Reggio C. Razzismo e disinformazione, partecipato corteo sul Corso Garibaldi

24 Giugno 2018
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di DOMENICO ARCUDI

L’argomento migranti, negli ultimi anni, è pregno di polemiche dovute senz’altro alla disinformazione e alla non corretta gestione del problema, le quali hanno generato rigurgiti di violenza nei confronti degli sfruttati piuttosto che nei confronti degli sfruttatori. Un esempio concreto e correlato alla disinformazione sul problema è stato l’omicidio del 29enne Soumaila Sacko, bracciante di origine maliana e sindacalista USB residente a San Ferdinando e fucilato a San Calogero (VV) il 2 giugno. La “colpa” di Sacko è stata quella di aver frugato in una fabbrica dismessa (e posta sotto sequestro dalle autorità) in cerca di lamiere.

Proprio durante la mattinata di sabato 23 giugno 2018, nel centralissimo Corso Garibaldi di Reggio Calabria, ha avuto luogo un corteo antirazzista organizzato dall’Unione Sindacale di Base (USB) al quale hanno partecipato due migliaia di persone in favore dei braccianti sfruttati, costretti ad accontentarsi di spiccioli e a sottostare ad un sistema che, tuttora, tende a schiacciare i diritti umani, nonostante da più di settant’anni esista già una dichiarazione universale a dover tutelare questi diritti.

Ad esprimersi, durante la manifestazione dal forte impatto sensoriale che ha riempito il celebre Corso di musica e colori, è stato il neo-dirigente sindacale USB Aboubakar Soumahoro, il quale si è pronunciato per avere verità e giustizia a favore di Sacko e per conferire diritti alla parte sana, onesta e vessata da un sistema ipocrita, complice di quello che è stato l’omicidio Sacko, che si limita a estraniarsi pronunciando patetici “elogi di Marcantonio”, ma che finisce comunque ad amnistiare i veri colpevoli.

In definitiva, il messaggio lanciato dal migliaio di presenti alla manifestazione dovrebbe essere uno spunto di riflessione ambivalente: da una parte, deve fungere come una “lezione di antirazzismo” verso chi si è fatto intortare da fake news e da chi ha riportato la realtà a suo piacimento; mentre, dall’altra, deve essere un’occasione per chi detiene il potere decisionale, i quali sono tenuti a fare il punto sullo sfruttamento dei migranti e ad offrire agli sfruttati una corretta misura dignitaria.

(Si ringrazia pertanto il prof. Antonio Verduci per la fotografia)

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