COMUNICATO STAMPA PD- CIRCOLO TERRITORIALE DI VILLA SAN GIOVANNI:
Ovviamente non si può che pensare alla famiglia, a tutte le famiglie coinvolte, e al dolore che segue ad una misura cautelare disposta dalla Magistratura e, per questo, è giusto e doveroso essere contenti per il sindaco Siclari, per la sua ritrovata “parziale” libertà; e, ancora, da un punto di vista, appunto, personale, il divieto di dimora a Villa è certamente più tollerabile degli arresti ma, da un punto di vista politico amministrativo, poco cambia per Villa ed anzi, tale misura è “simbolicamente” peggiorativa e grava l’Amministrazione Siclari di una responsabilità aggiuntiva.
Il divieto di dimora nella Città che si amministra, infatti, porta con sé una conseguenza chiara, un’aspettativa di risoluzione senza appello:
E’ ORA DI CONCLUDERE QUESTA ESPERIENZA!
Perché adesso non ci sono più solo pochi giorni di attesa per impugnare la misura restrittiva, ormai rimane solo il giudizio di legittimità in Cassazione, lunghi mesi di una triste deriva per Villa, mesi di immobilismo se non di rovina per una Città che meriterebbe, invece, di essere governata e non di essere trascinata – da ciò che rimane della Maggioranza Consiliare – in un teatrino composto da un Consiglio comunale – otto contro otto – incapace di decidere e di approvare alcunché e da un “Bilancio” eternamente rimandato in attesa di che? Di ricomporre ciò che ormai si è rotto per sempre? Di ritrovare “miracolosamente” un consenso perduto e una vittoria tradita dagli eventi, dalle scelte inopportune, dalla soddisfazione di interessi lontani dal Bene comune?
In tale quadro, con quale arroganza la Maggioranza decapitata potrà tirare innanzi senza timore e tremore?
I Consiglieri di Minoranza, come è noto, sono già sostanzialmente fuori dal Comune, nell’Aventino spirituale di chi – dopo le tante denunce e le richieste di cambiamento – non vuole più partecipare a farse tragiche; e l’ulteriore richiesta di audizione al Prefetto ha questo semplice significato: tutelare ciò che rimane della tenuta democratica dell’Istituzione, rappresentare un’alterità netta e decisa alla gestione degli ultimi anni.
Solo il bagno di umiltà e di verità dei Consiglieri siclariani, solo le loro pronte dimissioni, potranno condurre davvero allo scioglimento del Consiglio, con ciò aprendo una via di salvezza per Villa, l’occasione per i cittadini, al più presto, di pronunciarsi sul destino della propria Comunità attraverso il voto libero, fin qui concusso.
E nel tentativo di condurre la Cittadinanza lungo un percorso di consapevolezza più compiuto, è proprio sulle Economie dell’Ente Comunale che occorre ragionare e tentare di offrire analisi e riscontri.
Analisi e riscontri che, ormai, fanno i conti con una nuova delibera di Giunta sull’anticipazione di tesoreria per l’anno 2020, con un nuovo deliberato ricorso – stante l’impossibilità numerica di approvare un Bilancio “politico” – a prestiti e indebitamenti, con nuovi oneri per le finanze comunali che, presto, si tradurranno in nuove disfunzioni, in altre carenze, in tariffe maggiorate, in ulteriore deficit di servizi, in mancata ottemperanza ai propri oneri nei confronti della Regione e della Società che si occupa della raccolta dei rifiuti.
Scelte, dicevamo, decisioni irresponsabili, tentativi maldestri di tirare avanti senza alcuna cura per il futuro e che porteranno al tracollo dell’Ente, al definitivo default di Villa che arriverà, quindi, non a causa dei “Commissari”, non per responsabilità di fantomatici “nemici esterni” ma per l’arroganza del potere che non sa passare, che non concepisce la rinuncia ai propri privilegi neanche innanzi alla dura realtà di un fallimento che precede la tristezza delle recenti vicende giudiziarie.
A settembre 2019, infatti, è intervenuta la Corte dei Conti a certificare il disastro del triennio 2015-2017; un disastro tutto in continuità e che rivela il protagonismo del Sindaco Siclari, uomo di tante stagioni, già Vicesindaco ed Assessore, importante attore nell’esercizio di una finanza creativa ormai certificata come insostenibile da una deliberazione della magistratura contabile che, al di là dei tecnicismi, parla chiaro quando “accerta”: 1. l’inosservanza delle regole contabili con riferimento ai crediti e ai debiti dell’Ente; 2. la reimputazione arbitraria dei residui attivi e passivi; 3. l’anomalia delle anticipazioni di liquidità; 4. la sottostima degli accantonamenti; 5. il disastro dei flussi di riscossione dei tributi: 6. la mancata comunicazione di un cronoprogramma di spesa; 7. la scarsa attendibilità delle previsioni di entrata; 8. l’imponente presenza di una massa debitoria pregressa e la costante produzione di debiti fuori bilancio.
Ed oggi, nonostante tutto questo, in barba alle prescrizioni della Magistratura, contro le misure correttive indicate, con il Sindaco sospeso e obbligato ad abbandonare fisicamente Villa, si decide nuovamente di ricorrere ad anticipazioni di cassa, di incorrere in nuove spese per interessi passivi e oneri finanziari, non per investimenti ma per sopperire ad una cronica mancanza di liquidità che attesta l’incompetenza della malinconica stagione Siclari.
Villa è al dissesto, quindi, e i colpevoli sono qui a gestire il cupio dissolvi di una Comunità basita, allo sbando.
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