Giovedì 10 maggio presso il salone della sede di Campo Calabro è stao promosso, in occasione della festa della mamma, un convegno aperto al dibattito, moderato da Francesco Scopelliti, giornalista di “In–cammino.com”, con varie esponenti dell’attività associativa e politica del mondo femminile.
Hanno preso parte al convegno dal titolo “La forza delle donne”, organizzato congiuntamente al Centro Italiano Femminile provinciale di Reggio Calabria, alla comunità di accoglienza ONLUS dell’arcidiocesi e alla cooperativa sociale “Sole Insieme”, l’assessore comunale di Campo Calabro alla programmazione economica e comunitaria, Annalisa Cappelleri.
L’iniziativa, dopo tanti anni che Nuova Solidarietà celebra la “donna in festa”, si apre con i saluti del Presidente Scopelliti “Diverse donne – irraccontabili per la bellezza dei gesti di solidarietà – sono state e sono ancora partecipi delle attività associative, dalla pronta accoglienza alle gite e i pellegrinaggi con gli anziani di Campo Calabro, Catona e dintorni”.
L’assessore Cappelleri portando i saluti dell’amministrazione comunale di Campo Calabro, fa un augurio particolare alle donne ‘instancabili mamme, lavoratrici, sempre pronte all’innovazione e fonte di risorsa per la comunità’.
All’evento presente la presidente del CIF di Campo Calabro Maria Calabrò, la quale ha evidenziato il fatto che le donne si siano da sempre contraddistinte per la loro forza dalla rivendicazione del diritto di voto alle problematiche che oggi caratterizzano la scena sociale: “Abitare il tempo, impegnandoci in prima persona secondo i valori di sempre” – questa la tematica lanciata dal Cif nazionale che sul territorio deve dare voce alle donne per costruire e preservare i valori di giustizia sociale.
Tra gli interventi programmati, Nadia Modafferi, psicologa volontaria dell’ONLUS dell’arcidiocesi di Reggio Calabria, la quale ha esposto le attività della casa accoglienza nata successivamente alla legge sull’aborto, il centro “Castellini” che accoglie le donne con varie problematiche, dagli sfratti alle donne vittime di violenza.
“La violenza sulle donne ha oggi sicuramente maggiore attenzione mediatica rispetto a qualche anno fa, è quindi necessaria la collaborazione con i servizi sociali con i vari consultori della provincia tramite vari progetti di reinserimento sociale, collegamento essenziale per fare un lavoro di rete con le istituzioni” – continua la dottoressa – “Nasce così il progetto “Incipit” per la tratta dello sfruttamento sessuale, delle ragazze straniere che con forti promesse vengono portate in Italia e fatte prostituire,vi è inoltre una rete nazionale con il ministero delle pari opportunità per il reinserimento sociale in Italia, che non deve essere mai fatto sullo stesso territorio dove è conosciuta l’utente”.
Presente anche Denise Ensignia, responsabile della “Casa della donna” creata dal CIF a Reggio Calabria nel 2007: “Le donne che chiedono un aiuto al 1522, il numero verde di emergenza per ottenere tramite appuntamento la figura del legale, la psicologa che con le varie educatrici analizzano i casi singoli delle donne che si presentano”. Nel centro viene effettuata una prima accoglienza delle donne vittime di violenza accompagnate dalle forze dell’ordine, vi è difatti un protocollo d’intesa con la prefettura. L’ affollamento di ragazze straniere, vittime di stupri e costrette alla prostituzione, svolgono nel centro attività ludico- sportive con laboratori e assistenza scolastica e corsi di lingua italiana. È presente un centro d’ascolto delle problematiche sempre collegato al centralino nazionale.
Carmen Nucera, vice presidente di “Sole Insieme” racconta la nascita della cooperativa nel 2014 sul territorio di Reggio Calabria – Un’impresa sociale tutta al femminile, fatta di madri sole senza lavoro, aiutate concretamente con un percorso formativo attuato dalla rete “madre bambino” insieme alle istituzioni. “Le donne si recavano presso i centri d’ascolto chiedendo un aiuto per andare avanti ,abbiamo pensato alla loro valorizzazione tramite una risposta concreta al disagio, dapprima tramite un’impresa di pulizie, successivamente l’assistenza domiciliare per anziani e ora, grazie ai bandi del Comune di Reggio Calabria , abbiamo dato vita ad un vero e proprio laboratorio sartoriale, da un bene confiscato alla mafia.”
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