VILLA. Impegno in Comune “affonda” la gestione Siclari-Richichi: «Città in emergenza e maggioranza senza vergogna»

23 Febbraio 2020
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Cristian Aragona

Mimmo Aragona

VILLA SAN GIOVANNI – «È finalmente giunta la fine?». È un interrogativo ma anche un auspicio quello che fa da premessa al comunicato diffuso ieri sera dal gruppo consiliare Impegno in Comune per stigmatizzare l’operato dell’amministrazione Siclari-Richichi. Cristian e Mimmo Aragona non fanno sconti e, analizzando una ad una le principali problematiche cittadine, bocciano in toto la coalizione di maggioranza, rincarando la dose per l’ostinazione della stessa a voler tenere in stallo Villa San Giovanni. 

Inizia così Impegno in Comune: «In assenza di una relazione di fine anno (sarebbe meglio di fine mandato) che la ex maggioranza che amministra la città non ha voluto e non vuole fare, perché sarebbe un dover ammettere che nulla è stato fatto, riteniamo doveroso, attraverso una breve sintesi, rendere informati i cittadini almeno su parte dell’attività politica svolta dal gruppo consiliare di Impegno in Comune nel corso dei quasi tre anni di legislatura trascorsi, per giungere ad oggi senza avere più alcuna possibilità di scelta. Sin dall’insediamento abbiamo svolto una funzione di controllo e vigilanza delle attività amministrative, senza mai sottrarci dalla responsabilità di evidenziare e denunciare in consiglio comunale, con interventi, mozioni, interrogazioni, proposte di delibera etc., tutte le anomalie e le leggerezze ravvisate nel modo di amministrare di questa maggioranza, tentando si suggerire alcune soluzioni». 

Il primo tema preso in esame da Impegno il Comune è il tanto sbandierato molo di sottoflutto: «In ordine al molo di sottoflutto, ancora oggi, non trasformato in porticciolo turistico, nonostante il taglio del nastro e la manifestazione in pompa magna, sin da subito abbiamo evidenziato le problematiche strutturali e funzionali, oltre che i dubbi sulla definizione transattiva del contenzioso. Mai nessuna delle eccezioni sollevate è stata degnata di attenzione dalla maggioranza. Oggi tutto è fermo, con una assegnazione temporanea, per un uso parziale della struttura mentre altra parte subisce gli effetti del mare, per i quali non è di fatto usufruibile, dove saltano mattonelle e si sta insabbiando, manifestando, quindi, evidenti lacune progettuali e/o esecutive. Per il resto gli atti risultano acquisiti dalla Procura dalla Repubblica».

L’attenzione dei due Aragona si sposta quindi sulle altre opere del decreto emergenza: «Abbiamo lottato, grazie al lavoro svolto da altre forze politiche impegnate sul territorio, per le altre opere del fu Accordo di Programma e Decreto Emergenza (polmone di stoccaggio, approdi a sud), per le quali sino ad ora vi è stato solo spreco di denaro pubblico, ma di fatto ferme, incompiute, utili alla propaganda elettorale quando si è dovuto dire che si sono salvati i fondi, ma mai un segnale evidente, nonostante l’indirizzo votato in consiglio, per la prosecuzione e/o la esecuzione delle opere. Un dato è certo, sono fondi stanziati da trent’anni, per opere che avrebbero salvato la città o quanto meno mitigato gli effetti negativi dell’attraversamento dei mezzi pesanti sul nostro territorio, e che nessuno è riuscito ad utilizzare per incompetenza o per negligenza, sarebbe grave fosse per dolo».

Ma sono tantissime altre questioni, apparentemente ordinarie, sollevate da Impegno in Comune: «Abbiamo segnalato – ricordano Cristian e Mimmo Aragona – tutte le emergenze ed inefficienze inerenti la esternalizzazione dei servizi (gestione rifiuti; servizio idrico; accertamento e riscossione tributi) che è risultata fallimentare. La città è sporca ed i debiti con le società aumentano mentre i lavoratori AVR, nostri concittadini non percepiscono gli stipendi. Abbiamo suggerito come intervenire, abbiamo denunciato sin dall’anno scorso che questo sistema avrebbe portato al collasso della città con evidenti problemi di igiene e salute pubblica, ma in pieno consiglio comunale le nostre idee sono state tacciate di essere utopistiche, impossibili da realizzare, però in altre città esistono. Il servizio idrico ha constatato l’aumento dei consumi, dei costi, dell’indebitamento dell’ente il tutto sulle spalle dei cittadini che si vedono recapitare bollette pazze e senza alcun beneficio; la riscossione dei tributi, accertati dalla stessa società che riscuote è diventato un incubo per i cittadini. La rete idrica non ha mai ricevuto un intervento, ogni giorno vediamo tratti della città allagati, le perdite incidono sul bilancio in maniera gravissima, tenuto conto che acquistiamo 3,5 milioni di metri cubi l’anno di acqua da Sorical, di cui buona parte si perde, altra ancora non si fattura; ovviamente nessuna delle fonti di adduzione comunale è stata riattivata».

