I carabinieri di Villa San Giovanni sgominano pericolosa banda criminale: 10 arresti

8 Luglio 2018
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Ieri mattina, nel territorio dei comuni di Bagnara Calabra e Sant’Eufemia d’Aspromonte, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore dott. Giovanni Bombardieri, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare, emesse rispettivamente dal Tribunale di Reggio Calabria – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari e dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari, nei confronti di:

1.      PRATICÒ Fortunato, cl. 79;

2.      CACCIOLA Fabio, cl. 76;

3.      CARATOZZOLO Vincenzo, cl. 84;

4.      LEONARDIS Antonino, cl. 72;

5.      LEONARDIS Rosario, cl. 47;

6.      PERRELLO Rocco, cl. 68;

7.      PRATICÒ Fabio, cl. 85;

8.      SCARCELLA Domenico, cl. 84;

9.      P.R., cl. 02;

10.  LEONARDIS Samantha, cl. 80

sottoposti alle misure della custodia in carcere (da n. 1 a 8) e nell’istituto penale per minori (il n. 9), nonché agli arresti domiciliari (il n. 10).

I destinatari dell’ordinanza sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, minaccia aggravata, danneggiamento seguito da incendio, danneggiamento, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma da sparo, con l’aggravante del cosiddetto “metodo mafioso”.

L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l’epilogo di un’articolata attività investigativa, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria – Sost. Proc. dott. Walter Ignazitto e dott. Diego Capece Minutolo – che ha permesso di comprovare l’esistenza e l’operatività di un sodalizio criminale composto da pregiudicati bagnaroti, dedito principalmente al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, che ricorrevano sistematicamente all’intimidazione violenta e armata per perseguire i propri interessi illeciti ed affermare la propria capacità di “controllo” mafioso nel territorio di riferimento.

Le indagini sono state avviate nel 2017 a seguito di uno specifico episodio delittuoso: nel pomeriggio dell’8 agosto, a Bagnara Calabra, sono stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco in direzione dell’abitazione del Comandante f.f. della locale Polizia municipale. Gli approfondimenti investigativi sull’episodio, già di per sé estremamente grave ed inquietante, hanno permesso di mettere in luce cointeressenze criminali di assoluto rilievo e di ricondurre a tali cointeressenze una serie di reiterate condotte delittuose, altamente spregiudicate, culminate in un tentato omicidio.

Con specifico riferimento all’intimidazione nei confronti del Comandante della polizia locale di Bagnara, gli accertamenti scientifici dei Carabinieri del R.I.S. di Messina e le ulteriori attività investigative, anche di natura tecnica, hanno consentito di individuare esattamente il responsabile dell’azione delittuosa nell’indagato PRATICÒ Fortunato – persona con precedenti specifici per i reati di minaccia aggravata e detenzione di sostanze stupefacenti – ricostruendo in modo dettagliato la dinamica e i motivi sottesi al grave atto minatorio.

In particolare, l’azione delittuosa è stata decisa e perseguita da PRATICÒ Fortunato in relazione ad alcuni contrasti sorti nell’ambito dell’attività istituzionale svolta dalla Polizia locale di Bagnara e riconducibili all’attività di controllo svolta a carico di alcuni venditori ambulanti, i cui interessi erano solitamente perorati da altri soggetti che, pur non essendo direttamente coinvolti nelle attività commerciali, si erano spesso presentati, quasi fossero dei protettori, durante i controlli o negli uffici della Polizia municipale chiedendo spiegazioni sulle ragioni delle verifiche.

La progressione delle attività investigative ha poi permesso di delineare lo spessore criminale del PRATICÒ, al vertice di un sodalizio criminale dedito allo spaccio nella “piazza” bagnarota, e della conseguente influenza delle condotte sue e dei suoi sodali nell’ambito del vissuto quotidiano della comunità di Bagnara Calabra.

