di FRANCESCA MEDURI
VILLA SAN GIOVANNI – A una maggioranza unita non ci crede più nessuno. L’ultima seduta del consiglio comunale ha ulteriormente dimostrato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, che dentro la coalizione vincitrice delle amministrative di un anno fa – di recente confluita nell’unico gruppo consiliare “Centrodestra villese” – non è tutto rose e fiori come, invece, la squadra “LeAli per Villa”, del sindaco eletto Giovanni Siclari, ha spesso tentato di far credere attraverso comunicati stampa che hanno messo tutti d’accordo solo sulla carta. La realtà è un’altra, e racconta di una spaccatura che persiste anche nel gruppo unico guidato dalla leghista Francesca Porpiglia. Non tanto per una questione di idee, quanto bensì per una questione di rivalità politica e impegni disattesi, senza trascurare i giochi per le candidature alle politiche del 4 marzo scorso. Almeno sembra. Un quadro che, dunque, non pare poi tanto diverso da quello delineatosi all’indomani delle elezioni comunali e della formazione della giunta Richichi. Già allora, infatti, era sembrata chiara la distanza tra il gruppo forzista espressione dell’ex assessore Lorenzo Micari (Ciccarello, Labate, Sofi) e il resto della maggioranza e dell’esecutivo, sia per ragioni legate alla nomina degli assessori (vista la difficoltà a scegliere solo uno dei tre consiglieri eletti, la corrente forzista di Micari optava per l’esterna Loria) sia per la costituzione, a cura di altri quattro consiglieri forzisti, di un gruppo consiliare ufficiale di Forza Italia che, di fatto, sorprendeva, ed escludeva, i consiglieri di Micari aprendo, così, il tormentone sull’esistenza di due gruppi Fi. A seguire, le note vicende giudiziarie e i relativi capovolgimenti di fronte: dall’arrivo del commissario Saladino al nuovo insediamento del Consiglio, occasione per Ciccarello, Labate e Sofi di maturare la “vendetta” con la costituzione del loro gruppo forzista, fino al reintegro della Richichi e della giunta e alla ridefinizione dei gruppi, con la nascita del “Centrodestra villese” e la dichiarazione di una maggioranza «rinforzata e unita». Tanto che qualcuno ci ha creduto davvero, fino a quando i fatti hanno (ri) detto altro. E qui si ritorna alla recente riunione del civico consesso e, nello specifico, alla mozione per il mantenimento della sede della Polizia Stradale presentata dai consiglieri Ciccarello, Labate e Sofi i quali, sposando l’iniziativa dell’ex assessore Micari, autore di una missiva indirizzata al ministro Marco Minniti, hanno chiesto l’immediata approvazione di quanto segue: «Il Consiglio comunale si esprime in modo favorevole – recita la parte conclusiva della mozione – affinché la città di Villa San Giovanni continui ad avere sul proprio territorio il presidio della Polizia Stradale dando mandato al legale rappresentante del Comune ad interfacciarsi con il Governo e con le Istituzioni al fine di trovare soluzioni, a breve e a lungo termine, che consentano alla città di continuare ad avere il presidio della Polizia Stradale che, in sinergia con altri presidi militari presenti sul territorio, ha sempre garantito legalità, sicurezza e controllo, diritti fondamentali per tutti i cittadini». Ma ecco il richiamo che nessuno si aspettava alla luce di una maggioranza «rinforzata e unita», quello al regolamento del Consiglio da parte del presidente Nino Giustra che, recependo la richiesta, ha provato a mettere un punto fermo davanti all’assemblea sovrana: «La mozione potrà essere portata ai voti nella prossima seduta». Tanto è bastato a creare un clima di indecisione e imbarazzo nella maggioranza, che non si è disteso nemmeno con l’intervento della capogruppo Porpiglia a favore della sede Polstrada. Tanti volti tesi e in difficoltà, ognuno a cercare l’approvazione o il consenso dell’altro, non hanno fatto demordere Liz Ciccarello: «Presidente, si tratta di una questione urgente che non può essere rinviata», la sua replica a Giustra. A darle manforte anche la minoranza, con il consigliere Mimmo Aragona che ha evidenziato la bontà della mozione e la sovranità del Consiglio rispetto alle prassi del regolamento. Fatto sta che, incredibilmente, l’indecisione non si è esaurita e, per giungere a una determinazione, il “Centrodestra villese” si è preso una pausa di diversi minuti. Una riunione di maggioranza che non deve essere stata tranquillissima, considerando i volti scuri e contrariati di Liz Ciccarello e Giuseppe Sofi nel momento in cui sono ricomparsi nell’aula consiliare. Poi sono rientrati tutti gli altri e i lavori del consiglio sono ripartiti, con Giustra che è tornato a richiamare il regolamento facendo affidamento sul segretario comunale Francesco Gangemi. Che ha sì confermato le ragioni del presidente, ma ha altresì sottolineato che, davanti al consiglio sovrano, non c’è regolamento che tenga. Niente scuse, quindi, per l’area della maggioranza non riconducibile a Micari, la cui titubanza di fronte alla mozione di Ciccarello, Sofi e Labate ha destato non poche perplessità. Viste le parole del “Centrodestra villese” a sostegno della Polstrada, verrebbe davvero da credere che il problema sia stato quello se riconoscere o meno, ai tre consiglieri “micariani”, il merito di un’azione che, in futuro, potrebbe rivelarsi decisiva per il distaccamento della Polstrada. Alla fine, infatti, la mozione è stata approvata all’unanimità e, trattandosi appunto di una volontà espressa dall’intero consiglio comunale con un atto ufficiale, è legittimo pensare che la stessa possa rappresentare un punto di partenza importante nella battaglia per la Polstrada. Tornando, invece, al discorso sulla maggioranza, esito commissione d’accesso permettendo, sarà interessante vedere se la squadra riuscirà a trovare un reale equilibrio politico – anche in virtù della formazione della nuova giunta a cura del rientrante sindaco Giovanni Siclari – per il bene della città.
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