VILLA SAN GIOVANNI – «Imprevisto e inaspettato»: così il sindaco Giovanni Siclari e l’assessore ai Servizi Esterni Pietro Caminiti definiscono, urlando indignazione, il disservizio idrico che ha interessato diverse zone della città nell’ultimo giovedì e, per poche ore, nella giornata seguente. «Ci siamo immediatamente attivati risolvendo il problema in un paio di ore», annunciano nel primo pomeriggio di ieri Siclari e Caminiti sostenendo di non conoscere i motivi del disservizio tanto da voler indagare in merito. Sembrano cadere dalle nuvole, eppure è passato solo un mese dalla diffida di pagamento della Sorical al Comune pena riduzione della portata idrica. Siclari e Caminiti, dunque, in realtà sanno benissimo che non c’è stato nessun «problema di ordinaria amministrazione o qualcosa di più complesso», ma che, semplicemente, la Sorical ha dato esecuzione alla diffida perché il Comune al 9 maggio 2019 ancora non aveva versato quanto dovuto alla società per il servizio idrico svolto dalla stessa sul territorio villese. In trasferta a Bruxelles per impegni politici, Siclari e Caminiti si guardano bene dal collegare l’assenza d’acqua con la situazione debitoria del Comune nei confronti di Sorical. E mentre il sindaco e il suo assessore minacciano approfondimenti e indagini sulla causa che ha lasciato la città a secco per oltre 24 ore, a firma del vicesindaco (sindaco facente funzioni) Maria Grazia Richichi parte una richiesta alla Sorical per il ripristino del servizio idrico. Che, infatti, poco dopo torna a funzionare normalmente. Ma, soprattutto, in quelle stesse ore, il capo dell’ufficio tecnico ingegnere Francesco Morabito firma una determina con cui autorizza il settore finanziario ad emettere un mandato di pagamento a favore della So.Ri.Cal s.p.a per la somma di 273.313,77 euro relativa al periodo dal primo gennaio al 31 marzo dell’anno in corso per la fornitura idrica erogata per usi idropotabili. Insomma, a Palazzo San Giovanni erano perfettamente consapevoli di essere in torto e inadempienti verso Sorical. Tant’è che, finalmente, si sono decisi a pagare. Resta quindi da chiedersi come si possa indagare sul nulla.
(fra.me.)
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