VILLA SAN GIOVANNI – Pur non avendo mai ricevuto (e, perciò, non pubblicato) la lettera della mamma di Federico, Villaedintorni ospita alcune considerazioni dell’associazione Specialmente Preziosi in merito a quanto sarebbe successo al supermercato Conad di Villa San Giovanni.
«L’Associazione – scrive la presidente Maria Franco – partecipa piena solidarietà a Federico ed alla sua famiglia per il gravissimo episodio avvenuto il 21 Maggio scorso presso il Supermercato Conad della Perla dello Stretto. Appare sconcertante a chi, come noi, combatte tutti i giorni con le problematiche relative a patologie fortemente invalidanti, il goffo tentativo di giustificarsi messo nero su bianco dalla Società nella sua lettera di replica. Non è accettabile che la società si sia ben guardata dal fare le proprie scuse alla famiglia ma invece rivendichi la legittimità del suo agire. In quale momento sarebbe stata rispettata la dignità della persona? Riesce difficile capirlo. Si afferma che il ragazzo era stato “preventivamente informato della procedura”. Chi lo ha informato? Quando? Qualcuno si è per caso offerto di accompagnare il ragazzo e aiutarlo nei suoi acquisti? Magari portando per lui lo zainetto? O semplicemente aiutandolo a prendere la merce dagli scaffali? Questo avrebbe anche risolto i problemi di successivi controlli dello zaino. Forse sbaglieremo – continua Franco – ma siamo pronti a scommettere che non l’abbia fatto nessuno. Inoltre, la verifica è stata effettuata da una persona certamente non preposta ad attuare questo tipo di controllo. Il cassiere ha ben altre mansioni ed è del tutto illegittimo assegnarli il compito del controllo degli zaini! Se mai la persona a ciò preposta è la guardia giurata, la cui attività è comunque contenuta nell’ambito dell’esercizio di una mera funzione di sorveglianza ed i controlli, quando necessari, devono essere fatti in luoghi riservati affinchè sia davvero tutelata la dignità della persona. Esiste, comunque, il buon senso che porta a valutare gli interessi coinvolti e a ponderarli: davanti ad un persona che dimostra sin da subito la sua buona fede, può prevalere l’interesse del “patrimonio aziendale” del supermercato? La domanda sorge spontanea non perché rivendichiamo una forma di pietismo, ma perché pretendiamo rispetto per chiunque: disabile, donna, uomo, bambino, anziano. Dobbiamo invece tristemente osservare che dalla lettera traspare chiaramente come ci si trovi di fronte ad una scarsa, per non dire nulla, sensibilità verso le tematiche della solidarietà e del sostegno ai più svantaggiati, qualità che sono segno distintivo di ogni società civile ed evoluta. Non si capisce infine – conclude Franco – come il fatto di essere in amministrazione controllata possa in qualche modo influire sul giudizio complessivo della vicenda, come se “rappresentare” lo Stato potesse in qualche modo dispensare da normali comportamenti di civismo e buon senso. Entrare in un supermercato con uno zainetto per un normodotato è una scelta, per una persona disabile non lo è mai, perchè spesso chi è affetto da gravi patologie deve portare con sé ausili e medicinali per lui essenziali. In conclusione – termina Franco – la battaglia per la cultura dei diritti dei disabili nella nostra società è ancora molto lunga, ma proprio per questo la mia Associazione, e molte altre presenti sul territorio, resteranno sempre vigili e con la guardia alta».
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