di Giusj Santacaterina
“Unlock a new world” ovvero l’invito ad aprire un nuovo mondo. E’ questo il motto che caratterizzerà il Jamboree ovvero il raduno mondiale dello scautismo che nel sogno del fondatore Baden Powell nasceva come «incontro tra culture diverse per una concreta opportunità di pace tra i popoli». Il Reparto ‘Ponte dei Saraceni’ che si è radunato al fortino Poggio Pignatelli di Campo Calabro dal 2 al 4 novembre, in una 3 giorni formativa, è solo uno dei 22 Reparti di formazione AGESCI che partiranno per il West Virginia a luglio 2019 e nasce dall’incontro di due regioni, Calabria e Sicilia. Esso si compone di 36 ambasciatori, un assistente ecclesiastico individuato in Don Claudio Albanito e 3 capi ovvero i calabresi Loris Longo e Chiara Burzo ed il siciliano Nunzio Zagara. A partecipare all’incontro anche Graziella Patafi, responsabile della zona “Fata Morgana” che ha collaborato all’organizzazione ed uno scout d’eccezione, il sindaco di Campo, Sandro Repaci che con la sua testimonianza di partecipazione al Jamboree 1998-1999 in Cile, oltreché con la sua disponibilità, ha contribuito ad entusiasmare e incuriosire ancor più i ragazzi. Il contingente ha esplicato il motto nei tre temi di bellezza, accoglienza e ambiente.
«Saper scorgere la bellezza che ognuno ha in sé e quella che nasce dall’incontro accogliente con l’altro, saper vivere la Terra responsabilmente e coscienti che è un dono da custodire, sono le sfide a cui ogni ragazzo è chiamato per sbloccare un nuovo mondo». Queste le parole di Loris Longo che, insieme a Chiara Burzo, ha spiegato nel dettaglio cosa vuol dire essere uno scout, oggi, in un’epoca in cui i giovani vivono “incollati” allo smartphone e sembrano essere totalmente dipendenti da internet.
«Questa tematica rappresenta una delle più grandi sfide educative per la nostra Associazione che punta al learning by doing ovvero l’imparare facendo, attraverso l’esperienza». I due capi scout parlano di sperimentare l’autonomia e l’ indipendenza «per vivere appieno i momenti di vita all’aperto proposti. Tuttavia – proseguono – siamo consapevoli del peso che internet e smartphone hanno nella vita non solo dei ragazzi che ci sono affidati ma anche in quella di ognuno di noi, ed è per questo che il nostro obiettivo consiste nell’educare a un corretto uso di questi strumenti». Al Jamboree per esempio, a differenza di come gli scout siano abituati a vivere le proprie attività nei vari territori, con un uso della tecnologia limitato, l’utilizzo del cellulare si rivelerà necessario «dall’ingresso al ‘supermercato’ con la scansione del codice QR alla prenotazione delle attività che i ragazzi potranno scegliere di svolgere quotidianamente». Ma, i capi scout, che responsabilità hanno?
«La maggiore è quella educativa, con il nostro servizio contribuiamo alla progressione dei ragazzi affidatici, testimoniando i valori scout e la scelta di fede di cui siamo portatori con la nostra vita. Essere Capi Unità al Jamboree – proseguono Longo e Burzo – vuol dire essere consapevoli che si va a vivere un’occasione di servizio completamente dedicata ai ragazzi. È un’esperienza che richiede flessibilità, capacità di adattamento e grande spirito di avventura oltre che la necessità di creare una intensa e particolare relazione capo-ragazzo».
Il grande evento mondiale dunque non è un premio per “il migliore” ma si riempie di significato se i ragazzi a cui viene proposto dimostrano forti capacità relazionali, spiccata predisposizione a raccontarsi, ad ascoltare e a confrontarsi per poi riportare l’esperienza a casa per condividerla. Cos’è dunque un ambasciatore?
«E’ un servitore, un portatore di un messaggio dello scautismo e della cultura italiana.– continuano i capi reparto – L’ambasciatore è colui che viene a contatto con nuove culture, tradizioni e diversi modi di vivere la Promessa, nello spirito di one world, one promise ed è anche colui che, una volta tornato, non vedrà l’ora di condividere tutto ciò che ha visto, scoperto e imparato nel proprio viaggio». Altri due incontri, prima di decollare verso l’America, attendono i ragazzi che, a Campo Calabro, in un incontro virtuale hanno potuto raffrontarsi con una capo reparto del Jamboree dell’associazione CNGEI che insieme all’AGESCI fa parte della Federazione Italiana dello Scautismo e formare le nuove squadriglie del Reparto ‘Ponte dei Saraceni’ con l’entusiasmo e la voglia di chi non vede l’ora di lanciarsi in questa grande avventura d’oltreoceano.
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