VILLA SAN GIOVANNI – «La scadenza per utilizzare i finanziamenti è il 31 dicembre 2017, i tempi sono ristretti e non possiamo perdere neppure un giorno». È una necessità impellente quella che ha spinto il commissario prefettizio Vittorio Saladino a imprimere un’accelerata alla realizzazione delle opere del Decreto Emergenza, molo di sottoflutto e polmone di stoccaggio in primis.
E infatti, a poco meno di un mese dal suo insediamento a palazzo San Giovanni, illustra i passaggi attuati per provare a centrare un obiettivo di vitale importanza per la cittadina dello Stretto. Sia per il molo di sottoflutto che per il polmone si registrano importanti novità, sebbene sia ancora troppo presto per esultare.
Saladino è cauto ma fiducioso, perché così gli suggerisce l’impegno che sta profondendo a questa causa.
Fa il punto della situazione cominciando dal molo di sottoflutto, opera sbloccata dalla coalizione di governo “LeAli per Villa” in continuità con l’input precedentemente dato dall’ex commissario Iorio. «L’impresa sta lavorando – spiega Saladino parlando del molo di sottoflutto – Abbiamo sollecitato la Capitaneria di Porto per i lavori a mare, che sono ripresi. Quindi – prosegue Saladino – abbiamo chiesto l’autorizzazione alla Regione Calabria per gli interventi di dragaggio e di ripascimento: se la Regione risponde celermente, siamo certi di definire il tutto entro il 31 dicembre. Dovremmo farcela».
Più complicato il “caso” del polmone di stoccaggio, che alla vigilia della sentenza del Tar ha suscitato un vero e proprio vespaio di polemiche tra gli opposti schieramenti politici. C’è da ultimare il polmone piccolo e, poi, quello grande. Riuscirci entro la fine del 2017 sembra impresa pressoché impossibile, ma il commissario Saladino conta di salvare i fondi “impegnandoli” tramite il completamento dell’iter per la ripresa dei lavori.
Il polmone di stoccaggio, che Saladino preferisce chiamare semplicemente “area di sosta per mezzi pesanti”, è fermo dal 2003. E dal volto del commissario prefettizio trapelano rammarico e perplessità per tutto il tempo che si è perso; anni e anni in cui la città è stata privata di due polmoni fondamentali per farla respirare, per alleggerirla dagli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico causato dal passaggio dei mezzi pesanti da e per la Sicilia.
Adesso non resta che sperare che l’iter ripreso da Saladino proceda senza intoppi. «È stato riconfermato – fa sapere – l’incarico all’Anas per la progettazione e la direzione dei lavori, ed è stato designato il Rup (Responsabile unico del procedimento) nella persona dell’ingegnere Francesco Morabito, tecnico comunale».
Sempre sul polmone di stoccaggio, il commissario aggiunge: «È stata deliberata la transazione con l’impresa appaltatrice dei lavori, ossia con il curatore fallimentare subentrato alla stessa. Ovviamente, la transazione deriva dalla decisione del giudice che si è occupato della vertenza: 225 mila euro da versare alla ditta fallita, importo scaturito da una consulenza d’ufficio (Ctu). Entro novembre la transazione sarà firmata dal curatore fallimentare e, una volta liquidata la ditta, si passerà alla convocazione delle imprese classificatesi seconda e terza nella gara d’appalto, per sapere se accettano di realizzare i lavori alle condizioni contrattuali originarie. È chiaro che ho pochi mesi a a disposizione, ma se si dimostra al Dipartimento ministeriale che si impegnano i soldi – conclude ottimista Saladino – si salvaguarda il finanziamento».
Francesca Meduri
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