VILLA SAN GIOVANNU – “OPCM 3296/2013 e ss.m.i. – Realizzazione dell’area di sosta (Autoporto) finalizzata al superamento dell’emergenza ambientale provocata dal traffico veicolare diretto e proveniente dalla Sicilia”: è l’oggetto della lettera inviata dal responsabile cittadino di Italia dei Valori, Antonio Morabito, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il senatore Danilo Toninelli. Di seguito il testo completo della missiva:
On.le Signor Ministro,
senza dilungarmi in convenevoli, Le scrivo direttamente (avendo più e più volte provato a disincagliare una questione annosa e vitale per la città di Villa San Giovanni – RC) cercando in Lei quell’interlocutore incisivo e deciso, capace di portare a soluzione una vicenda intollerabile che ha per vittima l’intera città che ha già versato troppe vite sacrificate sull’altare del profitto.
Le annoto brevi cenni:
La città di Villa San Giovanni (13.500 abitanti) è attraversata, quotidianamente, da circa 15.000 veicoli diretti o provenienti dalla Sicilia, essendo il terminale ultimo di collegamento di Ferrovie e Società Private di attraversamento con la vicina isola. Solo nel 1990 veniva infine approvato e pubblicato in G.U. un “Accordo di Programma” sottoscritto dalle competenti Autorità Ministeriali, per la realizzazione di una serie di opere e misure per “mitigare, nel miglior grado possibile” l’impatto dei fattori inquinanti. Allo stato, i veicoli impegnano il centro cittadino per raggiungere gli approdi privati con conseguente congestione del traffico e grave limitazioni alle attività economiche e, prima di tutto, con un gravissimo impatto ambientale che si riflette sull’insorgenza di neoplasie e altre gravi malattie direttamente legate ai fattori ambientali.
Le ipotesi messe in campo trovavano un freno nella Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente che, col decreto 4901/2000, prescriveva che prima di ogni altra opera avrebbe dovuto realizzarsi un “Polmone di Stoccaggio mezzi” fuori dal centro abitato, di almeno 36.000 mq (ubicato in località Castelluccio), dotato di dispositivo automatico di rilascio dei veicoli in ragione della capacità di ricezione del vettore a valle.
Tale provvedimento, finanziato con una somma pari a 44 mld di vecchie lire, restò lettera morta sino al 2001, quando il Governo Decretò, per la città di Villa San Giovanni (ed altre città italiane) l’Emergenza Ambientale riattivando i fondi – e le finalità – dell’Accordo di Programma.
In tale contesto, il Prefetto di Reggio Calabria venne nominato “Commissario Straordinario per l’attuazione delle Opere” che il 31/12/2001 il Consiglio Comunale di Villa San Giovanni aveva approvato.
Il Comitato Tecnico istituito presso la Prefettura, ignorando completamente il richiamo espresso all’Accordo di Programma, provvide a rimaneggiare il “Polmone di Stoccaggio” indicato nel Decreto VIA del Ministero dell’Ambiente, a circa 8.500 mq e ad “inventare” altre opere che avrebbero nascosto il traffico veicolare ma non l’impatto ambientale che, secondo i tecnici del Ministero per l’Ambiente, col “polmone” di 36.000 mq. Sarebbe stato ridotto di almeno il 50%.
Allo scopo di renderLe un po’ più chiara la situazione, va detto che nel corso delle diverse attività di “monitoraggio ambientale”, svolte anche da organismi indipendenti, è stata rilevata l’allarmante presenza di “benzene” in una quantità media oraria superiore a 20 microgrammi per metrocubo o PM10 in quantità tali da superare più volte la soglia di attenzione e di allarme.
Ometto tutti gli sgradevoli avvenimenti che hanno caratterizzato la vicenda, per concentrarmi sul fatto che nel 2009, incontrando appositamente il Sottosegretario agli Interni, On.le dott. Nitto Palma, allo scopo di ottenere l’assenso all’ampliamento del “Polmone”, lo stesso diede il suo nulla osta, dando il via all’iter che portò il Consiglio Comunale dell’epoca a votare un indirizzo in tal senso.
A seguito di tale indirizzo, il Governo Regionale della Calabria approvò un finanziamento di circa 9 mln di euro per la realizzazione di una “bretella di collegamento” (in zona autostradale) tra area di stoccaggio e imbarchi.
Nel 2010 fu lo stesso scrivente a redigere una nota diretta alla Regione Calabria e al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile che, con nota DPC/CG/0060858 del 03/08/2010, autorizzò l’ampiamento ed a «soprassedere» sull’opera “ampliamento sottopasso RFI”.
In tale contesto venne avviata “la difficile” opera di riprogettazione, attraverso la pratica della “concertazione” tra le Associazioni Nazionali dell’Autotrasporto e i progettisti, con la consulenza e l’indirizzo gratuito dell’Università Mediterranea – Facoltà di Ingegneria dei Trasporti – DIMET, retto dal Prof. Francesco Russo oggi Assessore (tecnico) della Regione Calabria.
Nelle more il progetto veniva nuovamente rimodulato, con il valido assenso del Prefetto di Reggio Calbria, S.E. dott. Francesco Musolino, in modo da poter anche ospitare il Distaccamento della polizia Stradale (che oggi è in procinto di essere trasferita in Reggio Calabria per ragioni che di seguito si comprenderanno).
Il 19 aprile del 2011, il progetto preliminare venne presentato, in Roma, al Sottosegretario alle Infrastrutture, On.le Giachino, con il supporto delle associazioni dell’Autotrasporto.
