Con un video in diretta Facebook il sindaco del Comune di Reggio Calabria e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è intervenuto nuovamente sul blocco, in parte ancora in corso, presso gli imbarchi di Villa San Giovanni.
«Non possiamo permettere – ha esordito Falcomatà – che i nostri sacrifici siano vanificati dall’incompetenza e dall’irresponsabilità degli altri. Quello che è successo a Villa San Giovanni mette a serio rischio la salute di ognuno di noi, e noi non ce lo possiamo permettere. Villa San Giovanni è un comune diverso dal nostro, non ho alcuna competenza su Villa, ma da sindaco metropolitano ho sentito il dovere di intervenire, di stare a fianco a un comune, a un’amministrazione in difficoltà, a un sindaco lasciato da solo, e l’ho fatto anche perché la situazione poteva portare seri problemi alla città di Reggio Calabria. Quello che è successo ieri non deve più succedere. Ieri sono rientrate in Sicilia circa 150 persone, altre 80 persone sono ancora al piazzale degli imbarchi di Villa San Giovanni e devono necessariamente rientrare in Sicilia oggi. Sono persone – ha aggiunto Falcomatà – che hanno violato la legge, le normative, disposte dal Governo in materia di coronavirus ed è giusto che siano sanzionate e vengano messe in quarantena. Ma è importante che giungano nella loro destinazione finale, in Sicilia. Tra le sanzioni non c’è il sequestro di persona né la violenza privata, ma ieri sera a Villa San Giovanni ho assistito a situazioni drammatiche per ogni essere umano, soprattutto drammatiche per un padre di famiglia: 50 bambini costretti a rimanere lì, fin quando alle 22 si è finalmente sbloccata la situazione. Questo non può più accadere, e allora la soluzione è una, una soltanto. Avete fatto caso a quante milioni di persone si sono mosse in Italia in queste settimane senza valido motivo e sono arrivate tutte a destinazione mettendosi in quarantena? L’unico caso in cui non è successo è stato quello di Villa San Giovanni, e allora noi non lo possiamo permettere. Ripeto, la soluzione è una soltanto: sappiamo dove sono dirette queste persone – in varie città siciliane -, quindi è importante – ha incalzato Falcomatà – che ognuna di loro raggiunga la propria destinazione e qui le autorità preposte comminino le sanzioni previste, denuncia, quarantena e tutto quello che è previsto dalle normative in materia. Ringrazio di cuore la Caritas e Nuova Solidarietà, che ieri sera hanno preparato i pasti per le persone in attesa di traghettare, ringrazio gli agenti di polizia, municipale e metropolitana, con cui fino a tarda notte ho seguito le operazioni di imbarco. Rilancio, ancora una volta, l’appello alla necessità che si facciano i tamponi al numero più alto di persone possibili, partendo proprio da chi è più esposto, come gli agenti di polizia, i dipendenti dei supermercati, gli autotrasportatori, i corrieri, lavoratori del comparto della raccolta rifiuti. Solo così – ha concluso Falcomatà – riusciremo ad avere dati che siano il più possibile verosimili e reali».
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