Il rettore Salvatore Berlingò presente le novità dell’anno accademico 2018-2019. «I flussi migratori diventino opportunità per la Calabria, ma questa gente va inclusa e coesa». Nasce il quarto corso di laurea in sinergia con l’ateneo messinese
«L’Università Dante Alighieri? Se non ci fosse, bisognerebbe inventarla!». Risponde con un sorriso ed una battuta il rettore Salvatore Berlingò quando gli si domanda cosa pensi di quella creatura di cui, da molto tempo ormai, si prende cura ogni giorno. È cresciuta molto la “Dante Alighieri”, pur non perdendo mai la sua identità: essere un baluardo della multiculturalità.
«Da giugno a settembre – afferma il rettore – attiriamo più di 400 giovani stranieri che vengono da 60 paesi di tutto il mondo per studiare lingua e cultura italiana. Credo che nessun tour operator calabrese possa vantare tale successo. A ciò ovviamente si aggiungono quelle degli studenti che poi nel corso dell’anno accademico risiedono stabilmente sul nostro territorio». E queste presenze sono in continuo incremento. Proprio in questi giorni, ci sono i primi rientri e Reggio Calabria torna ad essere una vero laboratorio del Mediterraneo.
Berlingò non ha remore ad affrontare uno dei temi più caldi degli ultimi mesi, ossia quello degli sbarchi di migranti che vedono proprio la città dello Stretto fra quelle più impegnate nell’accoglienza. «Il trend incrementale di migranti sul nostro territorio – spiega Berlingò – dimostra come spesso essi non siano solo uomini e donne di passaggio. Le ultime analisi sociologiche ci dicono come spesso essi diventino residenti nella nostra regione. Ciò impone che queste persone vengano non soltanto accolte ed integrate, ma anche incluse e rese coese con la popolazione calabrese». Il rettore della “Alighieri” tiene a rimarcare un concetto: «Questo afflusso così numeroso, che potrebbe sembrare un fallimento per la politica nazionale o regionale, è invece un’opportunità che la Calabria non può lasciarsi scappare, anche dal punto di vista demografico. C’è uno spopolamento spaventoso dei nostri borghi. Analisi sociologiche dimostrano come sia prevista una fuga di più di 500mila di calabresi nel giro di 10 anni. La Calabria sarà spopolata se non si cambia questo trend. Ecco perché non possiamo pensare ad una semplice integrazione, ma ad una inclusione e coesione degli stranieri, che possono essere la valvola per far crescere di nuovo le risorse umane della Calabria». Berlingò è cosciente però che «per fare accoglienza e inclusione occorre un’opera di formazione a medio-lungo termine e questo può essere fatto da una Università che si occupa proprio di questo problema. Che non solo ospita studenti stranieri, ma prepara studenti italiani al rapporto con gli stranieri».
Un altro tema assai caro al rettore della “Dante Alighieri” è quello relativo alla internazionalizzazione del territorio metropolitano. «Solo se Reggio tornerà ad essere il baricentro culturale del Mediterraneo potrà attrarre risorse e investimenti. Occorre (ri)diventare cosmopolita e multietnica, come nelle epoche storiche che si sono susseguite». L’esempio più calzante è quello di una specialità del tutto peculiare, unica nel mondo: il bergamotto. «È questo il simbolo della nostra interculturalità. La sua essenza – prosegue Berlingò – è utilizzata da molte case di profumeria internazionali e noi abbiamo il dovere di lavorare per valorizzare al meglio simili specificità».
L’attenzione si sposta sull’offerta formativa per l’anno che a breve inizierà. E la “Alighieri” cresce anche sotto questo profilo. «Abbiamo tre corsi di laurea già esistenti – rimarca Berlingò – ma uno è davvero importante, quello per mediatori interculturali e per la coesione sociale nell’Europa. Tale corso, proprio per la sua avanzata specificità, è stato finanziato con fondi europei, fra il Ministero dell’Interno e quello dell’Università. Sono due i corsi di laurea magistrale: uno si sviluppa attraverso la formazione di programmatori per la cooperazione internazionale e dei servizi sociali non solo nell’area del Mediterraneo; ma vorrei ricordare anche il corso per interpreti interculturali che si realizza nel quartiere Catona, nell’area dell’ex Ciapi che speriamo venga riconvertita al più presto». La mission è chiara: «Tutto ciò realizza e forma figure che possono essere utilizzate anche dalle nostre imprese, che già operano nei paesi dell’area del Mediterraneo. Ma hanno bisogno, per rendere produttiva l’attività, di personale che parli più lingue, che sia attrezzato per trattare con le culture dei paesi in cui le nostre imprese si insediano. E che sia anche capace di stimolare in modo inverso: fare in modo che imprese e aziende straniere vengano ad investire in Calabria».
Ma la vera novità sta nella sinergia, vera e proficua, instaurata con l’Università di Messina che permette la nascita del quarto corso di laurea. Berlingò la definisce una «virtuosa collaborazione». «Cerchiamo un nesso, una congiunzione dell’area dello Stretto. Ed è per questo che prende vita il corso per docenti di lingua italiana a stranieri». Il rettore è certo: «Si tratta di figure che saranno sempre più richieste e necessarie da impiegare negli istituti scolastici, in cui la presenza straniera è in aumento. Per carità – conclude – nessuna intenzione di metterci in concorrenza con altre università. Pensiamo, invece, che tutto ciò possa servire da slancio anche per gli altri atenei a noi vicini».
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