Fuori dalla Zes, Campo Calabro non ci sta: «Rimodulare piano di sviluppo regionale»

CAMPO CALABRO – Inserire la zona industriale di Campo Calabro nel Piano di sviluppo strategico della Zes (Zona Economica Speciale) della Regione Calabria, approvato nei mesi scorsi dalla giunta Oliverio. È l’appello lanciato dai protagonisti del convegno dal titolo “Zes: opportunità di sviluppo per la nostra zona industriale”, svoltosi sabato scorso al centro polifunzionale su iniziativa dell’associazione “Per amore di Campo Calabro”. Tutti d’accordo sul fatto che la crescita dell’area dello Stretto passi, oltre che dai porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria, rientrati nella Zes, anche dalla zona industriale di Campo Calabro. Il che significa una visione di sviluppo sinergica e complessiva, affinché il vasto territorio dell’area dello Stretto possa realmente esprimere tutte le sue potenzialità. «Vogliamo ragionare assieme sulle prospettive che Campo Calabro – esordisce il presidente dell’associazione promotrice, Antonino Idone – ha dal punto di vista industriale. L’incontro di oggi serve ad accendere i riflettori su un tema che fin qui è stato poco attenzionato». Idone prosegue soffermandosi sulla Legge 181/89 (rilancio aree di crisi industriale) e illustrando i benefici della Zes (agevolazioni fiscali, semplificazioni amministrative ecc.), per poi concludere con una istanza precisa: «Chiediamo ai nostri relatori di interloquire con la Regione, perché riveda i parametri e faccia rientrare Campo Calabro nella Zes». Moderatore del tavolo il capogruppo consiliare di “Per amore di Campo Calabro”, Antonino Scopelliti, che introduce i lavori con un’amara previsione: «La Zes così come è stata delimitata in Calabria non risponde alle esigenze del nostro territorio. Stando così le cose, Campo, Reggio e Villa nel complesso non potranno beneficiare dei vantaggi. Che senso ha mettere nella Zes le banchine di Villa e non il territorio di Campo?». A proseguire il discorso l’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, per il quale lo sviluppo del territorio passa, certamente, anche dalla Zes ma in «un sistema di integrazione di aree metropolitane, una super area capace di attrarre investimenti esogeni». Pronto Antonino Tramontana, numero uno della Camera di Commercio di Reggio Calabria, davanti alla questione sollevata dai rappresentanti di “Per amore di Campo Calabro”: «È auspicabile che l’area della Zes sia ampliata, ma perché ciò avvenga bisogna aprire un tavolo di confronto, di discussione con la Regione». Non solo Zes nell’intervento di Tramontana, ma anche qualche notizia sul recente andamento del sistema imprenditoriale reggino e una proposta per l’Asireg di Campo Calabro. «C’è un settore manifatturiero effervescente. In crescendo anche i settori export e agroalimentare. Per quanto riguarda Campo Calabro – suggerisce Tramontana richiamando, tuttavia, le difficoltà degli imprenditori di fronte alla troppa burocrazia – aprirei un dialogo col Corap (ente che amministra l’Asireg, ndr), per cercare di portare investimenti nella zona, e di intercettare nuovi finanziamenti». Concorda sulla necessità dell’apertura di una discussione seria il capogruppo Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo, che auspica risultati concreti per lo sviluppo del territorio. Sviluppo che, al di là di uno strumento importantissimo come la Zes, non arriverà mai senza le grandi opere, senza le infrastrutture, senza trasporti efficienti e veloci. Ne è fermamente convinto il senatore di Forza Italia Marco Siclari, che da Campo Calabro rilancia il proprio impegno per far uscire la Calabria dall’isolamento. A vivacizzare ulteriormente l’incontro l’intervento del sindaco di casa Sandro Repaci, che plaude all’iniziativa («è il segno che in questo paese torna la politica, la discussione») e confida «nell’elaborazione comune di progetti». 

Francesca Meduri