VILLA SAN GIOVANNI – «Quale consiglio? Quale bilancio?». Con questi due interrogativi il comitato territoriale Villa Viva interviene nuovamente sulla situazione politico-amministrativa creatasi dopo l’inchiesta giudiziaria “Cenide”.
«Sono trascorsi – inizia così Villa Viva – ormai quaranta giorni dall’appello di questo comitato a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale, rivolto innanzitutto alla vecchia maggioranza (che matematicamente non è più tale) e in seconda battuta anche alle forze di opposizione, col quale chiedevamo scelte rapide e responsabili nell’interesse della città. Passati anche i giorni della campagna elettorale e dei festeggiamenti seguiti ai risultati delle elezioni regionali, i cittadini villesi rimangono privi di guida e di risposte. In tale quadro di profonda incertezza politica e di silenzio amministrativo, che mai Villa aveva sperimentato nella sua storia, si inserisce adesso anche l’insediamento della commissione d’accesso antimafia al Comune di Villa San Giovanni, disposta dal Ministero dell’Interno a seguito di quanto emerso con la recente operazione Cenide. Si tratta del secondo accesso ispettivo antimafia in due anni: è la dimostrazione di una situazione grave che il nostro comune vive sotto l’aspetto della legalità e della trasparenza amministrativa».
Il comitato Villa Viva auspica «che, per il bene della città, la commissione possa fare piena luce sul funzionamento delle istituzioni politiche comunali, ma anche e soprattutto della struttura amministrativa dell’ente, sulle sue eventuali storture e infiltrazioni mafiose. Ciò nonostante, permane la situazione di completo stallo dell’Amministrazione comunale: infatti, a più di un mese dal nostro appello, nulla è cambiato».
Anzi, in un momento così difficile per la comunità villese, «si arriverà, domani sera, al paradosso – ammonisce Villa Viva – di trattare materie urgenti e di interesse generale come l’erosione costiera e la rete 5G in un consiglio comunale aperto succube della logica dei numeri tra gruppi consiliari contrapposti. Purtroppo, è sin troppo facile prevedere che sulla partecipazione dei cittadini e dei corpi intermedi, pronti a offrire il proprio contributo alla soluzione dei problemi dei quali si dovrebbe discutere, prevarrà ancora la contrapposizione sterile tra schieramenti, nella vana ricerca di un quorum che consenta sedute e deliberazioni fruttuose, ben difficile da trovare».
Infine, ma non certo ultima per importanza, «si avvicina la scadenza – sottolinea Villa Viva – per l’approvazione del bilancio preventivo, in una situazione generale di instabilità e precarietà finanziaria dell’ente. È nota a tutti la difficoltà dell’amministrazione di assicurare tempestivamente i pagamenti dovuti, nonché il ricorso generalizzato alle anticipazioni di tesoreria, col conseguente aumento degli interessi passivi gravanti sul bilancio comunale. La vecchia maggioranza e i gruppi che ad essa si contrappongono si assumeranno la responsabilità collettiva di approvare il bilancio? E secondo quale programmazione? Con quali scelte strategiche per lo sviluppo della città? Oppure, più verosimilmente, ci si affannerà ancora a garantire a malapena la continuità dell’ordinaria amministrazione? Possiamo solo sperare che chi siede attualmente tra gli scranni di Palazzo San Giovanni sia in grado di smentire il nostro realistico scetticismo».
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