma non la volontà del patrocinio, atteso che essa dipende dalla valutazione di un organo terzo;
Diversamente ed è questo il dubbio, da quanto si legge in delibera, se trattasi di “prestazioni professionali caotiche, disorganiche e poco efficienti, con una spesa per il contenzioso sovradimensionata” deve e può presumersi certamente una responsabilità politico- amministrativa dell’Ente e forse secondariamente una responsabilità di natura professionale di ogni singolo professionista che ha prestato la propria opera.
- quale azione sia stata intrapresa per portare a compimento la procedura ad evidenza pubblica per la costituzione di un ufficio legale da parte di quest’Amministrazione e se le pratiche già avviate dalla passata amministrazione siano state rinnovate al fine di verificare “l’impossibilità di fatto” delle stesse”;
- quali siano le ragioni della scelta della nuova procedura che prevede non già una selezione da parte di una commissione terza, ma una selezione diretta da parte del rappresentante legale dell’ente che sarà onerato della valutazione e comparazione dei curricula ed, eventualmente, anche del colloquio orale dei professionisti partecipanti, con ciò già segnando un minus di imparzialità, trasparenza, proporzionalità e pubblicità”;
- quali provvedimenti siano stati intrapresi nei confronti degli avvocati inseriti nella short list di cui alla delibera C.S. 1/2017 che abbiano fornito all’ente “prestazioni caotiche, disorganiche e poco efficienti” e chi abbia proceduto (e con quale atto) alla valutazione della qualità dei servizi forniti dagli avvocati di cui alla short list;
- quali sono stati gli effettivi impegni di spesa del settore contenzioso nel quinquennio 2012-2017 per l’assistenza e rappresentanza legale dell’Ente e/o per consulenze legali con indicazione complessiva dettagliata per ogni singolo anno e con indicazione di ogni singola voce di spesa liquidata?
- se la scelta di procedere, anche se “per il tempo strettamente necessario” all’affidamento diretto degli incarichi da parte Sua sia la soluzione più consona a garantire economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità, fini tutti analiticamente indicati in delibera, o piuttosto sempre per il raggiungimento di tali fini la scelta non dovesse essere quella di una short list con un sistema di sistema di affidamento di incarico per specifica competenza, essendo già prefissato il quantum;
- se la determinazione dei compensi onnicomprensivi pari alla metà dei minimi tariffari sia frutto di una comparazione di interessi e si coniughi con ulteriori valutazioni tali da evitare una concorrenza che possa tradursi nell’offerta di prestazioni al ribasso, con il rischio di un peggioramento della loro qualità.
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