In data 5 Marzo 2012 il nuovo ed ampliato progetto DEFINITIVO veniva consegnato dal RUP dell’ANAS, Ing. Alberto Salutari, alla Prefettura di Reggio Calabria
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Tanto per sommi capi premesso, dal 5 marzo 2012 il progetto sparì, inghiottito nel vuoto, nonostante i plurimi, svariati e intensi tentativi, anche pubblici e per vie parlamentari, da parte di chi scrive, di sollecitarne la definizione.
A gennaio 2013, per effetto della Legge 100/2012 che apportò modifiche alla Legge 225/92, istitutiva della Protezione Civile, vennero a cessare tutte le situazioni di emergenza e la gestione passò alla competenza Comunale.
Sempre su sollecitazione e impulso dello scrivente, avendo appreso il rischio della caducazione dei finanziamenti (all’epoca ammontanti a circa 11,5 mln di euro), nel settembre 2017, di concerto con la minoranza consiliare, chiese al Prefetto di Reggio Calabria di porre a disposizione gli atti del Decreto Emergenza ricevendo, quale risposta, che gli atti «vennero a suo tempo trasferiti al Comune di Villa San Giovanni» e sollecitò per iscritto i responsabili comunali a porre a disposizione tutti gli atti.
Contestualmente venne presentata una “mozione” in Consiglio Comunale per evitare l’imminente perdita dei finanziamenti che non venne approvata per la ferma opposizione della maggioranza consiliare.
Il Comune di Villa San Giovanni, asserì di non avere alcun progetto diverso da quello che prevedeva il “Polmone” rimaneggiato a 8.500 mq.
Nel Novembre 2017, dopo un’accurata attività d’indagine, lo scrivente riuscì a venire a capo non solo del nuovo progetto firmato in originale, con copia anche digitale, ma dell’intero fascicolo compresi tutti i calcoli.
Vale qui la pena fare un breve inciso: il progetto di 8.500 mq, in fase di riprogettazione non subì una mera rimodulazione ma, con l’ampliamento, venne imposta una nuova e totale riprogettazione, prevedendo tutta una serie di servizi e opere mai prima di allora progettate.
Orbene, Signor Ministro, tralasciando responsabilità che è compito della magistratura individuare ed accertare, gli atti prodotti dal Comune di Villa San Giovanni, a ridosso della perdita dei finanziamenti, erano tutti indirizzati alla realizzazione del “polmoncino”. Un progetto che, allo stato degli atti, non era più esistente.
Anche le plurime dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale (sino a poco tempo fa sub judice di una Commissione Antimafia) graziata dal Ministro dell’Interno il giorno stesso del suo addio al Dicastero di piazza del Viminale, vanno tutte nella direzione di scongiurare la realizzazione di un Polmone – ora Autoporto – di 26.000 mq, laddove si legge, in dichiarazioni pubbliche e istituzionali, della volontà di costruire una Caserma dei Vigli del Fuoco, poi un area di sosta ecc. ecc.
Prima del termine ultimo per la perenzione del finanziamento, tuttavia, lo scrivente fece consegnare al suo predecessore, insieme ad una nota esplicativa, copia del progetto definitivo. Cui seguì la formale richiesta del Commissario Straordinario al Comune, rimodulata in ragione del rinvenimento del progetto da parte dello scrivente, immediatamente seguito dal rinvenimento dello stesso progetto definitivo da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale il quale, solo un mese prima, rispose alla Minoranza che non si era in possesso di nessun altro progetto oltre quello di 8.500 mq.
Nel gennaio 2018 venne concesso proroga al finanziamento fino al 31/12/2018.
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Tanto brevemente (si tratta di vicenda che si trascina da 28 anni) l’estrinsecarsi della questione cui, però, si aggiunge un altro esecrabile episodio, avvenuto pochi giorni fa, Sabato 11 Agosto, in coincidenza con l’esodo di ferragosto e che ha segnato il giorno peggiore della storia dell’attraversamento, con una congestione mai vista nella città di Villa San Giovanni, che ha riproposto non solo la realizzazione dell’Autoporto ma pone il problema delle responsabilità e della gestione del traffico che ha visto impegnati, le donne e gli uomini della Forze di Polizia dalle prime ore dell’11 agosto sino alla mattinata del 12 e mandato in tilt l’intera viabilità, anche interna.
Il caos assoluto e indescrivibile determinato per evidente impreparazione di chi ha redatto il “Piano d’Emergenza”, ha comportato, oltre che l’occupazione delle corsie autostradali, ben oltre la “Galleria Santa Trada”, il completo blocco del traffico nella città tenuta in ostaggio, loro malgrado, da malcapitati vacanzieri e con un aumento esponenziale dei fattori inquinanti.
Ciò posto, e senza dilungarmi oltre in odiosi dettagli che pur sempre sono disponibile a dimostrare, si chiede alla S.V. ill.ma – previe tutte le verifiche del caso (in contraddittorio) – di voler provvedere alla nomina di un Commissario col compito di avviare ad appalto la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’Autoporto così come da progetto consegnato nel marzo 2012.
Ciò appare necessario per evitare l’ulteriore imminente scadenza del 31/12/2018 delle provviste finanziarie, essendo l’opera da considerarsi di “rilevanza strategica” per l’intera Area dello Stretto e per migliorare sensibilmente attuali gravissime condizioni ambientali.
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