SCILLA – «Ci terrei a sottolineare che la nostra rappresenta una presenza elettoralmente debole ma politicamente forte. Non siamo una lista civica ma una presenza politica che si batte ovunque lo Stato di diritto ed i principi fondamentali della Costituzione siano calpestati. In Calabria lo sono. A Scilla, come in tutto il territorio della città metropolitana, lo sono! Saremo in grado di dare un contributo al buon governo della città».
Così Ilario Ammendolia spiega la propria candidatura a sindaco di Scilla con la lista “Diritti Democrazia Libertà per Scilla”. Una candidatura dell’ultima ora quella dell’intellettuale di Caulonia, espressione di “Mezzogiorno in movimento” che proprio a pochissimi giorni dalla scadenza della presentazione delle liste ha rinunciato alla corsa elettorale nella città metropolitana di Reggio Calabria.
“Mezzogiorno in movimento” è dunque sbarcato a Scilla, sollevando non poche perplessità circa l’effettivo ruolo del gruppo di candidati presentati da Ammendolia, tutti sconosciuti al territorio scillese. Una “lista civetta” che consentirà a Pasqualino Ciccone di raggiungere il quorum con “Scilla riparte”? Sono in tanti a rispondere affermativamente a questa domanda, senza però chiedersi perché, in due anni e mezzo di commissariamento, Scilla è rimasta del tutto dormiente sia dal punto politico e non solo. L’unico a metterci la faccia, ancora una volta, è stato sin da subito Pasqualino Ciccone, giudicato candidabile nonostante lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del suo consiglio comunale. A sfidarlo, almeno sulla carta, non sarà un suo concittadino ma uno “straniero” impegnato su più fronti, culturale, politico, sociale.
Ammendolia sa di non avere possibilità di vittoria, tuttavia ritiene di poter essere utile alla causa scillese. «Personalmente – spiega il candidato a sindaco di “Diritti Democrazia Libertà per Scilla” – sono stato per lunghi anni sindaco di Caulonia e presidente del Comitato dei sindaci della Locride nonché consigliere provinciale. Ma, a dire il vero, sappiamo che le possibilità di vincere le elezioni sono decisamente basse. Quindi il nostro contributo sarà politico nel senso più alto e la nostra presenza sarà di natura garantista e meridionalista». (Francesca Meduri)
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