VILLA SAN GIOVANNI. Fontana Vecchia, soddisfazione unanime tra i protagonisti del restauro. FOTOGALLERY

14 Aprile 2018
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VILLA SAN GIOVANNI – Di seguito il comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio dal Comune di Villa San Giovanni Servizio Affari Ist. Uff. Stampa- UO Gabinetto, a firma del responsabile Saro Bellè:

Moderata dal giornalista Saro Bellè, alla presenza del Sindaco f.f., degli Assessori e dei tecnici si è tenuta, nel salone Rocco Antonio Caracciolo, la conferenza stampa per il restauro conservativo della Fontana Vecchia per la quale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza di Reggio Calabria ha posto il Vincolo storico – artistico. L’Amministrazione Comunale di Villa San Giovanni, nell’intento di valorizzare il patrimonio comunale, avviava con delibera di G.C. n° 147 del 13/09/2013, l’iter per il restauro conservativo del bene storico, previo accertamento dell’effettivo titolo di proprietà affidato all’Architetto Cinzia Basile.

Si è avuto modo di accertare che una prima fontana era stata eretta nel Comune di Villa San Giovanni nel 1792 per ordine del Re, per il benessere della popolazione e l’utilizzo dello Stabilimento della seta della famiglia Caracciolo, a spese della Università di Fiumara di Muro (Villa San Giovanni) per il costo di Ducati 1580, grane 73 e colli 8, e dei Fratelli Caracciolo per il costo di Ducati 526, grane 91 e colli 4. A beneficio del Comune di Villa San Giovanni sarebbe rimasto il diritto di attingere acqua per bere, per cucinare e per abbeverare gli animali. E, al contrario, lo scolo di detta Fontana sarebbe rimasto a beneficio della famiglia Caracciolo, e il diritto di attingere acqua della medesima Fontana mediante una “margarita” posta di dietro per uso loro proprio privato. Pertanto la fontana è stata realizzata soprattutto per pubblica utilità.

Il 18 Gennaio 1827 si otteneva definitivamente la distinzione tra l’acqua pubblica del Comune di Villa San Giovanni e quella per uso privato della famiglia Caracciolo. Il Consiglio di Intendenza (Consiglio di Prefettura della Calabria) decideva che le acque dovevano essere divise per 4/5 (3/4) di proprietà del Comune di Villa San Giovanni e 1/5 (1/4) di proprietà della famiglia Caracciolo. Veniva stabilito che le suddette 4/5 parti di acqua rimanessero in perpetua proprietà del Comune e si facessero scorrere ad un Fonte con canale aperto, in modo che gli abitanti potessero usufruirne in qualsiasi momento e che l’intero scolo (acqua in eccesso) dei suddetti 4/5 parti di acqua, insieme alla quinta parte delle acque di detta Fontana, rimanessero proprietà dei Fratelli Caracciolo, per l’uso della loro filanda. Per eseguire la divisione suddetta il Comune di Villa San Giovanni faceva realizzare un nuovo Bottesco, ed una seconda Fontana allo stesso livello e contiguo alla Fonte che all’epoca esisteva sulla proprietà Caracciolo, dando incarico della progettazione nel 1829 all’Ing. S. Calabrò.

La tipologia architettonica e gli elementi architettonici e costruttivi significativi della Fontana monumentale ci riconducono alla forma del tempietto greco. Sono ben chiari infatti il frontone con il timpano in cui è collocata una iscrizione lapidea, l’arco e i piedritti, la semicupola e l’esedra o incavo in cui è collocata la vasca con il nasone, sul quale sono state rinvenute le fattezze del volto e dei capelli di una figura femminile, il basamento e i gradini di accesso alla fontana.  

Il 23 maggio 1862 il Consiglio Comunale a maggioranza di voti deliberava che, per le necessità della popolazione, il Comune acquistasse dai fratelli Signori Francesco e Michelangelo Caracciolo la quarta parte dell’unica e pubblica fontana, mediante corrispondente indennità a favore dei Signori Caracciolo, e stabiliva per loro esclusivo uso soltanto l’intero scolo dell’acqua (acque in eccesso) della fontana medesima. Tale deliberazione veniva approvata dal Prefetto della Calabria Palamolla il 26 Maggio 1862.

