REGGIO. Randagismo, scoppia protesta: “Volontari stremati”

28 Novembre 2017
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“Chi ci segue ormai da quasi 2 anni, da quando cioè abbiamo cominciato questo lungo cammino – scrive in una nota Roberta Riso, responsabile regionale de LFCA – sa che il nostro gruppo si è mosso in più sedi istituzionali della città cercando in ogni modo di lanciare con delle provocazioni e degli incontri una linea di demarcazione con il passato, con l’obiettivo di dare dignità al Canile di Mortara rimettendolo nelle condizioni di essere attivo in ogni suo ambito. Ma da quando abbiamo iniziato, ad eccezione dell’equipe veterinaria diretta dal Dott. Marroni che ha dimostrato grande sensibilità verso il problema e continua solitario questa battaglia, abbiamo sempre riscontrato un enorme muro di gomma e di complicità tacita da parte di ASP e Comune nell’insabbiare la vicenda”.

“Ci chiediamo perché la Conferenza dei Sindaci – che avrebbe potuto individuare i poli sanitari da riaprire e decidere in merito al dissequestro dei canili calabresi – non sia mai stata convocata ad oggi. Ancora tutto tace e come sempre il Sindaco ha fatto cadere l’argomento nell’oblio, proprio lui che invece tanto promise per i randagi durante la sua campagna elettorale”.

“Senza convocazione della Conferenza dei Sindaci – prosegue Roberta Riso – tutti gli obiettivi assunti, come quello di attivare la macchina per l’accalappiamento dei cani randagi rimane un’utopia. Mentre ci disinteressiamo dei volantinaggi strumentali degli antagonisti contro di noi e delle loro inutili digressioni sui social, continuiamo a chiedere che il canile venga ammodernato, che le sterilizzazioni e la chippatura dei cani diventino legge e che per il rispetto dei randagi vengano applicate le giuste sanzioni”.

“Inoltre, a noi interessano anche le tasche dei reggini che senza saperlo si vedono privati di trecentomila euro dalle casse del Comune ancora non utilizzati per problemi burocratici, per colpa di individui che non hanno mai rispettato le scadenza promesse a parole. Ai volontari, e a tutti i cittadini – conclude la responsabile de La Foresta che Avanza – chiediamo di unirsi alla nostra protesta per gli animali e per il Canile di Mortara: non possiamo continuare a recuperare anime morenti e mettere mano ai nostri portafogli già svuotati dalla mancanza di lavoro e dalla crisi economica”.

 

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