Con l’estate torna anche l’allarme meduse. Anzi, c’è il rischio di una vera e propria emergenza sulle coste italiane per l’arrivo, dalle acque spagnole, della velenosissima Caravella portoghese (Physalia physalis). Alcuni esemplari – riportano autorevoli giornali spagnoli – sono stati avvistati al largo di San Juan ad Alicante e della Costa del Sole, quella sulla quale si affacciano le spiagge di Malaga, la stessa Almeria e quelle dove si riversano gli abitanti di Granada, Murcia. Sui litorali italiani, comunque, altri tipi di meduse spopolano ormai da anni seminando il panico tra bagnanti e turisti. A darne conferma è stata, in vista dell’estate 2018, la dottoressa Angela Santucci, biologa marina presso l’Istituto di Scienze Marine del CNR di Lesina (Foggia), la quale ha evidenziato che negli ultimi 10 anni gli avvistamenti di meduse lungo le coste italiane sono aumentati addirittura di dieci volte. «Il nostro mare è la casa di numerose specie di meduse, sia native che aliene. Ormai ogni estate siamo a rischio a causa dell’innalzamento delle temperature globali, dei massivi traffici marittimi attraverso i canali che ci collegano con gli oceani, soprattutto quello di Suez, del depauperamento delle popolazioni di grossi pesci predatori, nonché competitori alimentari delle meduse». Alcune, arrivate dai tropici, possono essere letali. È il caso, appunto, della «velenosissima Caravella portoghese (Physalia physalis), avvistata al largo della Sicilia, della Sardegna e recentemente anche a Villa San Giovanni (Reggio Calabria) – prosegue Santucci confermando che la Caravella portoghese è già stata avvistata nei mari italiani – La medusa nei suoi lunghi tentacoli ha tossine che possono causare fortissimi dolori e anche l’arresto cardiaco nell’uomo».
Di certo qualche fastidio non da poco può essere causato anche da specie meno pericolose. Dunque è bene essere informati sul da farsi in caso di contatto con le meduse. Poche, ma utili “regole d’oro”, consiglia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” :
– non strofinare bocca e occhi;
– non lavare con acqua dolce la parte colpita: usare acqua di mare e disinfettare con bicarbonato; non usare acqua fredda o ghiaccio;
– non grattare la zona ustionata (si accelera la sostanza tossica);
– evitare impacchi con aceto o ammoniaca: è un “rimedio della nonna” del tutto inutile; anche l’uso di alcool è sconsigliato;
– non rimuovere i frammenti dei tentacoli della medusa con pinzette, ma con le mani;
– il rimedio migliore è un gel astringente al cloruro d’alluminio (in farmacia, ndr), utile anche per le punture di zanzara. Evitare pomate cortisoniche o antistaminiche.
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