«Abbiamo cercato di lavorare nella commissione bilancio – ricorda ancora Impegno in Comune –  per addivenire ad una soluzione del problema e ridurre i costi per le famiglie, ma il vincolo del bilancio dell’Ente ha avuto la meglio sui cittadini, nulla è cambiato o quasi ed i cittadini continuano ad essere gravati da costi esorbitanti fuori dal comune. Abbiamo cercato si far comprendere che la convenzione stipulata è iniqua e non ha portato benefici, abbiamo chiesto che si provvedesse ad agire per chiederne la risoluzione ed invece, da ultimo l’amministrazione ha ritenuto addirittura di incrementare il contratto con la società esterna attraverso un addendum che continuerà a gravare sulla città; insomma gli interessi dei cittadini non li cura nessuno».

«Abbiamo sostenuto fortemente la costituzione di una commissione per la mobilità sullo Stretto, – proseguono i consiglieri Aragona – volevamo ottenere benefici per i cittadini anche in termini di agevolazioni sulle tariffe per il traghettamento, oltre che garantire la tutela della salute, volevamo essere voce forte della città per ottenere ristoro ai danni subiti da tutta una vita, abbiamo dovuto constatare nonostante le mozioni ed interrogazioni formulate in consiglio comunale che la maggioranza andava dritta in una sola direzione. Dopo gli atti di indagine allo stato ancora in essere, si inizia a capire “il perché” ed a trovare forse qualche risposta a tanti interrogativi. La risposta più grave comunque resta sempre la stessa: nessuno cura gli interessi della città».

«Siamo giunti sino a farci attaccare – evidenzia Impegno in Comune – ed a subire illazioni prive di fondamento, pur di essere disponibili a risolvere qualche problema, e non per ricevere incarichi o per occupare poltrone, ma di fronte alla dura realtà, di un potere concentrato ed egemone, abbiamo dovuto prendere atto che Villa è condannata. Abbiamo con responsabilità votato in maniera unanime lo stato di emergenza per l’abitato di Cannitello e Porticello, dopo due anni siamo costretti a constatare i danni gravissimi subiti dal nostro territorio senza che nessun intervento sia stato posto in essere. Oggi, ancora una volta non si fa altro che prendere in giro la città, in una situazione politica paradossale quale è quella in cui ci troviamo, dopo due sospensioni per la legge Severino, due commissioni d’accesso in meno di tre anni, dobbiamo sopportare una maggioranza che senza vergogna vuole convocare un consiglio comunale aperto, che doveva inizialmente essere solo sul tema “erosione costiera stato di emergenza” poi incrementato, nel tentativo di porre rimedio a ciò che non si è fatto». 

Secondo Impegno in Comune la situazione attuale è dunque drammatica: «Oggi non ci resta che constatare lo stato di emergenza in cui tutta Villa San Giovanni è stata ridotta; oggi più di ieri non possiamo non chiederci perché due Sospensioni? Perché due Commissioni d’Accesso? Non ci resta che una sola scelta, prendere le distanze da un sistema politico-amministrativo che ha fallito».

E infine i consiglieri Cristian e Mimmo Aragona suggeriscono la loro ricetta per  la rinascita: «Bisogna ricostruire passo dopo passo un po’ tutto, dagli uffici in sofferenza, alla assenza di progetti e di fondi, ma serve soprattutto mantenere viva la speranza nei cittadini e, solo, attraverso un progetto politico nuovo, civico, legato fortemente al territorio questo è possibile, altrimenti continueranno ad essere altri soggetti a decidere le sorti del nostro territorio. Vogliamo sostenere il diritto dei Villesi ad essere ascoltati, tutelati ed il primo passo è riconoscere ai nostri cittadini la facoltà di esercitare il proprio libero diritto di voto e farlo subito, non quando la maggioranza deciderà di “liberare” Villa San Giovanni. La nostra città non ha commesso nessun reato, non ha nessuna pena da scontare».

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