VILLA. Piazzale Anas, Pd chiede sospensione in autotutela e minaccia impugnazione: “Consiglio comunale non è azienda”

4 Giugno 2019
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di FRANCESCA MEDURI

Concessione piazzale, Pd chiede sospensione in autotutela e minaccia impugnazione

VILLA SAN GIOVANNI – Il documento depositato dal Pd agli atti del recente consiglio comunale, forse, non è stato abbastanza chiaro. Almeno agli occhi del sindaco Giovanni Siclari deve essere stato così, visto che, sui propri canali social, l’amministrazione comunale sbandiera i presunti complimenti della minoranza per l’ottenimento della concessione dell’intero piazzale Anas. È per questo che il Pd, tramite una conferenza stampa convocata nel tardo pomeriggio di ieri, tiene a ribadire la propria posizione sulla vicenda, aggiungendo ulteriori elementi del tutto contrastanti con l’iniziativa e le dichiarazioni del primo cittadino villese. Tanto che, dalla sede piddina di via Nazionale, per bocca del consigliere Antonio Salvatore Ciccone, giunge la richiesta «di sospendere in autotutela» la deliberazione relativa alla concessione del piazzale, «compresa la variazione di bilancio», pena la valutazione degli estremi «per impugnare la delibera di consiglio che approva la convenzione pervenuta in consiglio». Ciccone si dice «preoccupato per questo approccio molto semplicistico su scelte pesantissime. Questa amministrazione – tuona il consigliere del Pd, affiancato in conferenza dalla collega Lina Vilardi e dal responsabile della comunicazione Enzo Musolino – è annebbiata, annebbiata dalla sete di raggiungere il risultato pur di apparire. Con loro, tutto diventa “epocale”!».

La richiesta del Pd sgombra ogni possibile dubbio sulla posizione del partito, i cui capisaldi vengono ribaditi dallo stesso Ciccone: «Abbiamo segnalato al sindaco che si poteva procedere in prima battuta con Anas alla richiesta di acquisizione del piazzale e non all’affitto per 15 anni, per darlo poi in subconcessione o subaffitto, anche procedendo all’acquisto diretto attraverso fondi da recuperare, da finanziamenti che si potevano ripagare con gli introiti derivanti da eventuali altre concessioni a terzi. In virtù dell’importanza – prosegue Ciccone – si doveva, per opportunità, condivisione, e principi democratici, non derogabili, procedere con una delibera di giunta di indirizzo, al fine che, di comune accordo con le forze politiche rappresentate in consiglio, si pervenisse alla formulazione di uno schema di convenzione da sottoporre in consiglio per il seguito. Una volta effettuati tutti i passaggi, tecnici e finanziari (eventuali variazioni di bilancio) la convenzione finale sarebbe stata oggetto di discussione e approvazione definitiva in consiglio, anche in virtù del dettato dell’art. 42 del D.lgs. n. 267 del 2000 (T.U. enti locali)».

La sigla dell’intesa, avvenuta prima del consiglio comunale al cui ordine del giorno figurava invece lo stesso “schema di concessione” (ma col termine schema barrato) oggetto di delibera di giunta, «svilisce – sottolinea Ciccone contestando la firma unilaterale – la rappresentanza democratica amministrativa eletta dal popolo, salta a piè d’opera argomenti, progetti, visioni fondamentali, correlati anche sotto il profilo economico e tecnico-funzionale che avrebbero avuto necessità di una dettagliata analisi costi-benefici a supporto delle decisioni». E qui Ciccone passa in rassegna i grandi temi del territorio: opere del decreto ambientale, in particolare il completamento del progetto riguardante il polmone di stoccaggio nella sua interezza; interferenze con Anas (limiti competenza della nuova A2) e Rfi; continuità territoriale e attraversamento mezzi veloci; nuovi approdi a sud così come deliberati dal consiglio comunale in carica; pianificazione territoriale locale, sovracomunale (metropolitana) e regionale; autorità portuale; nuovo piano strutturale comunale e piano urbano del traffico; opere di salvaguardia ambientale; funzioni relative alla sicurezza; trasporto pubblico locale e mobilità. Il consigliere dem rincara poi la dose biasimando il comportamento del presidente del Consiglio comunale e, ancora, dell’amministrazione sulla vicenda del piazzale: «Giustra si è rivelato una delusione. È stato votato da tutti, e deve garantire imparzialità, ordine e disciplina. Perché noi dobbiamo far finta di non capire di fronte a tanta arroganza? Dopo l’ultimo consiglio – ammonisce, infine, Ciccone – io non credo più alla buonafede. Noi vogliamo partecipare, ma dall’inizio e non quando la decisione è già presa. La vicenda del piazzale rappresenta una delle pagine più critiche degli ultimi due anni».