Le intercettazioni, i pedinamenti e i riscontri eseguiti dai militari dell’Arma hanno permesso di delineare gli assetti dell’organizzazione, individuando quali promotori ed organizzatori PERRELLO Rocco e PRATICÒ Fortunato, quali partecipanti PRATICÒ Fabio, LEONARDIS Samantha, CARATOZZOLO Vincenzo, SCARCELLA Domenico e CACCIOLA Fabio, e l’operatività del sodalizio nel traffico di droga di diversa natura – cocaina e marijuana – approvvigionata da trafficanti pianoti per essere smerciata nella “piazza di spaccio” bagnarota.

L’epicentro del narcotraffico è stato individuato nell’abitazione di PRATICÒ Fortunato, luogo in cui avveniva un’intensa attività di spaccio che coinvolgeva anche la moglie LEONARDIS Samantha e il fratello Fabio. Inoltre, la sussistenza di un vincolo associativo stabile e permanente, destinato a durare nel tempo oltre alla realizzazione di delitti programmati, ha trovato un’inoppugnabile conferma nelle stesse parole di PERRELLO Rocco, quando quest’ultimo, nel novembre 2017, inorgoglito, faceva espresso riferimento al solido patto criminale che lo legava all’amico PRATICÒ Fortunato e alla sua famiglia, definendo la loro associazione a delinquere più efficiente della “banda della Magliana”.

Tale ostentata e sfrontata sicumera ha trovato sicuramente una sponda nella disponibilità di diverse armi e del relativo munizionamento, copiosamente accertata dalle attività tecniche, finalizzata a garantire il perseguimento degli interessi illeciti del sodalizio: PRATICÒ Fortunato e gli altri indagati hanno detenuto e ripetutamente portato in luogo pubblico almeno tre fucili e una pistola semiautomatica.

Dall’analisi delle conversazioni intercettate è emerso con esaustività che gli indagati erano soliti sia descrivere minuziosamente i vantaggi e gli svantaggi delle singole armi a loro disposizione, sia indicare precisamente su quali “obiettivi” concentrarsi e in che ordine di priorità, dicendosi pronti a sparare pur di guadagnarsi la fuga nel caso i Carabinieri li avessero sottoposti a controllo con armi o droga.

In questo senso, un riscontro alle numerose conversazioni intercorse fra gli indagati è l’arresto di PRATICÒ Fortunato, in flagranza di reato, poiché sorpreso dai Carabinieri in possesso di un fucile “a pompa” calibro 12 con matricola abrasa, avvenuto il 1° dicembre 2017. Dalla ricostruzione effettuata dai militari dell’Arma, poche ore prima della perquisizione PRATICÒ Fortunato aveva acquisito la disponibilità dell’arma, allontanandosi dal domicilio in cui era ristretto, armato e con il volto coperto da un passamontagna, con il preciso intento di uccidere una persona, allo stato non identificata, ma comunque legata all’assassinio del cugino CATALANO Francesco, ucciso in un agguato di matrice mafiosa nel 2010 a Bagnara Calabra.

In ultimo, appare significativo evidenziare come l’atteggiamento aggressivo e violento del PRATICÒ costituisse la cifra distintiva dell’intero sodalizio. Infatti, tra le svariate conversazioni intercettate appare di assoluto rilievo quella occorsa nel novembre 2017, durante la quale PERRELLO Rocco ha spiegato al suo interlocutore le modalità utilizzate per incendiare l’autovettura di MUSUMECI Giovanni, episodio risalente al 1° dicembre 2014. Gli accertamenti a suo tempo esperiti dalla polizia giudiziaria hanno trovato ampie conferme nei dettagli riferiti dal PERRELLO – uno per tutti, l’utilizzo di una “bottiglia con la benzina fatta a bomba” – riscontrando l’assoluta veridicità del narrato dell’indagato, il quale si attribuiva la paternità dell’evento delittuoso cagionato al MUSUMECI.

In sintesi, l’odierna operazione sgomina un pericoloso sodalizio criminale, determinato ad acquisire il controllo mafioso dell’area perseguendo i propri interessi illeciti nel narcotraffico e condizionando, con il sistematico ricorso all’intimidazione violenta, la vita quotidiana della comunità di Bagnara Calabra.

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