VILLA SAN GIOVANNI – Il gruppo consiliare e il circolo cittadino del Partito democratico tornano ad esaminare l’attuale situazione politico-amministrativa villese, delineandone un quadro ancora più desolante alla luce dell’arrivo della commissione antimafia a Palazzo San Giovanni.
«Fare politica – esordisce il Pd – vuol dire amministrare la Città per il bene di tutti e se Villa è abbandonata al degrado e all’incuria che è sotto gli occhi di tutti, significa che la politica dell’Amministrazione comunale non funziona».
A sostegno della propria tesi il Partito democratico sottolinea gli errori che sarebbero stati fatti dall’Amministrazione, soffermandosi in particolare su tre aspetti. Primo: «Ha tradito la fiducia dei cittadini in un sindaco che, in realtà, non è mai stato moralmente nel pieno delle sue funzioni, che ha cercato di aggirare le conseguenze della “prima applicazione” della Legge Severino e della sospensione, senza riuscirsi però del tutto, portandosi dietro un peso, una tara iniziale, l’incomprensibile ostinazione nell’occupare la poltrona ignorando gli eventi che lo hanno travolto. Un’ostinazione che continua ancora, con la seconda “Severino” in campo, con una nuova sospensione dalle funzioni e l’obbligo di dimora fuori Città. Ed oggi – perché non c’è mai limite al peggio – gli amministratori di Villa subiscono, nel corso dell’era Siclari, un secondo insediamento della Commissione d’Accesso “Antimafia” con il compito di verificare i condizionamenti, diretti ed indiretti, delle infiltrazioni criminali». Secondo: «Ha piegato ai propri interessi la normale dialettica tra le forze politiche, cedendo all’abitudine dell’azione “in solitaria”, senza interlocuzione democratica. Si è deciso, il Sindaco ha deciso, di mettere da parte il buon senso, di non confrontarsi, di relegare in un ruolo passivo una buona parte della propria Maggioranza, evidenziando un atteggiamento proprio dell’uomo solo al comando, vittima di se stesso e di un’ arroganza politica che ha prodotto scelte improprie, atti posti in essere da una Giunta succube del volere di Uno». Terzo e ultimo aspetto evidenziato dal Pd contro l’Amministrazione: «Ha svilito gli organi di rappresentanza e controllo: al Consiglio comunale, alle Commissioni, alle forze dell’Opposizione, ai cittadini liberi, è stato progressivamente sottratto il proprio ruolo, si è cercato di silenziarne le critiche e, così, l’intera Citta, senza dati di conoscenza, priva di approfondimenti tematici, sfornita di una prospettiva davvero comune, è finita nel baratro».
Che cosa significa il tutto? Il Pd non ha dubbi: «Questo vuol dire in concreto che tutte le attività sono in sofferenza, i servizi mancano (tra tutti l’ordinata raccolta dei rifiuti) e la situazione debitoria del comune è gravissima. Ogni giorno siamo costretti a fare i conti con questioni di ordinaria amministrazione che nel nostro Comune assumono carattere di urgenza: strutture sportive, edifici scolastici, decoro urbano, peba, installazione antenne, guasti alla rete fognaria e a quella idrica. E i temi scottanti e urgenti: le incredibili bollette dell’acqua, l’erosione costiera, l’inquinamento dovuto al passaggio dei mezzi nel centro cittadino, la realizzazione delle grandi opere, il Piano Regolatore Generale, il Piano comunale spiagge, la gestione delle opere del Decreto Emergenza, la realizzazione del nuovo lungomare, la copertura della variante (ecomostro)».
«Tutto è fermo – rincara la dose il Pd – per colpevoli ritardi, anche se ogni occasione è buona per fare propaganda sulle spalle dei cittadini. Oramai la Città langue, e ciò che rimane dell’Amministrazione decapitata, si sta assumendo la responsabilità di prolungarne l’agonia, di produrre ancora maggiori danni mentre sono in corso le verifiche della Commissione d’Accesso “Antimafia”; un’onta questa, la seconda nel giro di pochi mesi, che dovrebbe spingere la F.F. Richichi a rimettere il mandato con tutti gli assessori ed invece si assiste allibiti alla resistenza ottusa di un centro di potere chi si raccoglie nel proprio isolato fortino, sordo ai richiami fortissimi della realtà e dei fatti».
Ed ecco alcuni interrogativi le cui risposte sarebbero scontate in un paese normale: «Come può andare avanti, infatti, un Comune senza un Ufficio tecnico, senza direzione, senza buona politica, con le carte dei dossier più importanti oggetto di accertamento giudiziale, con un Consiglio comunale in stallo stante la parità di forze tra opposizione e i siclariani? Che senso ha convocare Consigli comunali “aperti” in assenza di legittimità morale e giuridica? A che serve ingannare i cittadini fingendo di lavorare per le emergenze quando, invece, ci si preoccupa solo di sopravvivere alla prossima iniziativa giudiziaria o di Prefettura? Perché non accettare la realtà? Perché non gettare dignitosamente la spugna e dichiarare il fallimento di un’esperienza sventurata?».
Secondo il Pd, dunque, la strada da seguire non può che essere una e solo una: «La via d’uscita sono le dimissioni! Occorre ora, subito, che la parola torni ai villesi, che siano loro, con il voto, a misurare e giudicare le ragioni e i torti, il valore e il senso delle denunce, il peso e il significato delle giustificazioni. È insopportabile impedirlo, è ingiusto tenere una Città ostaggio di scelte improprie, soggiogata ai destini personali. Per questo chiediamo aiuto e forza ai cittadini: per liberare Villa da questa amministrazione incapace».
Concludono i democratici: «E’ in gioco il futuro dei nostri figli, la credibilità delle Istituzioni, le prospettive di sviluppo e di crescita di una comunità ricca di potenzialità e purtroppo “usata” per le aspirazioni di questo o di quello. E’ Villa che deve essere al centro, è il destino di Villa che deve occupare i pensieri e le preoccupazioni degli amministratori veri, di quei servitori dei cittadini che mettono in campo competenze, risorse, tempo e sacrifici non per creare e gestire potere, non per strutturare meglio i propri interessi, ma per amore e rispetto di una Città meravigliosa, oggi offesa e tradita!».
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