VILLA SAN GIOVANNI – Una mozione di sfiducia (leggi il testo moz_sfiducia al presidente) al presidente del Consiglio comunale Nino Giustra è stata presentata nella fase preliminare del civico consesso del 23 settembre 2019 da parte di tutti i consiglieri di minoranza (Antonio Salvatore Ciccone e Lina Vilardi del gruppo Pd, Mimmo e Cristian Aragona del gruppo “Impegno in Comune”, Milena Gioè del M5S, Liz Ciccarello, Sonia Labate, Giuseppe Sofi del gruppo “Riscatto Civile”).
I sottoscrittori dell’atto, pur consapevoli di essere otto contro nove, hanno chiesto che lo stesso venisse messo subito ai voti, rimarcando un chiaro messaggio politico all’indirizzo del numero uno della massima assemblea cittadina. In sintesi: «Sei di parte e inadatto al ruolo perché, con la maggioranza ormai ridotta a nove elementi, definisci le strategie per il buon funzionamento del consiglio e il felice esito dei punti proposti dall’amministrazione. Rifletti!».
Dal canto suo, Nino Giustra, scosso ma neanche tanto, ha prontamente risposto all’iniziativa dell’opposizione: «La mozione sarà votata al prossimo consiglio comunale, come da regolamento. E come da regolamento, semplicemente garantisco pari opportunità».
Ne è seguita una sospensione del consiglio per una veloce riunione dell’Ufficio di presidenza, durante la quale la situazione è precipitata con le dimissioni del vicepresidente Ciccone. Il ritorno in aula è dunque stato contrassegnato da animi ulteriormente scaldati e, dopo una discussione che, tra le altre cose, ha visto Mimmo Aragona lanciare strali verso il sindaco, l’intera minoranza ha abbandonato i lavori consiliari. Non si è scomposta più di tanto la coalizione di governo del sindaco Giovanni Siclari che, supportata dalla spiegazione del segretario comunale Francesco Gangemi, ha sottolineato, ironizzando sull’iniziativa della minoranza, «l’illegittimità» e «l’inammissibilità» della mozione in quanto non firmata da almeno i 2/3 dei consiglieri. Se ne riparlerà comunque al prossimo consiglio comunale, anche se la maggioranza siclariana ha inteso mettere un punto fermo su Giustra condannando senza se e senza ma il comportamento degli avversari politici i quali «propongono punti all’ordine del giorno e poi lasciano l’aula». Oltre al primo cittadino Siclari, a difesa dell’operato di Giustra è intervenuto l’assessore Giovanni Imbesi: «Il presidente del Consiglio è un esempio di correttezza, lealtà e competenza, e non si può mettere in discussione. È chiaro che non approveremo mai la mozione».
Ma a sentirsi maggiormente chiamata in causa dalla mozione è stata Maria Giovanna Santoro, i cui motivi di lavoro “costringono” Giustra a convocare il consiglio comunale non prima delle 19 per un inizio che, in ogni caso, slitta alle 20 e passa. Chiaramente, se la maggioranza non fosse stata così striminzita, il problema non si sarebbe posto. La giovane consigliera Santoro, tuttavia, ha voluto precisare di non aver mai preteso nulla: «Qualche mese fa ho cominciato un percorso presso un’azienda reggina, dal lunedì al venerdì. Di questi tempi, si sa quanto sia difficile per i giovani affacciarsi al mondo del lavoro e trovare un’occupazione. Ho pertanto chiesto con gentilezza che il consiglio venisse convocato nelle ore serali, senza esigere nulla. Non avrei nessun problema, come la mia collega Aurora Zito che si ritrova in una situazione analoga, se il consiglio comunale si svolgesse anche di sabato o di domenica, ma forse, allora, sarebbe la minoranza a non essere disponibile in quei giorni. Non è vero, inoltre, che non si consente ai cittadini di seguire il consiglio comunale, in quanto le sedute sono registrate e disponibili in qualsiasi ora della giornata. Sto cercando di conciliare la mia attività professionale con quella di consigliere delegato, non è facile ma ci sto riuscendo grazie al fondamentale aiuto del sindaco». Un plauso alle parole di Mariagiovanna Santoro è arrivato proprio dal primo cittadino Siclari, che ha poi continuato a definire strumentali le argomentazioni della minoranza poiché «anche in passato i consigli comunali non sono mai cominciati prima di un certo orario serale, protraendosi fino a tarda notte. L’opposizione è patetica, cercando di portare con sé il nono consigliere per fare cadere l’amministrazione ».
Francesca Meduri
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