VILLA SAN GIOVANNI – A quasi un mese di distanza da Cenide, i motori politici villesi restano ancora ingolfati. Con la sospensione del sindaco Giovanni Siclari la sua squadra e quella dei rivali possono contare sugli stessi numeri. Una parità esatta che, nel concreto, paralizza i lavori consiliari che in prima convocazione non sono validi se in aula c’è la sola maggioranza (si veda l’assise del 20 dicembre scorso) e che comunque sono “infruttiferi”, ossia nulli, in caso parità di voto (come accaduto per il turbolento consiglio del 23 dicembre). Intanto le minoranze di Palazzo San Giovanni vanno in trasferta e bussano in Prefettura: la grillina Milena Gioè, i democratici Salvatore Ciccone e Lina Vilardi, assieme a Liz Ciccarello, Sonia Labate e Giuseppe Sofi di Riscatto Civile e a Cristian e Mimmo Aragona di Impegno In Comune hanno chiesto al prefetto Massimo Mariani «un’audizione», per segnalare, verbali alla mano, «l’evidente stallo dell’attività di indirizzo politico dell’organo consiliare». Gli oppositori propongono una sintesi delle ultime assisi, durante le quali «avevamo chiesto all’amministrazione in carica di rassegnare le dimissioni, specificando che le minoranze – ritenendo conclusa l’esperienza amministrativa attuale – avrebbero presentate congiuntamente anche le proprie dimissioni. Ma l’invito di tutte le minoranze al passo indietro collettivo non ha trovato (ancora) in tal senso, riscontro da parte della maggioranza (residuale). L’attuale parità numerica è completamente diversa rispetto agli esiti elettorali del giugno 2017 alle scelte, effettuate dai cittadini, dal popolo sovrano in quella tornata elettorale amministrativa in Città. Il quadro politico anche da solo, responsabilmente, avrebbe dovuto suggerire all’esecutivo ancora in carica di trarne le conseguenze, ma quest’ è caduto in un silenzio assordante. Lo stallo deliberativo Consiliare si è palesato agli occhi di tutti in modo inequivocabile durante l’ultima seduta di Consiglio Comunale del 23 dicembre: la cittadinanza, ampiamente partecipe, ha potuto constatare direttamente la gravissima crisi politico-istituzionale, determinata dall’assenza ormai datata e di lungo periodo di una maggioranza e di un esecutivo corrispondente alle scelte elettorali dei cittadini». La richiesta alla Prefettura porta la data di questo lunedì: non mancheranno aggiornamenti da parte della nostra testata sugli sviluppi della vicenda. Come si esprimerà sua Eccellenza in merito a uno stallo senza precedenti nella storia di Palazzo San Giovanni? Cosa farà il team di fedelissimi del sindaco Giovanni Siclari, a cui il tribunale delle Libertà, accogliendo parzialmente il ricorso dei suoi legali, ha recentemente sostituito gli arresti domiciliari col divieto di dimora? La squadra capitanata dal sindaco facente funzioni temporeggerà in attesa di un eventuale ricorso?
Redazione
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