Emergenza coronavirus, l’appello da Bagnara: «Rivalutare l’ospedale di Scilla»

8 Marzo 2020
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«Dopo anni di lotte questa emergenza ci impone di rivalutare lo Scillesi d’America».  È l’appello  che, in questi giorni di caos e preoccupazione per il coronavirus, viene lanciato  da Silvana Ruggiero, assessore al Welfare e Politiche Sociali Comune di Bagnara Calabra, da sempre impegnata a difesa del nosocomio di Scilla, negli ultimi anni sottoposto a un forte ridimensionamento che lo ha spogliato delle funzioni ospedaliere. 

«Non ci sono riusciti anni di lotte da parte di cittadini, comitati, qualche politico del momento, – esordisce Ruggiero –  speriamo ci riesca l’emergenza Covid-19 a far riaprire i reparti dello Scillesi d’America! Un nosocomio declassato a casa della salute per uno scellerato piano di rientro che doveva far risparmiare la spesa sanitaria a scapito della salute dei cittadini. Il risparmio non si è visto o meglio se c’è stato non certo ne hanno beneficiato i cittadini in qualità dei servizi sanitari! Oggi, l’emergenza Coronavirus dovrebbe mandare a quel paese quelle scelte di allora dettate da logiche politiche e quelle di oggi dettate sempre dalla stessa matriosca del piano di rientro! Oggi l’emergenza è più grande e drammatica di quanto possiamo immaginare se il virus dovesse propagarsi in Calabria, regione fragile a livello sanitario e già in difficoltà a rispondere agli interventi sanitari ordinari. Non è questo il momento – continua l’assessore bagnarese –  di rivendicare quanto già detto nelle lotte che si sono susseguite negli anni prima e dopo la chiusura del nosocomio che ricordiamo non è stato costruito con soldi pubblici ma con quelli degli scillesi residenti in America! Questo è il momento dell’emergenza vera e propria e per poter essere preparati in qualche modo a garantire il contenimento dei contagi ma soprattutto le cure dei cittadini che saranno infettati dal Coronavirus, occorre intervenire in largo anticipo anche perché il virus non si presenterà con avviso né attenderà la ricevuta di ritorno per sapere se siamo pronti a combatterlo. Occorre  l’appello di Ruggiero – aprire gli ospedali chiusi e trasformarli da fredde mura della vergogna, emblema di una politica fallimentare, in ambienti idonei ad accogliere le cure della gente! Tergiversare oggi vuol dire non avere tempo domani per dare cure ed assistenza adeguate a chi sarà colpito da un virus di cui la cronaca ormai quotidiana ci ha fatto conoscere la sua enorme capacità di diffusione. Alla tristezza e amarezza di attendere il day after con angoscia, si aggiunge lo sconforto di sapere che in Calabria è carente tutto, terapie intensive, posti letto, personale medico e infermieristico, addirittura non sono stati rinnovati i contratti per 50 infermieri. Il blocco delle assunzioni già sta stremando i medici. Quindi  – conclude Ruggiero – per non trasformare l’angoscia del the day before in catastrofe del the day after è necessario non perdere più tempo e prendere le dovute decisioni e misure a tutela del popolo calabrese, perché non occorre un DPCM che lo dichiari, la Calabria è già isolata!».

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