Da qualche giorno rifletto sulla opportunità di precisare il contenuto di un articolo di stampa, apparso su un quotidiano locale, in cui si afferma che, nell’ambito delle mie dichiarazioni rese ai Carabinieri del ROS e confluite nel processo “Gotha”, io avrei sconfessato palesemente l’amicizia con Giuseppe Scopelliti.
E non avrei ceduto alla tentazione di una risposta se non fossi emotivamente e sentimentalmente coinvolto da quanto impropriamente mi è stato attribuito.
Parlando del mio “Amico” Peppe Scopelliti ho detto che così come io stesso ero stato vittima inconsapevole di un tentativo di condizionamento ad opera di un gruppo di persone oggi attenzionate dalla Procura, anche lui potrebbe aver subito la stessa sorte (vedi pag. 17 del verbale del ROS dell’1 settembre 2016).
Nell’ambito dello stesso verbale continuo dicendo che, SE e solo se, quanto in quei giorni riportato sui quotidiani locali fosse stato vero, allora mi sarei sentito tradito.
Invero, sarebbe stato anomalo che proprio quell’Amico, che mi aveva proposto nel ruolo che rivestivo (Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte), e che MAI in 3 anni aveva interferito con la mia azione e mai ne aveva condizionato l’autonomia, potesse condividere quelle dinamiche (vedi verbale).
D’altra parte, così come risulta dal verbale, io stesso, non conoscendo bene i contorni della vicenda, di cui apprendevo le notizie unicamente dalla stampa, avevo ravvisato l’opportunità di sospendere i nostri contatti in attesa di chiarimenti sulla questione. Tali chiarimenti, peraltro, mi sono subito stati forniti nell’ambito della stessa escussione (vedi verbale a pag. 19), laddove mi veniva precisato: “a carico di Scopelliti non ci sono contestazioni”.
Leggendo testualmente questo verbale, appare chiaro, invece, come vi sia stato un tentativo di strumentalizzare le mie dichiarazioni per motivi che disconosco. Mi addolora ulteriormente il fatto che tali “interpretazioni” non abbiano tenuto conto del delicato momento che il mio Amico sta attraversando e che certamente non avranno contribuito a rendere più “lievi” le sue giornate.
Auspico, per il futuro, che chi ha il privilegio di fare informazione non si lasci andare ad acrobazie interpretative, ma si soffermi sul significato letterale di ciò che legge.
Giuseppe Bombino
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