«L’operazione che ha portato all’arresto di 11 persone, tra cui il sindaco di Villa San Giovanni e i vertici di “Caronte&Tourist spa” tratteggia un quadro inquietante sui possibili rapporti tra il Comune dello Stretto e la società di navigazione». Così le portavoce del Movimento 5 stelle Federica Dieni e Milena Gioè, rispettivamente deputata e consigliera comunale di Villa San Giovanni.
«La Dda di Reggio Calabria – continuano – ipotizza reati che vanno dalla corruzione alla truffa, fino al peculato e alla turbativa d’asta. I manager indagati avrebbero promesso utilità agli amministratori comunali che, in cambio, avrebbero asservito la loro funzione pubblica agli interessi della società di navigazione. Sono accuse molto gravi. Senza entrare nel merito delle contestazioni, ci auguriamo che l’inchiesta possa far luce su tutta questa vicenda e chiarire una volta per tutte la natura dei rapporti tra Caronte e l’amministrazione comunale».
«Troppe volte – aggiungono Dieni e Gioè – si è avuta l’impressione che la società di navigazione sia stata a stretto contatto con i vari amministratori locali, i quali, a loro volta, hanno sempre considerato Caronte come un mezzo per ottenere un qualche ritorno elettorale. Lo stato attuale delle cose racconta però di una città, Villa San Giovanni, che ha avuto solo svantaggi dalla presenza degli imbarcaderi e che oggi deve fare i conti con un livello di inquinamento senza eguali nel Sud Italia».
«Chiederemo al più presto – concludono le due portavoce – un incontro con il ministro delle Infrastrutture, al quale partecipino anche i rappresentanti istituzionali della provincia di Messina. È arrivato il momento di capire i motivi che hanno spinto Rfi a non impedire una sorta di monopolio nella navigazione dello Stretto e di invocare nuovi investimenti per il potenziamento del trasporto pubblico».
«La Dda di Reggio Calabria – continuano – ipotizza reati che vanno dalla corruzione alla truffa, fino al peculato e alla turbativa d’asta. I manager indagati avrebbero promesso utilità agli amministratori comunali che, in cambio, avrebbero asservito la loro funzione pubblica agli interessi della società di navigazione. Sono accuse molto gravi. Senza entrare nel merito delle contestazioni, ci auguriamo che l’inchiesta possa far luce su tutta questa vicenda e chiarire una volta per tutte la natura dei rapporti tra Caronte e l’amministrazione comunale».
«Troppe volte – aggiungono Dieni e Gioè – si è avuta l’impressione che la società di navigazione sia stata a stretto contatto con i vari amministratori locali, i quali, a loro volta, hanno sempre considerato Caronte come un mezzo per ottenere un qualche ritorno elettorale. Lo stato attuale delle cose racconta però di una città, Villa San Giovanni, che ha avuto solo svantaggi dalla presenza degli imbarcaderi e che oggi deve fare i conti con un livello di inquinamento senza eguali nel Sud Italia».
«Chiederemo al più presto – concludono le due portavoce – un incontro con il ministro delle Infrastrutture, al quale partecipino anche i rappresentanti istituzionali della provincia di Messina. È arrivato il momento di capire i motivi che hanno spinto Rfi a non impedire una sorta di monopolio nella navigazione dello Stretto e di invocare nuovi investimenti per il potenziamento del trasporto pubblico».
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