Dopo aver accertato la proprietà della Fontana, l’Amministrazione Comunale di Villa San Giovanni affidava ai progettisti Arch. Cinzia Basile e Maria Tripepi, l’incarico del Rilievo, accatastamento e la progettazione del restauro conservativo della Fontana Vecchia e con Delibera della Giunta Comunale n. 148 del 16/11/2015 veniva approvata la progettazione preliminare del bene storico Fontana Vecchia. In data 30.12.2015 il Responsabile dell’Ufficio Tecnico Ing. Francesco Morabito, ha trasmesso il progetto definitivo al Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenza per le Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia ottenendo parere favorevole. Da parte dei tecnici incaricati si procedeva alla progettazione esecutiva e, previo nuovo parere favorevole della Sovrintendenza, si eseguiva il procedimento di gara. I Direttori dei lavori consegnavano i lavori all’Impresa Miredil S.r.l. per l’importo complessivo di € 40.974,97. Dopo varie vicissitudini, riguardanti la meticolosità di scelta dei materiali da impiegare e le analisi da effettuare, i lavori sono stati completati in questi giorni.

Soddisfazione del Sindaco f.f. Maria Grazia Richichi, che nel ringraziare i tecnici architetti Cinzia Basile e Maria Tripepi, i Responsabili Procedimento della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Reggio Calabria, Arch. Roberta Filocamo e Arch. Dario Dattilo e il Responsabile del Procedimento Ing. Francesco Morabito, del Settore Tecnico Urbanistico di Villa San Giovanni “si pregia di consegnare alla città il Bene storico “Fontana Vecchia”, mediante un intervento di restauro conservativo, che ha riportato alla luce la lucentezza dei materiali originali, conservando e consolidando, l’identità del manufatto storico e l’apparato murario, dopo un lungo iter burocratico iniziato con l’Amministrazione La Valle nel 2013, proseguito con l’Amministrazione Messina nel 2015 e concluso con l’Amministrazione Siclari nel 2018”.

Interviene, di seguito, l’arch. Cinzia Basile, Progettista e direttore dei lavori: “Il restauro conservativo, si lega all’attività teorica dell’intellettuale inglese John Ruskin, il quale teorizza che un edificio deve essere conservato così come la storia ce lo ha consegnato, con tutte le modifiche e alterazioni intervenute nel corso del tempo. In pratica il fine principale del restauro è consentire la conservazione di ciò che è autentico di un’opera, senza alcuna intenzione di ripristino di uno stato iniziale. È prioritario salvaguardare ciò che di un’opera può essere considerato documento storico, sia della sua genesi, sia della sua storia successiva. Questo principio vuole affermare che bisogna evitare di intervenire sull’immagine di un’opera, per renderla magari più gradevole o adeguata al gusto dei propri tempi. Il restauro deve limitarsi a interventi sulla parte materiale dell’opera, senza modificarne in alcun modo l’aspetto nel quale l’opera ci è giunta. Un altro aspetto ritenuto essenziale nella pratica del restauro conservativo è la riconoscibilità dell’intervento. In sostanza qualsiasi intervento oggi operato su un’opera deve essere riconoscibile, così da poter distinguere in ogni caso ciò che è autentico, da ciò che noi abbiamo integrato nell’opera per garantirne la sopravvivenza e la conservazione futura”.

Prosegue l’Arch. Maria Tripepi, Progettista e direttore dei lavori: “Dopo un’attenta analisi storica condotta sui documenti dell’archivio di Stato di Reggio Calabria, si è passati alla compilazione del modulo anagrafico identificativo, che comprende descrizione morfologica della struttura fisica della costruzione, della tipologia degli elementi architettonici e costruttivi e l’individuazione degli elementi di pregio. Successivamente si è passati all’attenta osservazione del manufatto, ossia la sua analisi “a vista”, che ha permesso di individuare i diversi fenomeni degenerativi in atto negli elementi, le modifiche che un materiale lapideo subisce con il passare del tempo ad opera degli agenti chimici, fisici, biologici. In seguito le necessarie analisi di laboratorio e le fasi del restauro conservativo consistenti in pulitura, consolidamento ed integrazioni, nonché la protezione di tutte le superfici”.

Conclude il Responsabile del Procedimento Ing. Francesco Morabito: “In questo primo intervento si è cercato di non operare in materia traumatica e generalizzata, garantendo vita al monumento sempre con operazioni minimali, puntuali e finalizzate. Avendo sempre cura di mettere in risalto la nuova integrazione rispetto la muratura esistente, per materiale, forma colore e tecnica applicativa, esclusivamente nelle zone maggiormente degradate. Quando possibile sarebbe opportuno procedere con il secondo stralcio funzionale del progetto che prevede la realizzazione della piazzetta antistante la Fontana”.

 

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