Comunicato stampa di lancio della ‘Rete per la sanità pubblica reggina’:
Mai come in questo momento la salute del popolo calabrese appare compromessa. Decenni di commissariamento e fallimentari piano di rientro, smantellamento del servizio sanitario nazionale, rapporto distorto tra sanità pubblica e interesse privato: emergono adesso, durante una pandemia ancora duramente in atto, le drammatiche condizioni e contraddizioni che attraversano il rapporto dei cittadini calabresi con la salute e il benessere della collettività.
Di fronte a istituzioni silenti e spesso incapaci, come si evince dal mancato utilizzo di fondi già stanziati e mai utilizzati, cittadini e cittadine di questa terra non hanno altra scelta che auto-organizzarsi per la salvezza e la dignità delle proprie comunità. Anche in seguito alla crisi pandemica che stiamo attraversando, la salute non appare più come un ambito specialistico e slegato dalla società. Essa emerge invece come estremamente interrelata a ogni dimensione del vivere collettivo. Non può darsi economia, non può darsi agire comune, non può darsi futuro senza una sanità pubblica in grado di tutelare le persone fragili, predisporre programmi di prevenzione e assicurare cure efficaci ai soggetti che ne hanno bisogno.
Le recenti inchieste giudiziarie hanno messo in evidenza gli intrecci orripilanti tra aziende sanitarie provinciali, criminalità organizzata, politica regionale e nazionale collusa. Contemporaneamente, i presidi sanitari territoriali rischiano quasi ovunque la chiusura o la dismissione di intere unità specialistiche; gli ospedali non dispongono di personale sufficiente; la campagna vaccinale nazionale registra proprio in Calabria l’organizzazione più carente, se non fallimentare.
Ma in Calabria non si muore solo di Covid-19. I malati cronici non possono usufruire dell’assistenza domiciliare integrata; l’emigrazione sanitaria verso il nord continua a registrare tassi elevatissimi; i Livelli Essenziali di Assistenza non vengono garantiti in barba alle leggi che li hanno istituiti.
I territori non possono salvarsi se non attraverso un intervento popolare, diretto, autenticamente democratico delle persone, che – come sta avvenendo in questi mesi – provano a riappropriarsi di quel bene comune che è la salute. Lo abbiamo visto a Cariati, dove la popolazione occupa ormai da mesi l’ospedale per chiederne la riapertura; lo stiamo vedendo a Cosenza, dove le proteste di questi giorni evidenziano il fallimento della gestione manageriale della sanità pubblica, proponendo una raccolta firme regionale. Anche nella nostra provincia (a Siderno, a Scilla, a Villa San Giovanni) sono nati gruppi e realtà associative che vanno in questa direzione.
La Rete per la Sanità pubblica reggina nasce grazie all’apporto di donne e uomini che da anni lottano nei territori della provincia per riaffermare la centralità della salute e della sua tutela nella sanità pubblica.
Le nostre rivendicazioni si enucleano nei seguenti punti: vigilanza sull’attuale campagna vaccinale; potenziamento della rete dei consultori; monitoraggio dei presidi sanitari territoriali e Case della Salute per scongiurarne la chiusura e il depotenziamento; continuità e condizioni di dignità e sicurezza nell’accesso al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, a partire dal pronto soccorso; sblocco del turn over e assunzioni di personale medico, paramedico e infermieristico.
La Rete si farà promotrice di una campagna popolare tra la cittadinanza per sensibilizzare la popolazione sulle criticità della sanità calabrese. Lanceremo mobilitazioni diffuse affinché venga ristabilito il diritto fondamentale
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