VILLA SAN GIOVANNI – Manca ormai poco all’orario di inizio del consiglio comunale convocato per oggi alle 20, e la domanda che sorge spontanea non può che essere una: il civico consesso si terrà dopo il ciclone “Cenide” che si è abbattuto su Palazzo San Giovanni? Per il momento l’unica certezza è che la maggioranza si presenterà regolarmente in aula, attendendo di vedere se la minoranza farà altrettanto. Con la sola maggioranza, trattandosi di prima convocazione, il consiglio comunale non può tenersi per mancanza del numero legale. Ciò non vale in seconda convocazione e, così, il 23 dicembre la maggioranza può tenere la seduta anche senza l’opposizione. Ma è chiaro che il rischio di una paralisi amministrativa c’è ugualmente ed è bello grosso; i numeri (otto contro otto) non sono a favore della maggioranza, e la partecipazione degli avversari politici ai lavori consiliari potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà la coalizione di governo visto che la stessa non potrebbe approvare punti se, dall’altra parte, dovessero arrivare otto voti contrari. Bisogna pertanto aspettare di conoscere la “strategia” della minoranza che, al di là dei fatti giudiziari che hanno portato all’arresto e poi alla sospensione del sindaco Giovanni Siclari, anche di recente non è stata tenera con la squadra di centrodestra. Se dai banchi della minoranza non sono da escludere delle dimissioni, è decisamente improbabile che queste arrivino dai micariani di “Riscatto Civile”, che rinunciando allo scranno sarebbero surrogati dai non eletti della lista “LeAli per Villa” rafforzando così la maggioranza. Insomma, hanno una bella gatta da pelare i consiglieri comunali villesi. Tutti, a dire il vero. Una responsabilità non da poco, in un momento davvero nero per il Comune e la città. Entrambi gli schieramenti, certamente, dovranno pronunciarsi su questo delicatissimo frangente che vede Villa correre il rischio di una situazione di stallo senza precedenti. Ad aggravare il tutto l’ipotesi dell’arrivo di una nuova commissione d’accesso antimafia, quale conseguenza dell’operazione “Cenide”. (Francesca Meduri)
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