Campo Calabro e la quarantena: il deserto? Nelle strade, mai nel cuore

18 Marzo 2020
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A furmicula nira,

‘nta notti nira

Diu a viri…

(Detto campese)

di CONSOLATA MAESANO – Gli antichi non sbagliavano mai, anche se – non ce ne vogliano- neanche il più fantasioso dei nostri antenati avrebbe potuto immaginare una pandemia della portata del corona-virus. La vita, anche nel piccolo paese che fa da balcone sullo Stretto, è surreale: le serrande della maggior parte dei negozi sono abbassate; la poca gente che sbriga veloce l’essenziale lo fa coi guanti e mascherine; le scuole sono chiuse; le strade e le piazze, in queste lunghe giornate di sole, sono deserte (chi vi scrive, oltre che nei detti campoti, sta facendo una lunga immersione anche nel proprio archivio, trovando solo foto del parco e delle piazze stracolme di gente: chi billizza, direbbero i ‘ntichi).

Eppure se c’è una cosa su cui i nostri canuti avrebbero scommesso sarebbe stato il senso di comunità che a Campo si respira ancora più forte in questi strani giorni e che ci fa sentire meno soli, meno formichine nella notte buia

. Le ringhiere e i balconi sono addobbati coi tricolori, con gli arcobaleni e con la scritta “andrà tutto bene”; i vicini e i dirimpettai da un palazzo all’altro intonano l’Inno di Mameli e altri capolavori nostrani (ad esempio, Azzurro di Adriano Celentano); le dirette dalla deserta Chiesa di Santa Maria Maddalena sono seguitissime e in tanti, da casa, ringraziano Padre Francesco e Don Nino per i live delle funzioni religiose: un vero e proprio balsamo per l’anima in questi tempi bui.

Il corona virus non ferma neppure la solidarietà: è attivo il servizio per la consegna dei farmaci e dei beni di prima necessità per le categorie più fragili, a cura del Comune, delle associazioni Nuova Solidarietà e Passione Civile e dell’Avis di Campo Calabro. Sabato 21 marzo, dalle ore 7,30 alle 11, l’Avis effettuerà la raccolta del sangue: donare il liquido ematico è ancora più importante durante l’emergenza ed è possibile farlo su prenotazione. Un’ulteriore raccolta è prevista per domenica 29 marzo.

(Il proverbio d’apertura si trova nel libro di Mimmo Centorrino, Una finestra sul passato. Le foto, che riprendono i balconi delle famiglie Messineo, Sinicropi, Creaco e Barresi, ci sono state gentilmente inviate dal signor Fortunato Scopelliti, che ringraziamo).

 

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