VILLA SAN GIOVANNI – Svolta vicina nelle indagini sul delitto del giudice Antonino Scopelliti? Sembra proprio così stando alle dichiarazioni odierne del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri: «Riteniamo di aver trovato, a Catania, il fucile calibro 12 con cui il 9 agosto del 1991 fu ucciso in località Piale di Villa San Giovanni il giudice Antonino Scopelliti». Il ritrovamento dell’arma del delitto risale a qualche giorno fa e apre scenari significativi affinché si faccia piena luce sull’assassinio del magistrato calabrese.
Una notizia che tinge di ulteriore speranza il clima della commemorazione del 27^ anniversario della morte del giudice, con lo Stato che rafforza e avvalora la propria presenza lanciando segnali importanti in direzione della verità e della giustizia. Ed è un gran parterre militare e istituzionale, assieme a numerosi cittadini e rappresentanti della società civile e dell’associazionismo, ad accorrere sul luogo del ricordo, davanti alla stele dedicata al “giudice solo”, proprio nel punto in cui, 27 anni fa, Scopelliti andò incontro alla morte per mano della mafia.
Ruoli e nomi delle maggiori autorità presenti vengono puntualmente scanditi da Saro Bellè, capo di gabinetto e responsabile ufficio stampa e pr del Comune di Villa San Giovanni: il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari; il governatore della Calabria Mario Oliverio; il sindaco di Reggio Calabria e della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà; il sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari con il presidente del Consiglio comunale Nino Giustra; il sindaco di Campo Calabro Rocco Alessandro Repaci; il capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale della Calabria Ugo Massimilla; il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi; il direttore marittimo della Calabria e della Basilicata Giancarlo Russo; il comandante della Legione Carabinieri Calabria Vincenzo Paticchio; il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Giuseppe Battaglia; il comandante provinciale interinale della Guardia di Finanza Agostino Brigante; il presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria Luciano Gerardis; i sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e Gaetano Paci; il sostituto procuratore generale di Reggio Calabria Alberto Cianfarini; il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri; il procuratore capo di Palmi Ottavio Sferlazza; la vicepresidente della Fincalabra e componente del consiglio nazionale forense Giulia Barberi; l’imprenditore vittima di mafia Tiberio Bentivoglio. E poi: le associazioni combattentistiche e d’arma con i presidenti regionali dell’associazione Bersaglieri e dell’associazione Marinai d’Italia; e l’associazione Ponti Pialesi con il presidente Francesco Marcianò.
La solenne cerimonia entra nel vivo con lo squillo di tromba e la deposizione delle corone d’alloro ai piedi del monumento intitolato al giudice Scopelliti, e poi via via gli interventi istituzionali in scaletta e le parole della figlia del giudice, Rosanna.
Francesca Meduri
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