Ignorare tali interlocutori (quali l’Osservatorio sul disagio io abitativo) significa disconoscere non solo gli innumerevoli tentativi di (difficile) dialogo con le istituzioni, le cui risposte si rivelano spesso insoddisfacenti, ma anche il diritto ad essere rappresentati per donne e uomini che altrimenti affogherebbero letteralmente in un abbandono istituzionale foriero di scenari di ingiustizia sociale.
Ne sono esempi lampanti l’indegna situazione in cui versa la “Polveriera”, a Reggio Calabria, dove gli abitanti vivono in condizioni da terzo mondo, lontani dalle luci del centro città; o i cronici ritardi da parte dell’Amministrazione Comunale nello scorrimento delle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari (rispetto a cui, solo grazie all’azione instancabile del sopra citato Osservatorio, si è recentemente prodotta un’accelerazione).
ll patrimonio edilizio (pubblico e privato) inutilizzato nella provincia/città di Reggio Calabria è il più alto d’Italia. Se tale dato non viene considerato, ogni discussione sulla “questione casa” parte da una prospettiva distorta che evolve solo in un’ingiusta criminalizzazione degli occupanti, inclusi coloro che sono stati spinti dalla disperazione a compiere questa scelta, mentre tante case popolari continuano ad essere “legalmente” nella disponibilità di chi non ne ha più diritto, e questo solamente grazie alle colpevoli mancanze delle istituzioni tenute a vigilare.
Non possiamo che constatare come tale approccio sia totalmente in linea con il paradigma securitario dell’ordine pubblico, attraverso cui è stata gestita negli ultimi anni la marginalità sociale. La recente legge Minniti, che introduce dispositivi quali il Daspo urbano e l’allontanamento coatto dei poveri dal centro città, va esattamente in questa direzione. L’attuale tarda stagione neoliberista non si limita a smantellare gli ultimi brandelli di sicurezza sociale, ma introduce nuove configurazioni di quello che è stato efficacemente definito Stato penale, volto a reprimere lo scontento e le azioni politiche “dal basso” dovuti all’estensione di sempre maggiori squilibri e asimmetrie sociali. Per legittimare tali operazioni ci si trincera sempre dietro la retorica del decoro, ritenuto minacciato dalle manifestazioni pubbliche della povertà e del disagio.
Per questo come Potere al Popolo! – Reggio Calabria saremo presenti al presidio indetto da Osservatorio sul Disagio Abitativo, Reggio Non Tace, Collettiva Autonomia e i cittadini e le cittadine che attendono da anni un alloggio, per giorno 24 gennaio dalle ore 9,30 a Palazzo S. Giorgio. Il presidio si terrà in concomitanza con il Consiglio Comunale in cui si discuterà l’approvazione del regolamento per l’assegnazione in deroga degli alloggi popolari. Auspichiamo che le prossime occasioni di confronto in sede istituzionale siano caratterizzate da un approccio meno auto-referenziale, in modo da tentare un avvicinamento alla vita reale delle donne e degli uomini che abitano, tra mille difficoltà, e quindi con enorme decoro, la nostra terra.”
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