Mancano pochissimi mesi alle elezioni comunali e, a quanto pare, l’ex primo cittadino, ancora amareggiato per la fine della sua giunta ma nello stesso tempo galvanizzato dalla sentenza che ha sancito la sua candidabilità, comincia a scaldare i motori. Se per se stesso o per un altro candidato al momento non si sa, quel che è certo è che Ciccone è super carico e vuole lasciarsi per sempre alle spalle lo scioglimento per infiltrazioni mafiose che ha scritto la parola fine sulla sua amministrazione aprendo una lunga fase commissariale. Fase che Ciccone boccia senza se e senza ma, confrontandola con i risultati invece ottenuti da lui durante la guida del paese.
«Due anni – attacca Ciccone postando alcune immagini raffiguranti la situazione attuale della cittadina – che hanno portato Scilla nello stato di degrado visibile da queste fotografie e che ha fermato in modo devastante tutte le iniziative, i provvedimenti ed i contributi che eravamo riusciti ad ottenere e a portare avanti in due anni e mezzo, lo stesso periodo di tempo in cui ha amministrato la triade commissariale».
Nello specifico, Ciccone lancia strali facendo notare una nutrita serie di differenze tra la sua gestione e quella dei commissari. Sul campo sportivo: «Noi: abbiamo costruito la recinzione del campo sportivo; loro: hanno certificato l’inagibilità degli spogliatoi, hanno chiuso il campo sportivo e non hanno intrapreso nessuna iniziativa per renderlo agibile». Villetta comunale: «Noi: ristrutturato la villetta;loro: in questi due anni la villetta si è ridotta a un letamaio, invasa da sporcizia e topi».Scuole: «Noi: appaltato lavori per il rifacimento scuola elementare Scilla centro;Loro: in due anni non hanno completato i lavori; Noi: ottenuto contributo per efficientamento scuola media;Loro: su questo sono latitanti, non si sa nulla». Mensa scolastica: «Noi: garantita dall’inizio alla fine dell’anno scolastico;
Loro: mensa cancellata». E ancora, altre differenze, su ascensore, porto, parcheggi, raccolta differenziata, depuratori, lungomare, tributi, per arrivare allo scottante capitolo del bilancio comunale: «Noi: approvato sempre prima della scadenza di legge, assumendocene le responsabilità;
Loro: non si sono ancora assunti la responsabilità della loro gestione economica perché non hanno ancora approvato il bilancio, ma se come si vocifera il comune è in una situazione di default, allora abbiano il coraggio di dichiararne il dissesto finanziario, verificando le eventuali responsabilità, senza lasciare a chi verrà dopo di loro una responsabilità che non gli appartiene».
«Questi i fatti – ammonisce Ciccone – ed i fatti non li può cambiare nessuno.
Avevamo dato una speranza a questo Paese, avevamo fatto rispettare le regole con un conseguenziale sviluppo dello stesso, avevamo reso il Paese pulito e accogliente, avevamo realizzato opere importanti, tutti parlavano di noi, Scilla stava rifiorendo, i nostri concittadini erano contenti del nostro impegno e dei nostri risultati.Poi arrivò la notte, lunga e pesante».
«Adesso – conclude l’ex sindaco – può tornare l’alba, una primavera nuova.Abbiamo l’obbligo di far si che questo accada; lo dobbiamo alla nostra gente, al futuro dei nostri figli, all’amore che abbiamo per il nostro Paese.Tutti assieme, nella stessa direzione, senza divisioni, per lo sviluppo di Scilla».
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