VILLA. “Cenide”, l’amministrazione del Comune resta un’incognita. E l’ufficio tecnico è in ginocchio

2 Gennaio 2020
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VILLA SAN GIOVANNI – Trascorse oltre due settimane dall’operazione “Cenide”, che ha causato un vero e proprio terremoto politico-giudiziario in seno al Comune di Villa San Giovanni, restano tutti in piedi gli interrogativi sul futuro della compagine amministrativa della città. Col sindaco Giovanni Siclari ancora ristretto agli arresti domiciliari e la sua vice Maria Grazia Richichi nuovamente alle prese col ruolo di sindaco facente funzioni e pressata da un’opposizione che non fa sconti, a regnare sovrano è un clima di incertezza e desolazione.

L’ultimo consiglio comunale è stato emblematico della delicata situazione in atto, che rischia di tramutarsi in una fase di stallo amministrativo senza precedenti. La maggioranza non ha i numeri sufficienti per approvare punti, e può solo sperare che il primo cittadino Siclari riacquisti la libertà e riprenda il suo posto al più presto. Anche se ciò accadesse, però, almeno inizialmente, sarebbe difficile – se non impossibile – fingere che non sia accaduto nulla, né sparirebbe la preoccupazione in vista della conclusione delle indagini e di un eventuale rinvio a giudizio e, quindi, di un processo. Sarebbe insomma complicato, per Siclari, tornare a concentrarsi sulla guida della città col “peso” del ciclone “Cenide”. Che, e qui c’è un altro grattacapo non da poco, ha messo in ginocchio anche e soprattutto il settore tecnico comunale.

Un settore tecnico che, ormai, si tenterà di far sopravvivere, viste le condizioni in cui si trova: personale ridotto ai minimi termini, stanze sigillate, accessi a carte e atti sottoposti al placet delle autorità competenti. All’ingegnere Ida Albanese, nominata responsabile del settore dal sindaco ff Maria Grazia Richichi, è toccata la patata bollente di far ripartire – per quanto possibile – un settore fortemente segnato e stravolto dagli arresti dell’ingegnere capo Franco Morabito e del geometra Giancarlo Trunfio. L’impresa è ardua, pure a causa della sospensione di diversi dipendenti. Ma ancor più ardua si presenta la sfida, se così si può chiamare, lanciata dalla maggioranza all’indomani del civico consesso pre natalizio. Una maggioranza che bacchetta gli avversari politici, e che quasi elemosina dagli stessi l’aiuto necessario per poter andare avanti dopo non averli mai resi partecipi delle scelte principali attuate in due anni e mezzo di amministrazione.

«È stata appalesata – tuona la maggioranza – la volontà politica di tutta l’opposizione  di cavalcare e speculare su un momento di difficoltà della guida amministrativa della Città. L’invito della sindaca f.f. di valorizzare solo le tematiche di interesse generale e di compiere un percorso comune, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni più precisi, è caduto nel vuoto. L’opposizione, divisa su tutto, è unita solo dal comune obiettivo di far cadere la maggioranza democraticamente eletta. È bene evidenziare – prosegue la maggioranza – l’ipocrisia di fondo della richiesta di dimissioni avanzata dalle opposizioni: servirebbe ad evitare lo stallo amministrativo. E, proprio mentre si dice questo, si decide di crearlo deliberatamente questo stallo, votando contro la variazione di bilancio per la sponsorizzazione Flixbus, che avrebbe consentito alla Città di avere gratuitamente un moderno ed efficiente terminal per le 38 autolinee che giornalmente svolgono il loro servizio su Villa San Giovanni, oltre ad avere la riqualificazione di un’area di fronte alla stazione ferroviaria oggi degradata. Ulteriore conferma – ammonisce ancora la maggioranza – l’hanno data votando contro il piano di rientro dal debito con la Regione Calabria per il servizio di smaltimento rifiuti, che metterà a rischio la raccolta durante le feste e per i prossimi mesi».

Rincarano la dose Richichi e squadra: «Se la lotta politica contro l’avversario non si arresta di fronte all’interesse della Città e dei cittadini è solo bieca bramosia di potere e voglia di rivalsa. Non a caso l’opposizione ha tradito le reali intenzioni dell’azione politica consiliare, chiedendo le poltrone in giunta per andare avanti (come si può sentire dalla registrazione del consiglio nell’ intervento del Dott. Aragona). In questi due anni e mezzo hanno dimostrato che sono capaci di tutto e che non si fermano neanche davanti ai problemi della città, anteponendo il loro interesse personale. Il vero gesto di responsabilità sarebbe stato quello di proporre una piattaforma programmatica di emergenza per consentire alla Città di vedere adottati provvedimenti importanti, ovviamente concordati. L’interesse della Città si tutela pretendendo un metodo condiviso delle scelte e delle decisioni e non posti, poltrone o dimissioni. Ma questa è l’opposizione che abbiamo e ce la dobbiamo tenere».

«Da oggi – conclude la maggioranza – sappiamo che con questi comportamenti  magari si possono distruggere o rallentare gli avversari politici, ma sicuramente non si riuscirà mai a costruire qualcosa per il bene comune. Ringraziamo i cittadini per la presenza, sia quelli che hanno incoraggiato l’amministrazione ad andare avanti, sia quelli che hanno voluto, prima in piazza e poi nell’aula consiliare esprimere la richiesta di dimissioni. La partecipazione popolare serve alla democrazia perché alimenta la trasparenza e la legalità e, soprattutto, perché ha fatto vedere a tutti i presenti ed a chi ha seguito la diretta del Consiglio chi, tra i consiglieri, segnati dalla dura prova politica e personale che stanno affrontando, ha parlato con il cuore e con la testa di responsabilità, impegno e dovere nell’esclusivo interesse della Città. Noi andiamo avanti e serenamente potremo domani guardarci indietro e compiacerci della scelta fatta. Loro, guardandosi indietro, potranno trovare solo rimorsi, rimpianti e sempre meno sostenitori. Il bene prevarrà sull’odio».

Parole, quelle della maggioranza, non sufficienti a dissipare dubbi e perplessità: è possibile amministrare in queste condizioni… di inferiorità?

(Francesca Meduri)

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