Un fiume in piena il Pd, tutto il Pd, gruppo e circolo. Che lanciano strali alla squadra siclariana già dalle battute iniziali della conferenza, caratterizzate dalla lettura – a cura di Enzo Musolino – di un documento di analisi politica condito da una pioggia di interrogativi. Di seguito, in corsivo, il testo completo:

I risultati delle recenti elezioni europee sono legati alla gestione d’Aula e ai metodi della sindacatura Siclari.

Il Centrodestra è sempre più frammentato elettoralmente, la Lega diventa forza trainante e principale, i sovranisti hanno consegnato definitivamente alla Storia la stagione della egemonia berlusconiana.

Tutto ciò si riverbera sulla Giunta e sulla Maggioranza consiliare di Villa San Giovanni che si ritrova costretta nella gabbia del finto Gruppo Unico mentre le diverse posizioni emergono ad ogni punto dell’ordine del giorno, ad ogni intervento.

Lo stesso maldestro tentativo del Presidente del Consiglio Giustra – sempre più uomo di parte – di rappresentare come neutra, come atto dovuto richiesto dalla Legge, la proposta di modificare lo Statuto nel senso di consentire alla Maggioranza – in seconda convocazione – di vincere facile facendo meno delle componenti più riottose, si è subito scontrato con i paletti alzati dai c.d. micariani, dalla “Forza Italia 2”, che non vuole perdere peso all’interno di un pluralismo di voci, di interessi e obiettivi che sta paralizzando non solo la Giunta ma l’intera Città.

E quale è, quindi, la risposta del Sindaco Siclari alla crisi di identità della propria coalizione? Come pesare le diverse forze? Come placare gli animi delle due, o forse tre, Forza Italia? Della Lega che vorrebbe cannibalizzare tutto il consenso e di quella Destra fuori dal Consiglio Comunale che, comunque, cresce nei voti e fa sentire il fiato sul collo di una Amministrazione sempre più debole?

Semplice, basta negare, tacere, abbandonarsi alla tattica senza strategia, intimorire ogni approccio critico, ammantare di decisionismo un isolamento sempre più evidente che allontana il Palazzo dai cittadini.

Ed è per questo che si stipulano Concessioni e transazioni che toccano gli interessi più importanti di Villa, la salute dei suoi abitanti, il destino delle nuove generazioni, il futuro del traghettamento sullo Stretto e dell’imponente traffico di veicoli nel centro cittadino, senza sentire il bisogno di un dibattito approfondito preventivo in Consiglio Comunale, senza, quindi, offrire alla cittadinanza, attraverso i suoi rappresentanti eletti, la possibilità di sapere, di approfondire, di proporre.

Il Consiglio, così, è stato svilito ad ufficio di ratifica, è stato chiamato ad esprimersi su atti già firmati, è stato sostanzialmente invitato a non disturbare il manovratore, è stato ulteriormente ingannato con la promessa di un prossimo e futuro coinvolgimento.

È questo il metodo democratico? È di questo che ha bisogno Villa? E la partecipazione? E la Società Civile? E il coinvolgimento nel dibattito pubblico di tutti gli attori sociali?

Beh, a fronte di queste domande che il Gruppo PD ha fatto tuonare in Consiglio, il sindaco Siclari ha risposto richiamando la sua storia familiare di imprenditore, si è rappresentato come un leader che prima decide e poi comunica, rassicurando tutto e tutti offrendo in pegno il proprio intuito, il fiuto del capitano d’industria che rischia e che, solo rischiando, può portare il risultato – il profitto – a casa.

Ma una Città, un Consiglio Comunale, una Giunta sono altra cosa … qui non sono in gioco i denari e il patrimonio di una singola famiglia, qui chi rischia non mette in pericolo solo il proprio futuro.

In gioco c’è la stabilità finanziaria dell’Ente Pubblico, l’erogazione dei Servizi essenziali, il futuro di una Comunità che, grazie alla Concessione del Piazzale Anas da sub concedere a Ferrovie e Caronte, sta consegnando il nostro futuro alle dinamiche del passato, sta puntando ancora tutto sul traffico pesante al centro di Villa.

E il Polmone di Stoccaggio? E l’allontanamento del traffico pesante da Villa?

Tutto abbandonato, tutto tralasciato, tutto dimenticato, come i finanziamenti scaduti che non si sa se siano stati richiesti o meno, come un progetto evidentemente troppo strategico, visionario e di lungo periodo per una Amministrazione aziendale, per un Sindaco/Imprenditore che vuole monetizzare ora e subito!

IL CONSIGLIO COMUNALE NON E’ UNA AZIENDA, LE LOGICHE DELLA DEMOCRAZIA NON SONO QUELLE DELLA PRODUZIONE.

LA MASSIMA PARTECIPAZIONE NON PUO’ ESSERE BARATTATA CON LA VOLONTÀ DI POCHI O DI UNO SOLO.

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