«Test rapidi: Villa San Giovanni c’è, ora tocca alle istituzioni». Così il comitato di cittadini che, negli scorsi giorni, ha promosso una petizione per chiedere uno screening massivo sul coronavirus. Un gruppo di cittadini che ha fatto di più, contattando l’azienda che promuove i test sierologici rapidi, già usati in alcune Regioni ed in molti centri, che consentono una risposta rapida. In buona sostanza, dagli studi effettuati dall’azienda cinese che li produce, i test hanno restituito un risultato pari al 100% per i soggetti negativi e del 97% per quelli positivi. In parole povere il test non restituisce i “falsi negativi” e solo il 3% dei falsi positivi. Il test in questione è un prodotto regolarmente Iscritto al Ministero della Salute come Dispositivo Medico IVD al N. 1936723
«Le riserve che vengono dal mondo scientifico – sottolinea il comitato – riguardano, casomai, la possibilità che il test restituisca un risultato negativo quando ancora il virus sia in incubazione. E questo avviene nelle due settimane successive».
Da qui l’idea del comitato: «Provare a “blindare” la città e contestualmente effettuare i test rapidi mantenendo le attuali misure per 14 giorni, mentre si effettua la disinfettazione del territorio. Dopo di che, fermo restando il blocco degli accessi, garantire la riapertura degli esercizi commerciali mantenendo ferme le misure contenitive della “distanza sociale” ma dare la possibilità alle attività economiche di riprendere fiato. Ovviamente l’ingresso in città dovrà essere presidiato, garantendo che i pneumatici dei mezzi necessari all’approvvigionamento siano sottoposti a sanificazione prima dell’accesso. Questo piano potrebbe essere replicato anche nelle aree limitrofe. D’altro canto, proprio per le gravi implicazioni di carattere economico e sociale che sta determinando questa situazione, non sarà possibile gestire questa situazione per lungo tempo. Il tutto, naturalmente partendo dai test da effettuarsi al personale delle Forze dell’Ordine e di coloro che, come le eroiche attività commerciali rimaste aperte in questi giorni, per poi estendere lo screening a tutta la popolazione».
Come si fa tutto questo? Il comitato non ha dubbi: «E’ un’operazione assolutamente possibile da fare e noi siamo disponibili a discutere di ogni problema che per primi ci siamo posti e che abbiamo superato. Ma è evidente che questa è un’operazione che va prima di tutto “sposata” dalle Istituzioni locali e non solo per le risorse economiche da impegnare, peraltro davvero esigue, ma perché è il nucleo centrale che dovrà organizzare e pianificare il tutto. Con il fattivo supporto dei cittadini, noi per primi, che non ci tireremo indietro convinti, ora più che mai, che questa situazione coinvolga tutti e che solo tutti insieme potremo superarla».
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