VILLA SAN GIOVANNI – È il dott. Salvatore Oriente, medico di base e oncologo, a rompere il silenzio sulla vicenda dell’ex Villalandia e, in particolare, sui veri motivi che ne hanno determinato la chiusura. Se la politica, le istituzioni e le associazioni tacciono, il noto professionista villese si espone senza mezzi termini: «Non posso stare zitto di fronte al grido di dolore della cara concittadina Patrizia Liberto e quindi – scrive l’oncologo nella nota inviata a Villaedintorni – esprimo la mia (e spero anche quella delle altre persone perbene) piena solidarietà per quanto da lei subito. Una città ormai in mano al malaffare ed allo strapotere mafioso – prosegue amaro Oriente – ci soffoca (insieme al mortale inquinamento!). Confido nelle forze dell’ordine e nella magistratura per una “bonifica” del territorio. E non si crucci della spazzatura che altri porci ammassano in prossimità del suo ex “Eldorado”, – conclude il dott. Oriente – perché solo questo sanno esprimere le mezze figure incipriate».
I riflettori sull’ex Villalandia si sono riaccesi dopo una segnalazione di Villaedintorni sullo stato di degrado creatosi attorno alla struttura dell’ex asilo. Puntuale la replica di Patrizia Liberto, che di seguito riproponiamo: «Abbiamo appreso tramite questa testata giornalistica la situazione di degrado che fuori dalla nostra ex Villalandia si è venuta a creare e naturalmente riteniamo necessario fare chiarezza sulle reali motivazioni che hanno determinato la chiusura, che sono molto personali. Quel luogo ha rappresentato tanto per bambini e famiglie della nostra città, un centro ludico forse unico nel suo genere, ogni dettaglio era scrupolosamente curato, abbiamo impegnato enormi risorse economiche per renderlo ciò che era, accessibile a tutti, anche ai bimbi diversamente abili. Purtroppo ci si ritrova senza sapere perché, ad affrontare una realtà difficile, un territorio abbandonato alla mercé di uomini privi di spina dorsale, che un giorno decidono di distruggere il tuo strano modo di affrontare la vita, il tuo voler vedere tutto un mondo a colori e dipingerlo con il nero della cenere, distruggendo ciò che tu con sacrificio e grande umiltà hai costruito. Era settembre dello scorso anno quando arriva il primo dispiacere di sapere che il tuo pulmino non c’è più, bruciato, un cumulo di cenere e ferro. Passano sei mesi è la notte tra il 7 e l’8 marzo e ti svegliano in piena notte per dirti che la tua macchina sta bruciando, e anche lì non puoi fare nulla solo assistere impotente, ma non finisce qui perché passano ancora sei mesi e di nuovo il suono del campanello che fa paura, perché di notte non è mai per un banale motivo che qualcuno suona al tuo campanello, lì ad assistere nuovamente impotente andare in fumo tutti i sacrifici ed i bellissimi ricordi passati su quella barca. Ci sono momenti nella vita in cui dici basta, adesso non ho la forza di andare avanti, avverti la necessità di ritrovare la serenità familiare che qualcuno ha deciso di toglierti, la domanda più frequente è se mai potremo vivere una Città normale, visto che ad oggi purtroppo non è così e se mai potremo credere o sperare in qualcosa di diverso. Per quanto riguarda i rifiuti ci attiveremo per farli rimuovere nella speranza che la cosa non si ripeta più».
Queste, dunque, le parole che hanno suscitato la reazione del dott. Oriente, che ha ritenuto doveroso intervenire con un messaggio di solidarietà delineando, al contempo, un quadro davvero preoccupante della situazione in atto a Villa San Giovanni.
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