VILLA SAN GIOVANNI. Corrado Alvaro e la sua terra alla Belle Epoque con la relazione della Prof. Lucisano

6 Novembre 2017
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di DOMENICO CRIMI

VILLA SAN GIOVANNI – Il circolo culturale Belle Epoque ha ricordato il grande letterato Corrado Alvaro. È stata la professoressa Mila Lucisano a fare una puntuale relazione sulla vita e le opere dello scrittore ed intellettuale calabrese, apprezzato in Italia. Un ritratto di Guttuso lo mostra rilassato e con sullo sfondo il paese di San Luca, suo paese natale, fondato dai Bizantini nel 1592 col nome di Potamia, cioè fiume. Fu sede di monaci bizantini che hanno lasciato culti e toponimi vari. Una volta vi si arrivava a piedi o a cavallo. “Alvaro  mitizza il sito, raccontando per immagini”.  Egli nasce a San Luca nel 1895 da un maestro elementare, che ivi fondò una scuola per contadini. Il giovane Corrado dopo le elementari fu mandato dal padre nel convitto a Mondragone, in una scuola di elite di Gesuiti, da dove fu espulso perché leggeva testi socialisti. Allora andò nel vicino collegio di Amelia, ove approfondì i suoi studi, scrisse poesie, rilasciò interviste. Andò in guerra nel 1915 a San Michele del Carso. Scrisse sul Carlino a Bologna e fu a Parigi come inviato de “Il Mondo”. Frequentò nel ’19 Pirandello e iniziò a scrivere. Dopo la seconda Guerra Mondiale si stabilì a Roma, ove morì nel ’56 e fu sepolto al Verano. San Luca, paesino di 2000 anime, era povero e molti erano gli analfabeti. Si viveva in un mondo ancestrale e feudale, ma del quale Alvaro era innamorato. Non era bella la vita dei pastori in Aspromonte che vivevano in case di fango. Una forte emigrazione, che Alvaro definisce come una “dolorosa emorragia,” portò dal 1876 al 1905 ad emigrare 478.000 calabresi, un terzo dei calabresi di inizio secolo e fra di essi numerosi abitanti di San Luca. Forte è la Memoria di Corrado di San Luca, ma il rapporto col suo paese che tanto amava non fu facile e dopo il ’41 non vi ritornò più, per non sciupare il suo bel ricordo dell’ Aspromonte,  che raccontò, ma con rancore contro la classe dirigente. Fra le sue opere  si ricordano i racconti “L’amata alla finestra”, “Gente in Aspromonte”, “Mastrangelina”, Tutto è accaduto”.

 

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