Comunicato stampa della Rete “Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni”:
La recente inchiesta giudiziaria della procura di Reggio Calabria ha fatto luce su una serie di connivenze tra alcuni componenti del ASP (azienda sanitaria provinciale) e personaggi di spicco di alcune delle più potenti cosche della ndrangheta. Tutto ciò a conferma dei sospetti su malaffare e corruzione che da tempo denunciano comitati popolari, associazioni e cittadini.
Mentre la popolazione muore perché non può eseguire una visita specialistica o perché non esiste un programma di screening preventivi, i clan della ndrangheta investono sulla sanità calabrese, con la compiacenza – stando a ciò che traspare dall’inchiesta – di personale sanitario e dirigenti. Clientele e favoritismi a danno del diritto inalienabile alla salute, negato al popolo calabrese.
Pur ritenendo doveroso attendere che la giustizia faccia il suo corso e non volendo in alcun modo sostituirsi a coloro ai quali spetta pronunciare giudizi e sentenze, la rete “Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni” non può non ricordare come durante un’assemblea pubblica tenuta mesi fa in piazza Valsesia, indetta per scongiurare la dismissione del poliambulatorio di Villa San Giovanni, avevamo contestato l’atteggiamento del dott. Barillaro (finito ai domiciliari) di sottrarsi al confronto con la cittadinanza, preferendo alla piazza il colloquio nelle segrete stanze con i sindaci.
Un atteggiamento intollerabile e arrogante da parte di chi dovrebbe servire unicamente le istituzioni e i cittadini. Così come non possiamo esimerci dall’attribuire proprio a Barillaro la dismissione dell’ADI (l’assistenza domiciliare integrata), che impedisce la presa in carico della sofferenza patita da malati e famiglie abbandonati in condizione indegne dalle istituzioni nonché la mancata delle istituzione delle A.F. T. (aggregazioni funzionali territoriali).
Si tratta di responsabilità ancora più importanti di quelle di carattere penale che eventualmente la giustizia accerterà. Chi finora ha gestito il potere nelle istituzioni politiche e sanitarie locali e regionali ha speculato sulla salute della popolazione per avanzamenti di carriera, riconoscimenti politici, guadagno personale.
Lo ribadiamo nei giorni in cui apprendiamo dalla stampa l’operazione propagandistica che le istituzioni regionali hanno inscenato nell’accompagnare il Commissario straordinario Figliuolo all’hub vaccinale di Taurianova, dove – chissà perché – in quel giorno si sono recati vaccinandi da Reggio e dalla Locride, con l’effetto di ‘dopare’ i numeri del polo situato nel comune della Piana. Tutto questo mentre il GOM di Reggio si trova costretto a dover interrompere le nuove somministrazioni di vaccino per consentire i richiami a chi ha ricevuto la prima dose dall’ASP.
È necessaria un’operazione radicale di trasparenza per tornare a garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi.
Per fare questo serve aprire una nuova stagione, dove riassegnare centralità ai diritti e cancellare i privilegi che negli anni hanno favorito ‘Ndrangheta, potentati economici, clientelismi asfissianti.
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