VILLA. Trent’anni dall’omicidio Trecroci, appello di ReLe perché la memoria non sia vana

8 Febbraio 2020
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Sono trascorsi esattamente trent’anni dall’omicidio del prof. Giovanni Trecroci, vicesindaco della nostra città, ucciso nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 1990 mentre faceva rientro alla sua casa di Cannitello, dopo un’aspra sessione del Consiglio comunale.
Sul suo assassinio, uno dei più eclatanti tra i molti di quegli anni sanguinosi, la magistratura inquirente non è riuscita a far luce, mentre la politica ha sempre taciuto.

Solo nel 2005 la sua figura e la sua opera furono recuperate, dopo anni di silenzio, con l’intitolazione di una strada e un convegno organizzato dagli adulti scout, cui si era avvicinato proprio negli anni del suo più intenso impegno politico.

Ogni anno, il 21 marzo, Libera lo ricorda tra le vittime innocenti di mafia ed a lui ha intitolato il presidio di Este, in provincia di Ferrara, lontano dalla sua terra.

La cittadinanza villese, però, rischia di smarrirne il ricordo, assieme a quello di ciò che fu la guerra di ‘ndrangheta, costata centinaia di vite innocenti.

Re.Le. – In Rete per la Legalità, nel suo percorso di educazione e sensibilizzazione alla giustizia e al contrasto alla criminalità, ricorda oggi Giovanni Trecroci: uomo onesto, docente preparato e benvoluto, cittadino impegnato nei partiti e nell’amministrazione, ma lontano dai bassi compromessi.

Da assessore, era titolare della delega più delicata, quella ai lavori pubblici, settore da sempre pervaso da pesanti inquinamenti mafiosi, dinamiche clientelari e vicende estorsive.

Ancora non sappiamo quale scelta gli sia costata la vita: auspichiamo che, un giorno, finalmente, i fatti emergano, le indagini siano riaperte, venga celebrato un processo e siano
accertate le responsabilità.

Un giorno conosceremo la verità!

Oggi, però, la città non deve dimenticare chi si è speso per il bene comune fino a mettere in pericolo la propria stessa vita e sacrificare se stesso, affinché sia respinta l’idea che la collusione col malaffare o la semplice indifferenza agli affari del crimine organizzato possano essere considerati modi di amministrare la cosa pubblica.

In questo giorno, ci sentiamo di invitare non solo i cittadini, ma tutte le istituzioni villesi a ricordare Giovanni Trecroci, perché la sua storia appartenga a pieno titolo al patrimonio comune della memoria cittadina, il lascito più prezioso che dobbiamo conservare e trasmettere alle nuove generazioni.

ReLe – In Rete per la Legalità

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