di FRANCESCA MEDURI
VILLA SAN GIOVANNI – Restano coerenti e non fanno retromarcia Antonio Salvatore Ciccone e Lina Vilardi, consiglieri comunali del Partito democratico. Appoggiati in toto dal loro partito eccoli sferrare nuovamente l’offensiva nella vicenda della sospensione del sindaco eletto Giovanni Siclari: con la riassunzione del ricorso al Tar aprono infatti un nuovo capitolo dopo quello – scritto dal Consiglio di Stato – che ha restituito pieni poteri alla giunta guidata dal sindaco facente funzioni Maria Grazia Richichi. Nessun accanimento, né tantomeno rancore e invidia per il risultato elettorale che, quasi un anno fa, ha premiato “LeAli per Villa”. La questione è un’altra, e i due consiglieri dem la ribadiscono – e chiariscono – in conferenza stampa, nella sede di via Nazionale.
A scaldare i motori ci pensa il responsabile della comunicazione Enzo Musolino: «La riassunzione al Tar – precisa subito in merito all’azione promossa da Ciccone e Vilardi – è un’iniziativa approvata all’unanimità dal circolo del Pd villese, per motivi che riguardano la politica e il diritto, gli stessi motivi del ricorso: la necessità di avere una pronuncia definitiva sui limiti del potere. Solo questo». Una necessità divenuta impellente all’indomani delle scorse elezioni comunali: «La città – aggiunge Musolino, parlando a nome del Pd locale – merita un sindaco nella pienezza dei propri poteri e delle proprie funzioni. Di chi è la colpa, la responsabilità, se oggi non è così?». Dunque, il Pd rilancia e insiste sulla «certezza del diritto», rispedendo ai mittenti gli inviti a rispettare il risultato elettorale: «Non c’entra il consenso ottenuto, e non si tratta di essere contro l’amministrazione – puntualizza e conclude Musolino – A questo punto il Pd è l’unica opposizione presente in città, e non solo dal punto di vista delle azioni giuridiche».
A rafforzare le ragioni della riassunzione al Tar è, quindi, il capogruppo dem Antonio Salvatore Ciccone: «Il Consiglio di Stato non ha deciso nel merito della illegittimità o meno degli atti posti in essere dal sindaco sospeso ma, limitandosi a censurare il rito utilizzato, ha invitato gli interessati a riassumere la domanda – con il rito ordinario – nuovamente al Tar. Il Pd ha inteso proseguire nella strada intrapresa che ha un unico obiettivo: ristabilire lo Stato di diritto, tutelare il principio di legalità, stimolare un intervento di Giustizia». Quindi la puntualizzazione sul «problema politico di fronte al quale il Pd – continua il consigliere comunale – non ha ceduto alla velata richiesta di acquiescenza ma ha esercitato il proprio dovere di controllo di legalità chiedendo l’intervento della Magistratura per chiarire i poteri di un “sindaco dimezzato”». Ciccone non ha dubbi sulla bontà dell’agire dei democratici: «Questo dovevamo e abbiamo fatto, in quanto – prosegue – unica forza di opposizione presente in città, unico baluardo a tutela di chi non si sente rappresentato da un sistema che sempre di più punta al destino dei singoli e non della collettività». Infine, una certezza «nel mare di incertezza in cui le ormai ex “Ali per Villa” ci hanno condotto», e cioè che «noi democratici e riformisti villesi – conclude Ciccone – possiamo ancora una volta garantire come faro e obiettivo politico-amministrativo: nessuno sconto sull’applicazione del Diritto, nessun passo indietro nella realizzazione del principio di Giustizia, e massima attenzione per la tutela delle nostre istituzioni cittadine».
Altrettanto determinata Lina Vilardi: «Sarebbe stato indecoroso non continuare il percorso iniziato assieme a tantissimi altri. Oggi siamo rimasti solo in due firmatari, più altri che avrebbero firmato se ne avessero avuto diritto. Ciò ci fa onore, e rende onore al grande risultato ottenuto dal Prof. Caracciolo (avvocato dei ricorrenti contro Siclari, ndr)». E a quanti continuano a storcere il muso e a criticare le mosse legali del Pd Vilardi ribadisce: «Non andiamo contro qualcuno, c’è gente che, volutamente, non vuole capire il significato di questo nostro obiettivo, che non è subdolo accanimento! Abbiamo voluto rappresentare quella parte di cittadini, la maggioranza, che ci chiedono di andare avanti per una certezza amministrativa, nel rispetto della legalità».
Spiegate le ragioni della riassunzione al Tar i due consiglieri del Pd non si sottraggono alle domande dei giornalisti, a cominciare dal “forfait” dei consiglieri Mimmo e Cristian Aragona, due firme “di punta” del primo ricorso al Tar: «Non è un problema nostro la posizione degli Aragona, l’ho detto che in questo momento l’opposizione è rappresentata solo dal Pd. Certo, sono moralmente dispiaciuto», risponde Ciccone trovando pienamente d’accordo la compagna di gruppo e di partito. Allo stesso modo, sempre sollecitato dalla stampa, il consigliere dem si esprime sull’attuale condizione politico-amministrativa e sul futuro di Villa San Giovanni aprendo a un laboratorio di idee per la realizzazione di un progetto che abbia al centro la visione della città, un progetto che guardi agli interessi collettivi e non personali. Ciò che, a detta di Ciccone, al momento non esiste. Come non esiste, sostiene rammaricato, «un’interlocuzione politica» durante i lavori del consiglio comunale, forse anche per la presenza di tanti esordienti. Per non parlare – fa notare Vilardi – del mancato coinvolgimento della minoranza su temi importanti, che approdano in Aula senza il passaggio nelle relative Commissioni consiliari.
Insomma, al di là dell’odierno ricorso al Tar, permangono le perplessità del Pd sull’operato e sull’atteggiamento della coalizione di maggioranza. Ed esattamente come per la causa davanti alla giustizia amministrativa il Pd proseguirà per la propria strada anche nell’affrontare i vari ordini del giorno: «Continuiamo, senza eccessivi clamori ma con il dono della coerenza. Continueremo così, finché dura: 1 mese, 2 anni, 4 anni: le nostre posizioni sono queste anche per il futuro», assicura Ciccone.
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