Si è svolta domenica 6 ottobre, presso l’Auditorium polifunzionale di Campo Calabro la seconda tappa della “Metaconferenza sui Bronzi di Riace”, fortemente voluta dal sindaco Sandro Repaci e dall’intera Amministrazione del Comune di Campo Calabro, e sponsorizzata dalla Città Metropolitana di Reggio di Calabria e dal sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà. Si è trattato di un’opera innovativa, inquadrata nella public history, che intende avvicinare la popolazione di ogni età e grado di istruzione ai Beni Culturali identitari del territorio. La Metaconferenza, cioè una conferenza che sia in grado di “andare oltre” la tradizionale lezione frontale, è un’idea portata avanti da un trio di professionisti di settori completamente differenti: un professore universitario e archeologo, affetto dalla bronzite da qualche decennio, un Maestro Musicantore e un Grafico. Insieme, Daniele Castrizio, che ha curato i testi, Fulvio Cama, autore delle canzoni e delle musiche, e Saverio Autellitano, che ha realizzato la parte video e le ricostruzioni dell’aspetto originario dei Bronzi di Riace, hanno offerto al numeroso e attento pubblico dell’Auditorium una conferenza che si è tramutata in un vero e proprio spettacolo, con parti divulgative scientifiche alternate a recitazione e canto, con il sottofondo di un video in grado di catturare l’attenzione degli astanti.
La grande scommessa era quella di fornire un quadro esaustivo ma gradevolissimo dello stato dell’arte sulla ricerca sui Bronzi di Riace, una sorta di invito a tornare a visitare il Museo Archeologico di Reggio con una nuova consapevolezza e la capacità di “leggere” le due statue, godendone la ricostruzione virtuale e, di più, entrando nel dramma che il loro autore, Pitagora di Reggio, assistito dal nipote Sostrato, è riuscito a infondere nel gruppo statuario dei Fratricidi, creato ad Argo alla metà del V sec. a.C., ma a Roma dal I sec. a.C. fino al IV sec. d.C., quando Costantino ne ordinò il trasporto nella nuova capitale dell’Impero, appena inaugurata: Costantinopoli. Il destino, però, ha disposto diversamente, facendo naufragare la nave imperiale nelle acque di Riace.
Assistendo alla Metaconferenza, si è stati trasportati nel pathos della vicenda dei figli di Edipo, Polinice ed Eteocle, che arrivarono a uccidersi vicendevolmente per il raggiungimento del potere, rappresentato plasticamente da un “elmo regale” posto sulla testa del Bronzo B. Grazie al videoracconto di Saverio Autellitano e alla capacità teatrale e musicale di Fulvio Cama, l’intera platea si è sentita coinvolta nella rappresentazione scenica del momento culminante dell’azione, fissata nel bronzo da Pitagora e Sostrato: la madre, avendo ascoltato il vaticinio di morte recitato da Tiresia, cerca di convincere i due figli a desistere dal duello, proponendo un sorteggio per spartire i beni ed evitare lo spargimento di sangue. Dal punto di vista letterario, ci è rimasto il discorso che Stesicoro di Metauro ha scritto, e che i bronzisti reggini hanno plasmato nelle due statue. Come la platea ha percepito, però, il ghigno feroce di Polinice, esiliato dalla Patria e colmo di rancore verso il fratello, e lo sguardo rassegnato di Eteocle, consapevole della sua colpa e del fato che incombe sulla propria testa, conducono verso un duplice assassinio, celebrato ed esecrato per secoli, come punto di estrema abiezione per la brama di potere.
Lo spettacolo si è dimostrato un successo, non solo per il lungo applauso finale, ma per i contatti ricevuti subito dopo la fine della Metaconferenza, con richieste di successive esibizioni in contesti culturalmente impegnati. Le prossime tappe serviranno a rendere il messaggio della Metaconferenza da “locale” a “nazionale”, con l’auspicio di poter esportare a livello mondiale e far conoscere i due capolavori custoditi nel Museo Archeologico di Reggio.
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