VILLA SAN GIOVANNI – Proseguono le indagini per fare piena luce sul gravissimo incidente stradale verificatosi nel tardo pomeriggio di lunedì sul lungomare di Pezzo, a due passi dalla Chiesa Maria Santissima delle Grazie. Un impatto violentissimo quello avvenuto tra un’automobile, guidata da P. U., villese di 22 anni, e una bicicletta, condotta da un 14enne, anch’egli di Villa e figlio di un consigliere comunale. Dagli uffici della Polizia locale non trapelano particolari dettagli sull’incidente, cause e dinamica restano in corso di accertamento e il riserbo è massimo. Il conducente dell’autovettura è rimasto ferito lievemente, mentre le condizioni del ragazzino in bici sono apparse subito gravi. Il quadro clinico del giovanissimo è stato poco dopo confermato al suo arrivo, a bordo dell’ambulanza del 118 giunta sul luogo del sinistro, al pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Tant’è che è stato immediatamente trasportato in sala operatoria e qui sottoposto a un delicato intervento chirurgico per l’asportazione della milza, irrimediabilmente danneggiata dal tremendo scontro. Ulteriori esami hanno messo in evidenza un edema cerebrale (che, probabilmente, richiederà un’altra operazione), la rottura della seconda vertebra cervicale, la frattura di un’anca, lievi lesioni polmonari. Un quadro clinico che ha spinto i medici a ricorrere al coma farmacologico, uno stato reversibile di incoscienza profonda, indotto appunto volontariamente dai medici, mediante dosi controllate di farmaci, e avente finalità terapeutiche. Si attendono 48 ore per valutare l’evolversi della situazione. Un giovanissimo che lotta per la vita tenendo in ansia familiari, amici e una città intera. Città rimasta profondamente colpita per quanto successo allo sfortunato ragazzino, e che pertanto si è stretta in preghiera affinché le cose per lui vadano per il meglio. Tuttavia sembra quanto meno discutibile il comportamento che molte persone stanno tenendo su Facebook, comportamenti ai limiti dello sciacallaggio e della morbosità. La fotografia del ragazzino “rubata” dal suo profilo personale, condivisa e postata in segno di preghiera e in qualche caso corredata dall’aggiornamento sulle sue condizioni di salute. Una comunità indubbiamente tanto addolorata ma per certi versi poco rispettosa dell’altrui dolore e, soprattutto, del dramma di un minore.
FONTE: IL QUOTIDIANO DEL SUD 2/12/2020 (Francesca Meduri)
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